Erik Kripke parla dei film Marvel e del loro effetto su The Boys

Con la seconda stagione di The Boys ormai agli archivi Erik Kripke ha iniziato a rilasciare alcune interviste al riguardo, parlando anche di Marvel.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare lo showrunner ha confessato di non provare avversione per i cinecomic. Anzi, si è detto un loro fan. “Apprezzo davvero lo humor con cui sono scritte alcune di queste pellicole. Si dimostrano salaci, leggere e mai noiose, uno stile che amo. Non ho alcun problema con i film in sé, anche se è vero che ne sono prodotti troppi”.

Kripke ha poi continuato spiegando quale sia il difetto maggiore dei cinecomic: instillare nelle generazioni l’idea che debba arrivare qualcuno a salvarli. “Penso sia per questo motivo che si finisce per trovare risposte in populisti come Trump, perché certe persone sostengono di poter salvare tutti. Il mio modesto contributo è dire agli spettatori che nessuno verrà a salvarti. Che si deve tenere unita la propria famiglia per poi salvarsi da soli”.

boys kripke marvel

Proprio nella seconda stagione Kripke ha lasciato ampio spazio a una parodia del Marvel Cinematic Universe. In particolare è tornato spesso su un concetto “the girls get it done“, nato come presa in giro a una scena di Avengers: Endgame.

Ricorderete tutti il momento in cui le eroine Marvel si schierano a difesa del Guanto dell’Infinito. Quella scena fu vissuta con particolare fastidio dalla produttrice esecutiva Rebecca Sonneshine, la quale si lamentò proprio con Kripke della sua esecuzione maldestra.

“Ho visto quella scena e ho pensato che fosse stupida e macchinosa” ha detto Kripke. “Rebecca era d’accordo con me. “Non farmene parlare” ha detto”. Era nata così l’idea di parodiare quel momento all’interno della serie televisiva. Un modo come un altro per prendere le distanze e mettere alla berlina quanto di sbagliato ci sia nel MCU.

(fonte: TheHollywoodReporter.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.