ZeroZeroZero è un’altra serie sul narcotraffico e sui rapporti familiari

ZeroZeroZero è il nuovo prodotto di punta di Sky, che di certo non ha badato a spese. Il dispendio di energie e denaro non ha precedenti nella serialità italiana: i tre Paesi coinvolti nelle riprese, il cast internazionale e il gran numero di SUV che esplodono sono solo alcuni degli elementi che fanno della serie un vero e proprio kolossal. Tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano e prodotta in collaborazione con Cattleya, Canal+ e Amazon Studios, ZeroZeroZero racconta ancora una volta l’impero della cocaina e le fragili relazioni che lo sorreggono. Come vuole il tradizionale approccio italiano alla narrazione della criminalità organizzata, l’opera è soprattutto un conflitto generazionale, ma presenta anche qualche idea innovativa. Scendiamo insieme nei dettagli.

ZeroZeroZero: tre storyline per tre Paesi

Il meccanismo narrativo di ZeroZeroZero è costruito su tre pilastri principali, uno per ognuna della nazioni coinvolte nella produzione. Ciascuno di essi racconta una storia che sembra indipendente dalle altre, sorretta da personaggi principali e secondari. Le vere svolte, tuttavia, avvengono nel corso delle scene che vedono le tre linee narrative interagire tra di loro. La serie adotta infatti un andamento a ritroso, che si compone di due fasi:

  1. Le prime due puntate si aprono e si chiudono con la scena più importante, in cui i personaggi di due o più storyline interagiscono direttamente. La trama generale va davvero avanti solo nel corso di questi eventi, che rendono più chiaro il quadro generale.
  2. Il resto degli episodi si concentra invece su una singola linea narrativa, che si svolge in uno dei tre Paesi. È qui che vengono approfonditi i rapporti tra i personaggi della stessa fazione e le loro eventuali lotte intestine.

Questa modalità di narrazione mette in luce il focus principale della serie: un impero economico mondiale può dipendere drammaticamente dalle decisioni e dai conflitti che coinvolgono pochi, ordinari individui. ZeroZeroZero si sviluppa in tre Paesi, ciascuno presentato con una scritta in sovrimpressione nel corso della prima puntata. Le riproponiamo, senza cambiare nulla, qui di seguito.

Calabria (i compratori)

ZeroZeroZero si apre in Calabria e il primo personaggio con cui lo spettatore entra in contatto è Don Minu, un vecchio boss latitante della ‘Ndrangheta. Costretto a vivere in una botola sperduta sulle montagne, l’anziano sente addosso il peso degli anni e teme che i suoi sottoposti, da sempre fedeli, lo possano tradire. Il diventare vecchi, obsoleti, e di conseguenza essere messi da parte è uno dei temi centrali dei primi due episodi, come dimostra anche il monologo che fa da sottofondo mentre Minu si trascina a fatica nella campagna calabrese.

A seguire la Madonna in processione per le strade di un paese c’è invece Don Stefano, che con tutta probabilità sarà il protagonista di questa storyline. Nipote di Minu, l’uomo si riunisce insieme agli altri affiliati e ascolta l’annuncio del nonno: un carico di cocaina senza precedenti è stato acquistato dal Messico. Stefano decide così di appropriarsi non solo del carico, ma dell’intera organizzazione malavitosa di Minu.

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New Orleans (i broker)

L’azienda internazionale di trasporti di Edward Lynwood si è sempre occupata di portare sulle proprie navi merce legale, ma il magnate ha deciso di alzare la posta in gioco ed entrare nel narcotraffico. Probabilmente il personaggio più carismatico delle battute iniziali di ZeroZeroZero, punta tutto ciò che la sua famiglia possiede su un singolo carico di cocaina. La figlia Emma cerca di farlo ragionare, convinta che l’impresa debba continuare a concentrarsi sul trasporto di materiale non compromettente.

Chris, il figlio minore, è affetto dalla stessa malattia degenerativa che si è portata via sua madre, ma è sempre informato su tutti gli affari del padre. Edward vede il narcotraffico come il possibile salto di qualità dell’azienda, una sorta di traguardo da lasciare in eredità per dimostrare agli altri e soprattutto a se stesso di sapersi ancora districare negli affari. Vecchio amico di Don Minu, ne condivide la malinconica condizione dell’anziano che ha paura di essere rimpiazzato.

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Messico

La storyline messicana si presenta come quella più innovativa di ZeroZeroZero, a partire dal punto di vista scelto dagli sceneggiatori. Gli spettatori sono stati abituati in questi anni a seguire le storie sul narcotraffico con gli occhi dei criminali, spesso dalla produzione alla distribuzione della merce. La serie ideata da Stefano Sollima, invece, decide di spostare il focus su Leon, un sergente dell’esercito messicano impegnato nella lotta ai narcos. Il Vampiro, come lo chiamano i suoi commilitoni, riceve regolarmente un cospicuo contributo in denaro da coloro a cui dovrebbe dare la caccia: lavora infatti come talpa all’interno dell’organizzazione governativa e riesce sempre a sabotare retate e indagini. Il suo antagonista principale è il superiore, il comandante Varas, che invece è sinceramente devoto alla legge.

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ZeroZeroZero: il conflitto generazionale ricorda Gomorra

Di solito il termine di paragone più calzante per l’analisi di una serie TV sul narcotraffico è Narcos, il pluripremiato kolossal made in Netflix. Sono infatti molti gli emuli della fortunata storia di Pablo Escobar, e non tutti dello stesso livello. ZeroZeroZero, tuttavia, è notevolmente più vicino a Gomorra e non solo perché viene da un romanzo di Roberto Saviano. In Calabria, Messico e USA, infatti, si respira lo stesso clima di cambiamento che permeava le vele di Scampia: il vecchio, prima o poi, volente o nolente, deve lasciare il posto al nuovo. Gli uomini di potere portano avanti idee superate, o al massimo buone idee da cui però i giovani possono trarre più profitto.

  • Don Minu, che ha speso tutta la propria vita per “dare da mangiare alla sua gente”, viene tradito dal nipote, ansioso di ereditare il suo impero e guidarlo secondo nuovi precetti, eliminando in primis gli intermediari tra chi produce e chi compra.
  • Edward Lynwood viene colpito in una sparatoria in Messico e muore lasciando tutto nelle mani tremanti della figlia, assai meno dedita ai traffici illegali, e del figlio malato. Emma si mette così a capo del progetto e coinvolge Chris, proprio come aveva promesso al padre di non fare.
  • Il comandante Varas porta sino in fondo gli ideali di giustizia e fiducia nei confronti dei suoi uomini, ma non si accorge di averne perso il comando. Il sergente Leon, infatti, ha scelto la corruzione, portando tutti dalla propria parte.

Tra anziani e giovani di ZeroZeroZero c’è quindi lo stesso rapporto che intercorre in Gomorra tra Don Pietro Savastano e il duo Gennaro-Ciro. La vita fa il suo corso e il destino dei vecchi capi è ineluttabile. Le nuove leve hanno il compito di decidere se accelerarlo.

Ponendo il conflitto generazionale al centro della sua nuova serie, Sky rimane nella propria comfort zone senza rischiare particolarmente, mantenendo tuttavia un livello di qualità che sembra promettere bene. La speranza è quella continuare a vedere una serie equilibrata, capace di approfondire i propri personaggi come e più di quanto abbia fatto nei primi due episodi, senza cadere nella tentazione tipica di produzioni colossali come questa: l’overdose di azione fine a se stessa.

 

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.