Final Fantasy: una saga con storie affascinanti, personaggi carismatici e, per noi amanti dei giochi di ruolo, sistemi di sviluppo quasi sempre appaganti e ben strutturati. Che la si ami o che la si odi è innegabile che la saga del Chocobo sia diventata, nel corso degli anni, un punto di riferimento per molti appassionati del genere e, al di là delle recenti interazioni, resta un vero e proprio patrimonio videoludico.

I motivi per apprezzare la saga sono tantissimi, ma oggi non vogliamo soffermarci troppo sugli aspetti che hanno reso famoso Final Fantasy, vogliamo più che altro ricordare e condividere quelle che sono state le boss battle più significative. In questa nostra personalissima chart non abbiamo incluso soltanto i mostri più forti, o molto più semplicemente gli scontri finali, ma più che altro tutte quelle boss battle che, per un motivo o per un altro, ci hanno colpito particolarmente. Uno degli aspetti che da sempre contraddistingue Final Fantasy è proprio la spettacolarità di alcune battaglie, vuoi perché collegate a particolari momenti della trama, vuoi perché arricchite da musiche che aggiungono un pathos unico alla battaglia o molto banalmente perché ci hanno divertito e regalato un’esperienza ludica impossibile da dimenticare. Personalmente ho faticato ha scegliere le migliori e sono sicuro che ogni appassionato serva nel suo cuore da videogiocatore altrettante battaglie memorabili. In ogni caso lasciatevi prendere dalla nostalgia, fate partire la colonna sonora di Nobuo Uematsu e seguite in questa nostra classifica.

Otto Draghi Leggendari 

Nonostante queste non siano tra le boss fight più affascinanti di sempre, c’è da dire che gli Otto Draghi Leggendari di Final Fantasy VI sono comunque indimenticabili. Le battaglie in sé non sono né particolarmente difficili (se avete un party con un buon livello) né particolarmente emozionanti. Perché includerle? Perché tutta la quest degli Otto Draghi è ottima, ci mette nelle condizioni di dover esplorare il mondo di gioco quasi per interno dandoci, tra le varie, ben pochi indizi sull’ubicazione di questi draghi. Tali battaglie sono così tremendamente old school sia per come è concepita la quest, sia per quello che poi sarà il reward finale (l’Esper più potente del gioco, forse fin troppo potente se avete capito a cosa illudo). Ricordo personalmente di aver speso davvero tante ore alla ricerca di tutti i draghi, anche perché all’epoca non era così facile trovare guide ricche nel dettaglio come oggi. Quindi ho voluto inserire, forse un po’ forzatamente, questa serie di scontri non solo, come già detto, per la battaglia in sé ma per tutto quello che rappresentano nell’economia di gioco, soprattutto se paragonati ai segreti dei titoli odierni.

Beatrix 

Il nono capitolo non è sicuramente tra quelli che apprezzo di più (calma gente, lo so che è magnifico), tuttavia non potevo non citare alcune delle boss fight più epiche di sempre. Avrei potuto scegliere il primo scontro con Kuja o Garland o persino Ozma, eppure del nono capitolo ricordo con particolare affetto le battaglie contro Beatrix. Chi non ha mai desiderato che si unisse al party? E quando finalmente si ha la possibilità di controllarla per un breve periodo? Tutto dannatamente epico. Le battaglie con Beatrix arrivano sempre in particolari momenti della trama, il climax che precede la battaglia è inconfondibile. La musica poi… impossibile non rimanere stregati da questa triste melodia. Probabilmente in molti storceranno il naso nel non vedere nemici decisamente più forti e terribili, eppure io quando penso alle battaglie in Final Fantasy IX penso a Beatrix. Se proprio non siete convinti, ascoltate la soundtrack.

Der Richter

Tradotto letteralmente dal tedesco “Il Giudice”, questo è il boss più potente di Final Fantasy X. Ricordo la battaglia (insieme a quella di Yiazmat) come una delle più lunghe ed estenuanti di tutta la mia carriera da videogiocatore. Il Giudice è un avversario davvero temibile: non solo ha più di 10 milioni di HP, ma può vantare anche un attacco chiamato Giorno del Giudizio capace di decimare il party in un solo colpo. La battaglia inoltre è divisa in diverse fasi, così come sono diverse le parti che compongo il boss: un corpo centrale, più due braccia; arti dotati di non tantissimi HP ma che, una volta distrutti, tornano in campo dopo un po’ di tempo e che sono indispensabili a Der Richter per scagliare il suo Giorno del Giudizio.

In tal senso la battaglia ha dei ritmi davvero serrati: da un lato si deve sempre tenere d’occhio le braccia, eliminandole il più in fretta possibile, dall’altro però danneggiare le braccia, per forza di cose, ci distrae e limita i danni fatti al corpo principale. Oltre l’immancabile HP Apeiron, quasi indispensabili sono Autohaste, Autoprotect e Autoshell. Per non parlare di una dose massiccia di Triostella e le giuste combinazioni per la Limit Break di Rikku (lo so può sembrare una cavolata, ma in questa battaglia conoscere gli oggetti giusti da usare è di grande aiuto). Insomma Der Richter è sicuramente una battaglia impegnativa, lunga, per certi versi anche estenuante ma, forse anche più delle Weapon, mette il giocatore nelle condizioni di dover fare davvero di tutto per vincere. Non è tra le prime posizioni proprio perché ad un certo punto può anche stancare/annoiare, data l’enorme durata. E no, vi prego, non chiamate in causa Yojimbo, che è di una tristezza infinita.

