Gli sceneggiatori di Cobra Kai svelano i retroscena sulla scelta del nome di un nuovo dojo

Se avete seguito la terza stagione di Cobra Kai lo saprete: c’è un nuovo dojo in città. L’ultima tornata di episodi ha mostrato alcuni cambiamenti significativi nell’economia dello show, di cui gli sceneggiatori hanno voluto parlare nel corso di un’intervista a Entertaiment Weekly.

Ovviamente, per poter parlare dell’argomento, dovremo fare SPOILER e rivelare il nome e la storia di questa nuova scuola di karate. Se non volete anticipazioni siete pregati di non proseguire la lettura oltre l’immagine sottostante.

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Come ricorderete nel finale della seconda stagione Johnny Lawrence viene escluso dalla guida del Cobra Kai. Il sensei, dopo l’incidente di Miguel, si trova costretto a fondare un altro dojo per poter insegnare, raccogliendo attorno a sé molti degli scontenti fuoriusciti dal nuovo Cobra Kai di John Kreese.

Questo prenderà l’insolito nome di Eagle Fang Karate. Al riguardo Jon Hurwitz ha affermato quanto segue.

“Sin da quando abbiamo iniziato a scrivere la terza stagione una delle più grandi gioie che abbiamo avuto tutti è stata sapere che Johnny avrebbe avviato il suo dojo e capire esattamente come sarebbe stato chiamato. Si è parlato molto di animali diversi, perché non è esattamente un creativo. Abbiamo parlato di aquile, abbiamo parlato di leoni, diversi animali forti, virili e mascolini, tipici del suo modo di pensare”.

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“Abbiamo riflettutto sul suo pensiero anni ’80 e sull’aquila nel muro del suo appartamento. È cresciuto con quella mentalità quella vecchia scuola, una mentalità americana degli anni ’80. Quindi sentiva l’aquila forte e adatta allo scopo. “Fang” è semplicemente coerente con la sua ignoranza. Pensa che suoni tosto. Eagle Fang Karate è tosto. Suona bene e non sentirà ragioni se qualcuno lo correggerà sul fatto che le aquile non hanno zanne. Userà le sue metafore invente sul karate per giustificare la cosa, per quanto siano fuorvianti”.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.