Netflix non è più quella di una volta secondo l’autore di Bojack Horseman

Come saprete è attualmente in corso l’ultima stagione di Bojack Horseman su Netflix, con la prima tranche da 8 episodi già disponibili e la seconda parte che arriverà il 31 Gennaio 2020.

Ma la decisione di chiudere lo show è stata interamente di Netflix, come confermato nel corso del tempo dallo stesso autore, Raphael Bob-Waksberg, e da Aaron Paul, uno dei doppiatori principali della serie.

Qualche mese fa l’azienda aveva chiuso anche un altro prodotto dello stesso autore, la serie animata Tuca & Bertie, dopo solo una stagione. Proprio le due cancellazioni devono aver anche solo in parte deluso l’autore, che ha parlato delle differenze con la Netflix della prima ora e quella di adesso.

bojack horseman netflix

In passato infatti, stando alle sue parole, la celebre piattaforma streaming dava più tempo ai propri prodotti per crearsi un pubblico ed essere apprezzata, cosa che non sembra avvenire più adesso.

“Quando abbiamo iniziato Bojack era assodato che il modello di Netflix era quello di dare tempo allo show di crearsi una propria audience, e mi ricordo che mi dissero “Ci aspettiamo che il giorno più grande della stagione 1 di Bojack sarà quando lanceremo la seconda stagione”. Non avevamo neanche un accordo per la seconda stagione, ma l’avevamo già capito, dato che queste cose hanno bisogno di tempo. Penso sia un peccato che si siano allontanati da quel modello”.

Tornando sulla chiusura di Bojack Horseman, Bob-Waksberg ha detto: “Pensavo che saremmo andati avanti un altro paio di anni, ma sapete com’è. Sono affari. Devono fare quello che è meglio per loro, e sei anni sono un tempo ragionevole per una serie TV. Francamente sono stupito che siamo arrivati a questo punto, per cui non mi posso lamentare. Anzi, credo che se fossimo andati in onda su un altro network, o addirittura sulla Netflix di un altro periodo rispetto a quando abbiamo iniziato, non so se avremmo ottenuto una seconda stagione”.

Che ne pensate delle sue parole?

(Fonte: Comic Book)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.