Gilgamesh

Gilgamesh è, insieme a Bahamuth, uno degli elementi facenti parte la mitologia di Final Fantasy che più preferisco. Al di là del suo aspetto tipicamente bad ass, Gilgamesh si rivela essere in più di un’occasione un emerito “deficiente”. Le sue comparse sono sempre cariche di pathos, ma il più delle volte si esauriscono i siparietti comici davvero niente male. In Final Fantasy V, il buon spadaccino dalle mille lame lo si incontra in sei occasioni diverse. Ogni battaglia è preceduta sempre da un breve dialogo (spesso nonsense) capace sempre di strappare un sorriso. Tralasciata la prima e l’ultima apparizione, Gilgamesh è comunque un avversario tostissimo, sia perché talvolta si avvale del suo fedele compagno Enkidu (che lancia magie curative) sia perché i suoi attacchi fisici (spesso critici) sono davvero devastanti.
Personalmente ritengo Final Fantasy V quello che, mediamente, ha le boss fight più difficili. E Gilgamesh è tra questi, lo scontro è sempre serrato, in più di un’occasione è bene premunirsi di un’ottima scorta di Code di Fenici e Esna, in quanto in uno degli ultimi duelli, Gilgamesh infliggerà parecchi status negativi. Altra piccola chicca presente in questi scontri in Final Fantasy V è la possibilità di rubare l’intero set Genji.
Che poi Gilgamesh, su un piano del tutto teorico (o meglio, non mi pare sia stato effettivamente canonizzato) è esattamente lo stesso personaggio, in qualsiasi Final Fantasy appaia, proprio perché giunge in ogni nuovo mondo/capitolo tramite varchi dimensionali. Ritornando alla battaglia, oltre ad una music theme unica, come accennavo la parte migliore di questi scontri e del personaggio è sicuramente la vena comica. Chi conosce la saga sa che spesso il gioco si prende fin troppo sul serio, e avere questi siparietti addirittura all’interno di una serie di battaglie è un tocco di classe.

Warmech

Si tratta davvero degli albori di Final Fantasy, di quel primo e indimenticabile primo capitolo. Warmech non è altro che la “Weapon” di Final Fantasy I, inserito nel gioco senza troppi fronzoli, senza side quest di sorta o particolari introduzioni: Warmech lo si incontra quasi per caso, ci si accorge che è incredibilmente forte e si fugge via con la coda tra le gambe. Tutto qui. Tra l’altro, se memoria non mi inganna, a fine battaglia non droppa nemmeno oggetti particolarmente validi. Perché allora è memorabile? Perché è l’inizio di tutto, da questa sorta di esperimento i capoccia Square hanno deciso di volta in volta di inserire boss opzioni fortissimi, per testare abilità e spirito di abnegazione dei giocatori.
Come molti di voi giocai, ormai un bel po’ di anni fa, Final Fantasy su emulatore (ben prima che uscisse Final Fantasy Origins su Playstation 1) e nonostante la grafica rudimentale, un sistema di gioco quantomai semplice, amai Final Fantasy anche per Warmech.
Warmech significava per me che anche all’inizio della loro carriera, gli sviluppatori di Final Fantasy avevano la stessa mentalità. Non pensavo di potermi imbattere in un boss opzionale così forte in un capitolo “scialbo” come il primo. Tra l’altro lo scontro è difficilissimo anche a livelli alti; Warmech pur non avendo tantissimi HP (mi pare di ricordare meno dell’ultimo boss Chaos) ha sicuramente l’attacco più devastante del gioco e, se ciò non bastasse, tende a rigenerarsi ad una velocità pazzesca. Ciò rende lo scontro intenso e al tempo stesso stressante, perché sempre sotto pressione nell’infliggere un danno costante al nemico e trovando anche il tempo per curarsi e difendersi. Tra l’altro il solo design di Warmech è qualcosa di straordinario, i nemici visti nel primo capitolo si basano tutti su quel fantasy medievale ormai straconosciuto, e vedere così all’improvviso un nemico “Cyberpunk” all’interno di un gioco fatto di goblin, spettri e incantesimi fa davvero un bell’effetto, a maggior ragione se, giocandoci tantissimi anni dopo la sua uscita, si sa quanto il cyberpunk sia stato preponderante in molti capitoli.

