Il Click baiting è una brutta cosa

click baitingCirca un mese fa ho dedicato il mio editoriale (lo potete leggere qui) in favore di un tipo di pubblicità che, seppur non sia ingannevole, viene spesso mal digerita dall’utente. Oggi, e non vorrei sembrare contraddittorio, voglio spendere due parole nei confronti di una pratica di advertising che trovo sia un cancro per tutto ciò che concerne l’utilizzo di internet oggigiorno. Sto parlano del click baiting, ovvero del “catturare” l’utenza in un turbinio di link inutili e fastidiosi ma  che – ahinoi – riescono sempre a trovare spazio nelle nostre bacheche o in quelle altrui. Cos’è il click baiting? Click baiting è un modo di presentare un determinato contenuto, in cui l’anteprima al contenuto stesso, fa da esca affinché l’utente finisca effettivamente per visionare quel link. Detto così, non sembrerebbe nulla di male. A conti fatti riuscire ad attirare l’attenzione dell’utente è la prima regola da seguire per stabilire una filosofia editoriale adeguata, e allora perché il click baiting è la rovina del web?
La metodica sfrutta dei meccanismi semplici ed efficaci, e riesce – soprattutto in prima istanza – a catturare l’utente ignaro attraverso una serie di espedienti davvero fastidiosi. Prima di tutto l’intestazione della pagina tende ad ingrandire ciò che realmente contiene con frasi come: “INCREDIBILE! GUARDATE COSA STA SUCCEDENDO”, questa breve presentazione suscita immediatamente curiosità, tuttavia cliccando e leggendo articoli del genere si finisce per ridimensionare immediatamente le nostre aspettative a riguardo.

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Un po’ come quando una persona che non conosciamo molto bene, vanta imprese storiche e traguardi inimmaginabili. E’ la stessa arrogante spavalderia non supportata da nulla. Perché appunto, qualunque INCREDIBILE VIDEO, una volta visionato ci regala qualcosa di sostanzialmente banale ed inutile. Direte voi, ma la gente è così stupida da cascarci? A volte sì! Tuttavia il click baiting è una pratica che è andata raffinandosi col tempo (questo bisogna riconoscerglielo), di fatto quando non basta la tagline ci pensano immagini e video ad adescare potenziali clicker (e no, non sto parlando dei mostri di The Last of Us), grazie alla scelta di contenuti multimediali capaci di attirare l’attenzione il click baiting diventa sempre più subdolo e scorretto. Vi faccio un esempio: c’è un articolo in cui “INCREDIBILMENTE” una star si ritrova in una situazione assurda, e come immagine d’anteprima di questo contenuto c’è la sudetta star in atteggiamento provocate, o poco vestita e via dicendo. Sfruttando il fattore gossip, il fattore gnocca (che funziona sempre, per questo abbiamo scelto un corpo femminile per presentare questo articolo, che monellacci siamo!) il contenuto diventa quasi virale, assicurandosi l’attenzione dei più. Che poi il link in questione non contenga altro se non una subrette con delle calze scucite è un altro fatto. Certo, per voi che leggete Stay Nerd, non può fregarvene di meno delle mutandine di Shakira, però vi assicuro che di gente disperata e incapace di navigare sul web c’è ne tanta.

Ma dove volete andare con questo marketing da due soldi?

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Ultima, ma non ultima, miracolosa apparizione di Steve Jobs vivo e vegeto.

Riassumendo, il click baiting sfrutta immagini e intestazioni capaci di attirare l’attenzione, ingigantendo il contenuto e presentandolo come un evento rivoluzionario da non perdere. Tutto qui? Se fosse solo questo, ci ritroveremo a guardare link con tette ovunque (ah il dio della pubblicità, quanto deve alle tette) e invece il fenomeno si insinua tristemente anche dove non dovrebbe. Mi spiego meglio, i casi descritti fino a questo momento, si riferiscono ad una particolare categoria di siti, in genere si tratta di aggregatori di contenuti “idioti”, riproposti – o meglio rivenduti – in modo tale da assicurarsi un gran numero di click, stiamo parlando di video semi hot, di immagini simpatiche prese via web e così via; insomma nulla di particolarmente impegnativo o serio. Se, invece, vi dicessi che anche portali di stampo nazionale fanno praticamente la stessa cosa? Se è vero che su un qualsiasi quotidiano online difficilmente trovate un bel culo come anteprima di una giornata di incontri politici (anche se di facce di culo in quel caso ce ne sono parecchie) è anche tristemente vero che, almeno per quanto riguarda la compagini online, anche siti blasonati, affidabili e che dovrebbero avere un certo contegno si affidano al click baiting per accaparrarsi qualche visita extra. Funziona più o meno così, si sceglie un argomento “hot”, come può essere un determinato dibattito politico, una nuova miracolosa cura, un nuovo vaccino o il comportamento scellerato di una personalità di spicco e così via.

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Scelto l’argomento e la relativa notizia, la si “travisa” quel tanto che basta per renderla più cliccabile. Se ad esempio un ricercatore trova una molecola che può combattere il cancro, il titolo dell’articolo sarà “Cancro finalmente curabile!”, andando poi a leggere l’articolo scopriamo che siamo stati raggirati e la notizia non era così “grossa” come sembrava.  Il web è ormai pieno zeppo di questi contenuti, se pensate a siti come Lercio che di questa particolare tipologia di contenuti ne ha fatto una parodia di successo (e che di fatto si basa sugli stessi meccanismi). Come vedete non ho citato direttamente le pagine coinvolte, non sono qui per spalare merda sugl’altri, volevo solo condividere un pensiero onesto su qualcosa che trovo estremamente irritante. Il web sta diventando sempre più un luogo dove utenti poco esperti diventano carne da macello, da sfruttare per aumentare le statistiche e le pageviews; non che si voglia fare una battaglia per un utilizzo consapevole di Internet, ci mancherebbe, tuttavia trovo che ormai sia quasi impossibile distinguere siti che hanno una realtà editoriale genuina da quelli che sono “venduti” a strategie di mercato squallide ed inutili. Affido al lettore quanto scritto sopra per fare una controllatina ai propri feed e alle pagine che segue e, nel caso ci fossero casi di click baiting, un bel Non Mi piace più è proprio quello che ci vuole. Di certo non soffriremo la mancanza di incredibili video in cui succedono cose altrettanto incredibili… o no?