Yamato, il personaggio che istigò polemiche sin dalla sua apparizione

gender bagno yamato

inalmente – e lo dico con tutto il cuore: finalmente – la saga di Wano sembra essere giunta al termine. Cosa succederà adesso? Non ne abbiamo idea, visto che il buon Oda si è preso un mese di hiatus. Per riposarsi, direte voi, buon per lui! Macché, ci mancherebbe. Per prepararsi alla saga finale, ovvio! Grazie mille del cliffhanger, sensei, ne sentivamo proprio il bisogno. Ma cosa sta facendo infuocare la community in questi giorni? Per l’ennesima volta i fan di One Piece sono tremendamente interessati al contenuto dell’intimo di uno dei personaggi più chiacchierati del momento – ma, stavolta, non per i soliti motivi. Si sta ovviamente parlando di Yamato, personaggio che già al suo debutto aveva fatto molto parlare di sé – figuriamoci ora che sembra esserci suggerito come nuova aggiunta alla ciurma. Ignorando il fatto che fosse, finalmente, un personaggio di sesso femminile che “menava le mani” come Garp comanda, però, ha fatto scalpore il fatto che ci sia stato presentato come figlio maschio di Kaido. La motivazione di questa sua identità veniva inizialmente spiegata con il “voler diventare Oden” e, dal momento che era un uomo, Yamato ha deciso di cambiare la propria identità di genere per poter essere più in linea con il suo idolo.

Il fatto che Yamato possa essere transgender, quindi, sembra essere subito negato da questa dichiarazione. O meglio, “propriamente” transgender nel senso che intendiamo noi. Sta solo impersonando Oden, alla fine. Dopotutto, al contrario di Kiku – altro personaggio di Wano e rappresentante dei passi avanti compiuti da Oda nella rappresentazione dei personaggi queer in One Piece – Yamato non si presenta con un’apparenza mascolina. Non si veste con abiti o acconciature tradizionali maschili, non prende provvedimenti per nascondere il seno e, in generale, non fa nulla per nascondere il suo essere biologicamente donna. So benissimo che non per forza una persona sotto l’ombrello trans è tenuta a “passare” come il proprio genere target (che il passing venga inteso come semplice aspetto e modo di vestire o come la ben più invasiva operazione)! Contestualizzate le mie parole con Wano, una saga dove uomini e donne hanno ruoli di genere ben precisi (dopotutto è basata sul Giappone in epoca Edo), visto che One Piece non è estraneo a personaggi effemminati, drag queen e uomini in calze a rete per il gusto del fashion, tipo la ciurma di Kidd.

Il gender di Yamato: prove a sostegno di entrambe le fazioni in guerra

Il caso è chiuso dunque? Insomma. Da quando lo conosciamo, non solo Yamato si è sempre riferito a sé stesso con pronomi maschili – 僕、ぼく、boku (1° persona singolare maschile) – ma anche gli altri personaggi hanno contribuito con parole e termini maschili: 坊っちゃん, bocchan (ovvero signorino/giovane padrone), 息、むすこ、musuko (figlio maschio), etc. Questa terminologia viene usata persino da Kaido in persona e, diciamocela tutta: tra una dittatura e qualche schiavitù non sembra qualcuno a cui gliene freghi molto del “politicamente corretto”. Anche Luffy ha contribuito con la sua incapacità di ricordarsi i nomi, trasformando Yamato in Yama-o, scritto ヤマ男. L’ultimo kanji significa letteralmente “uomo”; quella “o”, quindi, è l’abbreviazione di おとこ (otoko). Luffy ha fatto una cosa molto simile con Law, trasformando il suo cognome Trafalgar in とら男, ovvero Tora-o.

Nonostante io, personalmente, mi riferisca a Yamato con pronomi maschili – sia perché è come il personaggio preferisce farsi chiamare nel canon e perché genere neutro they non esiste in italiano – è impossibile negare che ci siano prove solide anche a sostegno di chi dice che Yamato non si possa definire un uomo transgender a causa di alcune scelte di Oda nel corso di questi ultimi mesi. Nel particolare, si sta parlando della sua personale Oda box, il riquadro che l’autore di tanto in tanto usa per parlare il prima persona di qualcosa (che sia l’introduzione di un personaggio, la descrizione di un’isola, etc.). Quella di Yamato カイドウの娘, riporta inequivocabilmente il kanji 娘、むすめ, musume, quindi figlia femmina di Kaido. Tuttavia, si potrebbe fare il paragone con Kiku, che è stabilito e comprovato sia una donna transgender: quando è stato rivelato che Izou fosse suo fratello maggiore, l’Oda box di Kiku riportava il kanji di 弟、おとうと, otouto, ovvero fratello maschio minore, nonostante l’identità di genere canon di Kiku.