Yunalesca

Final Fantasy X, sicuramente non il miglior capitolo di sempre, ma in ogni caso ancora amatissimo dal pubblico. Il mio personale rapporto con Final Fantasy X è costellato da alti e bassi, da un lato l’emozione di giocare un nuovo capitolo di FF su una console più potente, dall’altro una trama forse ricca di troppi cliché e che viaggia in un’unica rotta concedendosi ben poche divagazioni. Eppure eccoci qui, con questa boss fight per molti secondaria, insulsa, trascurabile. Per me invece non solo si tratta di uno dei momenti migliori del gioco ma anche una delle battaglie più cazzute di sempre. Sia chiaro, se durante la vostra partita (mi riferisco al primo playtrough in assoluto) vi siete già dati da fare nel farming più assoluto, questo scontro perde gran parte della sua epicità. Personalmente nel mio primo playtrough di Final Fantasy X arrivai a questo scontro non esattamente con un party imbattibile, vuoi perché fui rapito dalla storia (ero ragazzino), vuoi perché per abitudine preferisco darmi al farming e al potenziamento sfrenato solo quando sono già giunto ai titoli di coda.
In ogni caso provate a ricordare la scena. Dopo tante ore di gioco siete finalmente a Zanarkand: la città devastata, la ricerca dell’ultimo Eone in grado di affrontare Sin e poi la verità, quella sussurrata in poche linee di dialogo, quella amara verità che segna un punto di svolta nella trama. Yunelsca è lì, a confessarci che il mondo fa più schifo di quanto abbiamo mai immaginato. La scelta del gruppo di prendere una decisione differente rispetto al passato, Auron che si lancia in uno dei dialoghi più fighi di sempre: “Adesso! Ci siamo! È ora di scegliere! Morire fuggendo dal dolore, o vivere affrontandolo! Plasmate la vostra storia con le vostre mani!”. E poi… let’s fight. La splendida colonna sonora ci accompagna adrenalicamente in uno degli scontri più difficili del gioco, di quelli che se non ti sei dato da fa con gli incontri casuali, ti tocca veramente spremere le meningi alla ricerca della strategia giusta. Discorsi epici, difficoltà ottima, uno dei momenti di svolta della storia… Sul serio, non ricordate con amore questa boss fight?

Kefka

Cosa sarebbe Final Fantasy senza i suoi villain? Lo dico già da adesso, in questa classifica non comparirà Sephiroth, nonostante sì, è sicuramente una delle battaglie più belle della saga. Concentriamoci invece su Kekfa, uno dei villain, ma più in generale uno dei personaggi migliori mai visti in un videogame. Un abbigliamento bizzarro ed eccentrico, una sete di potere ineguagliabile e soprattutto un sadismo ed una cattiveria mai vista in nessun altro episodio. Se ci pensate Kefka è effettivamente l’unico villain di Final Fantasy ad essere realmente riuscito a distruggere il mondo. Se avete giocato a Final Fantasy VI sapete a cosa mi riferisco, sapete benissimo come sia stato capace di cambiare i connotati all’intero pianeta
Kefka è davvero l’emblema della malvagità. Nel corso del gioco lo vediamo acquisire potere e, per quanto i nostri tentativi non manchino, alla fine lui ha sempre la sempre meglio. E con questi presupposti arriviamo finalmente allo scontro finale. La resa dei conti con uno dei personaggi più odiati di sempre, un villain verso quale non si può nutrire nessun tipo di ammirazione o rispetto. La battaglia, inutile a dirlo, è epica. Dalla sua Kekfa ha una tonnellata di HP, la possibilità di lanciare Ultima sul gruppo come se non ci fosse un domani, Heartless Angel (la tecnica che porta ad 1 gli HP) e Havoc Wing (un devastante danno non elementare). In poche parole uno di quegli scontri che, nonostante i combattimenti a turno, ci spara l’adrenalina a mille.

final fantasy boss battle

Le Weapon

Lo so è banale, scontato ma pensateci, era inevitabile. Chiunque abbia giocato un Final Fantasy sa di cosa sto parlando. Quello scontro apparentemente impossibile, quei nemici capace di ridurre in brandelli un party non preparato in pochi secondi, quei momenti in cui la “vostra partita” giunge veramente al termine, quando effettivamente potete davvero sentirvi invicibili. Le Weapon non sono solo un nemico difficile da sconfiggere, sono un’emblema, un simbolo. Ognuna di queste Boss Fight, rappresenta per certi versi la summa delle capacità di personalizzazione e completismo che la serie ha da offrire. I combattimenti sono sempre serrati ma quello che viene prima è ancora meglio. Le ore passate a ricercare gli equipaggiamenti migliori, la scelta del party adatto alla battaglia, la pianificazione di ogni singola mossa: dalla gestione delle Limit Break, passando persino alla disposizione delle cure all’interno dell’inventario. Le Weapon hanno saputo risvegliare nell’animo dei videogiocatori una dedizione e un’attenzione unica fino al momento in cui, dopo tantissime ore di ricerca della perfezione, si scopre addirittura che paradossalmente le Weapon non erano poi così forti. Ed allora che le ore passate a giocare (studiare per certi versi) assumono un significato diverso, si raggiunge un livello di soddisfazione e appagamento davvero unico. Non è memorabile tutto ciò?