Disponibile da oggi su Steam il videogioco A Painter’s Tale, avventura narrativa sviluppata da Monkeys Tales Studio in collaborazione con IVIPRO

La storia del borgo altoatesino di Curon, sommerso dalle acque del lago di Resia nell’estate 1950, è stata raccontata dal videogioco A Painter’s Tale, un’avventura narrativa disponibile su Steam da oggi.

Il campanile che ancora oggi emerge dal lago è l’ultima testimonianza dell’antico borgo di Curon, sommerso dalle acque del bacino artificiale di Resia nell’estate 1950.
A Painter’s Tale: Curon 1950, disponibile da oggi in italiano, tedesco e inglese per PC e Mac – racconta di un pittore che, in visita all’attuale Curon Venosta, viene trascinato nelle profondità del lago da una misteriosa figura femminile e si risveglia nel passato, nell’antico borgo, così come si presentava prima che venisse inghiottito dalle acque.

Alla dimensione storica si affiancano elementi e personaggi immaginari. A Painter’s Tale: Curon, 1950 è un videogame sul tema della memoria, una breve avventura a carattere narrativo che mescola realtà e finzione per divulgare la storia del paese tramite la dimensione interattiva.

L’antico borgo di Curon e i suoi edifici sono stati ricostruiti con la tecnica voxel a partire sia da documentazione fotografica d’epoca, sia dal modellino oggi custodito al Museo Alta Val Venosta. Lungo l’avventura è possibile sbloccare e collezionare schede e bozzetti dedicati al passato di Curon e alle tradizioni dell’Alto Adige.

Ad accompagnare questo viaggio tra fiction e realtà, dipinti a olio realizzati appositamente per il videogame e inseriti all’interno della trasposizione digitale del borgo. Pittura su tela ma anche su legno, elemento cardine – quest’ultimo – della quotidianità e della cultura altoatesina.

painter's tale curon disponibile

A Painter’s Tale è una storia di incontro e scontro tra culture, quella italiana e quella tedesca: “Abbiamo voluto restituire questa tensione anche a livello estetico e mediale, inserendo nel mondo di gioco dipinti e bozzetti realizzati su carta, tele e tavole di legno: alla pulizia del digitale si contrappongono i grumi dell’olio, la matericità della tela e le sbavature del carboncino. L’uso del voxel nei personaggi e le scalettature dell’ambiente digitale si contrappongono poi alle rappresentazioni contenute in quadri e disegni: nell’ottica di giocatori e giocatrici, queste immagini risultano più realistiche del mondo di gioco stesso. Dove sta il giusto? Dov’è la verità? In fondo, è sempre una questione di punti di vista”.

A supportare il videogioco l’Associazione IVIPRO, coinvolta da vicino in tutte le fasi di progettazione, ricerca e dialogo con le istituzioni. L’obiettivo? Veicolare una conoscenza più approfondita e varia dell’Italia; proporre itinerari narrativi che scavino in profondità nella sfaccettata ricchezza della penisola, per dare sempre più spazio a territori videoludicamente meno battuti.

Il rapporto con il territorio proseguirà anche dopo la pubblicazione: una parte del ricavato delle vendite sarà infatti donata dal team di sviluppo al Museo Alta Val Venosta, per contribuire alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell’area.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.