Ci ha lasciato mercoledì, tre giorni dopo il suo settantasettesimo compleanno e dopo una lunga battaglia contro il cancro al pancreas, John Hurt, uno degli attori britannici più famosi e talentuosi.

Sebbene alcuni portali di informazione italiana diano per scontato l’ignoranza dei loro utenti, capaci di riconoscere questo grande attore, ma non di ricordarne il nome, noi di Stay Nerd abbiamo deciso di celebrarne la memoria e ripercorrerne la carriera attraverso le frasi dei personaggi che hanno avuto il suo volto.

1) “Che cos’è che fa dell’uomo un uomo? Le sue origini? Il modo d’inizio delle cose? O è qualcos’altro? Qualcosa di difficile da descrivere”

John Hurt è Trevor “Broom” Bruttenholm nel film del 2004 Hellboy, di Guillermo del Toro. Esperto del paranormale e fondatore e direttore del Bureau of Paranormal Research and Defense, lo scienziato adotterà Hellboy da piccolo, dimostrandosi per lui una vera e propria figura paterna.

2) “Oh, no! Ancora!”

In Balle Spaziali, di Mel Brooks del 1987, Hurt riprende il suo ruolo di Comandante di seconda della Nostromo, Gilbert Kane, interpretato in Alien. Anche nella parodia, però, come nell’originale, finirà con l’avere dei piccoli problemini di stomaco. Nel primo capitolo della saga che conta al momento sei film e un universo espanso decisamente importante, il personaggio interpretato da Hurt ha “l’onore” di essere il primo a venir attaccato onscreen da un facehugger.

3) “Non sono un animale! Sono un essere umano! Sono un uomo!”

L’interpretazione di John Hurt come John Merrick, l’Elephant Man dell’omonimo film del 1980 è valsa all’attore una nomination agli Oscar e ai Golden Globes, nonché la vittoria di un BAFTA come miglior attore protagonista. Ancora una volta parliamo dell’uomo e di ciò che lo rende tale, con Hurt nella parte del mostro, stavolta.

Questa citazione ha ricevuto anche una nomination durante la compilazione della lista dell’American Film Istitute “100 Years… 100 Movie Quotes”.

4) “Se esiste una speranza, questa risiede nei prolet. Se essi diventassero coscienti della loro forza, non ci sarebbe bisogno di cospirare. La storia non si interessa a loro”

John Hurt è Winston Smith, protagonista di 1984 nell’adattamento cinematografico del 1984. L’opprimente storia di un uomo schiacciato dalla società del Grande Fratello è forse la distopia più famosa di tutti i tempi, un triste specchio in cui possiamo vedere fin troppi aspetti della contemporaneità, una storia senza tempo che speriamo non diventi storia da studiare sui banchi di scuola.

5) “Fallire significa insinuare il dubbio in tutto quello in cui crediamo, in tutto quello per il quale ci siamo battuti. Il dubbio farà precipitare nuovamente questo paese nel caos e io non permetterò che ciò si ripeta”

In V per Vendetta, film tratto dalla graphic novel di Alan Moore, John Hurt interpreta proprio una figura orwelliana, vestendo i panni del leader del partito di estrema destra Fuoco Norreno, autonominatosi Alto Cancelliere. In un gioco di specchi, il suo personaggio, Adam Sutler compare per gran parte del tempo sullo schermo delle TV del paese, chiudendo il cerchio iniziato con 1984.

6) “È la bacchetta a scegliere il mago, signor Potter. Non è sempre chiaro il perché, ma credo che sia chiaro che possiamo aspettarci grandi cose da lei. Dopotutto, colui-che-non-deve-essere-nominato, ha fatto grandi cose… Terribili, certo, ma grandi!”

Il ruolo per cui tutti lo ricordano, nella sua sterminata carriera, è quello di Garrick Ollivander, storico proprietario del negozio di bacchette di Diagon Alley. Proprio il vecchio commerciante è il primo a parlare a Harry di Voldemort, a causa del curioso caso che sembra legare la bacchetta del ragazzo a quella dell’oscuro signore: il cuore di entrambe le bacchette proviene dallo stesso esemplare di fenice che ha fornito solo due piume, quella della bacchetta di Harry e quella della gemella che gli ha inflitto la cicatrice a forma di fulmine. Nonostante il personaggio di Ollivander sia presente in quasi tutti i libri della saga, Hurt ha dovuto aspettare le due parti de I doni della morte per riprendere il suo ruolo, chiudendo ciò che era iniziato, otto film prima.

7) “Quanto della vita umana resta sprecato nell’attesa”

Una piccola e amara verità da un film insospettabile: Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, di Steven Spielberg, del 2008.

John Hurt è Harold Oxley, un professore scomparso durante una missione in Perù alla ricerca del teschio di cristallo di Akakor. Quando Indy trova il vecchio amico, questi sembra definitivamente impazzito, ma intanto la frase sopra citata resta forse la più saggia dell’intero film.

8) “Nessuno di noi può scegliere il proprio destino, Merlino,  e a nessuno di noi è permesso sfuggirgli”

Come doppiatore, John Hurt ha prestato la sua voce a molti personaggi, tra cui al villain del classico Disney più bistrattato di sempre, Taron e la pentola magica, ma in questo caso a discettare di destino e destini è il Drago della serie BBC Merlin.
Imprigionato dal re Uther Pendragon nei sotterranei di Camelot, la creatura fantastica sarà di grande aiuto al giovane mago nei suoi primi passi a corte, guidandolo attraverso la leggenda.

9) “I grandi uomini vengono forgiati nel fuoco. E gli uomini meno importanti hanno il privilegio di mantenere viva la fiamma”

John Hurt ha avuto un ruolo importantissimo in Doctor Who, quello di legare la vecchia e la nuova serie, in occasione dello special  The Day of the Doctor andato in onda in contemporanea in 94 paesi, il 23 novembre 2013, per celebrare i 50 anni della serie. Hurt interpreta il War Doctor, una rigenerazione mai nominata prima perché – tecnicamente – in quel periodo il Dottore aveva rinunciato al suo nome. Il War Doctor è la versione più umana del Dottore, tormentato da una decisione impossibile, messo di fronte alla sua sconfitta e al disprezzo delle sue future incarnazioni. Nonostante questo personaggio appaia complessivamente in poco più che un solo episodio, resterà per sempre nei cuori di tutti i fan.

10) “Tutti noi stiamo andando incontro alla morte. Non importa a quali grandi, intellettuali conclusioni arriveremo durante la nostra vita, sappiamo che sono solo pensieri creati dall’uomo, come Dio. Inizio a domandarmi dove possano portare, cosa possiamo fare, a parte fare quello che possiamo al meglio delle nostre possibilità. Come diceva Beckett, morire non è abbastanza, uno deve anche essere dimenticato”

E noi siamo sicuri che John Hurt non ha niente di cui preoccuparsi, e che resterà a lungo nei nostri cuori.

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.