Succede che ZeroCalcare posta sulla propria pagina Facebook ufficiale un’iniziativa per commemorare Carlo Giuliani, il giovane ucciso durante i fatti del G8 di Genova nel 2001. Insieme ad altri fumettisti, ZeroCalcare appunto avrebbe dovuto fare dei disegni live in Piazza Alimonda a Genova.

La cosa però non è andata giù a una parte dei suoi lettori, evidentemente troppo distratti per estrapolare il pensiero del fumettista dalle strisce e dai libri che quest’ultimo ha pubblicato, ed ha cominciato a protestare con toni più o meno aspri. Si andava dagli insulti a Giuliani, ai “Mi sento tradito” rivolti a Zerocalcare, fino all’intramontabile “Torna a fare i disegnini”,  perchè evidentemente è questa la concezione che si ha del fumettista: un intrattenitore che con due scarabocchi porta a casa la giornata.

Però succede anche che Facebook, inondata di segnalazioni, ha deciso di oscurare la pagina ed anche il profilo personale dell’autore.

Senza sfociare in discussioni politiche che non appartengono a Stay Nerd, è brutto dover parlare ancora di censura, peraltro a causa del sistema di oscuramento di Facebook, che spesso non valuta i contenuti in sè, ma decide di operare in modo di rimuovere direttamente l’oggetto incriminato a seconda della mole di segnalazioni che arrivano, dandola vinta in pratica ai segnalatori seriali.

È già successo in passato, sempre con fumettisti (Roberto Recchioni e Giacomo Bevilacqua in primis), e speriamo di non doverne parlare più.

La situazione è poi tornata alla normalità, con ZeroCalcare tornato in possesso dei vari account, che ha poi postato un chiarimento proprio su Facebook, dove si legge: “Non è detto che tutti quelli che mi leggono la pensano come me, ci sono anche persone molto lontane come orientamento politico, ma si tratta di persone tendenzialmente capaci di accettare un punto di vista diverso”.

Secondo l’autore infatti, a creare disturbi sulla pagina e ad inasprire i toni non sono stati suoi lettori, ma persone entrate apposta per, sostanzialmente, fare casino.

E la cosa, francamente, fa ancora più tristezza.