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Ci sono altre due istanze da prendere in considerazione. Quando Yamato ci viene presentato per la prima volta, indossa una maschera Han’nya. La suddetta maschera è un simbolo molto potente e rappresentativo del teatro tradizionale giapponese. Rappresenta nello specifico la rabbia femminile, un sentimento di gelosia così potente da trasformare una donna in un demone. Le Vivre Card, poi, sono databook di One Piece, rappresentate come delle carte che fungono da pagine informative su personaggi, abilità e altro e sono considerate canoniche. Spesso al loro interno si trovano dei mini identikit dei personaggi. Prendendo sempre in esempio Kiku, la sua pagina la descrive avente sesso biologico maschile ma identità di genere femminile – o meglio: “con l’animo/cuore” di una donna (urge ricordate che in giapponese non esiste un termine unico per descrivere il significato di transgender). La Vivre Card contenente Yamato, invece, non riporta questa aggiunta, limitandosi al suo genere biologico, che è femminile.

Oda, la teoria del giender, i bagni e il Pride

A complicare ancora di più la questione ci si è messo il capitolo 1052 con la famosa scena del bagno. Per riassumere: dopo la grande battaglia, la fazione vincitrice decide di farsi un bagno nelle onsen, larghi bagni di acqua termale in cui ci si lava in gruppo. Nami propone a Yamato di andarci insieme, ma Yamato risponde che non ci sono bagni misti. Nella scena, Yamato è affiancato da Kiku, che chiede alla navigatrice se, invece, la sua presenza l’avrebbe infastidita. Il tutto si conclude con Yamato nel bagno dei maschi e Kiku in quello delle donne, a festeggiare spensieratamente la vittoria.

Sembra quindi ormai palese che ci sia un voluto confronto tra questi due personaggi e il loro approccio alla propria identità: Yamato si sente uomo, tanto da voler condividere il bagno con loro piuttosto che con delle donne – tanto quanto la sua controparte Kiku fa l’inverso. Vediamo entrambi i personaggi felici e a proprio agio nell’ambiente che hanno scelto e, a parte per le sempreverdi sceneggiate di Brook e Sanji e la sorpresa di Mononosuke, è interessante notare le reazioni di tutti altri personaggi: assolutamente nulla. Come si risolve la questione Yamato? Ricordo ai meno navigati che “trans” è un termine ombrello, quindi le possibilità sono molteplici: uomo transgender, persona genderfluid, nonbinary, eccetera (non che io creda davvero che Oda conosca tutte queste etichette, ovviamente).

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Tuttavia, inutile dirlo: non tutti, ma molti di quelli che si strappano le vesti alla sola possibilità che Yamato possa essere transgender lo fanno per transfobia. La fanbase di One Piece è composta per la maggior parte da adolescenti maschi che sono cresciuti abituati a vedere donne trans rappresentati come uomini in calze a rete resi effemminati e mostruosi solo per far fare quattro risate, nonostante ci fossero personaggi queer di tutto rispetto anche allora, come Ivankov, Inazuma e Bon Clay. Anche quando Oda ha aggiustato il tiro, introducendo Kiku, molti hanno continuato a scherzare sul suo essere transgender e quindi una “trap”, una donna “con la sorpresa”. Insomma, un uomo che diventa una donna ha i presupposti per essere utilizzato come bersaglio di scherzi e comicità – “Ma vi immaginate quando Sanji scopre di Kiku? LOL” (commenti che ho letto personalmente, più volte) – mentre l’inverso, specialmente quando il personaggio ha connotati fisici generosi e appetibili per il pubblico target, è decisamente più strano. Forse, più che tutte le altre obiezioni, il dubbio che pesa di più è questo: davvero è concepibile che Oda, o in generale un battle-shounen edito da un’azienda giapponese, inserisca nel cast principale – cioè nella ciurma – un personaggio LGBTQ+? Non fraintendetemi: sarebbe anche ora. Ma conoscendo i giapponesi, e soprattutto le loro grandi aziende, mi viene davvero difficile pensarlo.

Ma quindi, Yamato è davvero un uomo o dice di esserlo solo perché vuole impersonare Oden? Se in futuro ci saranno cambiamenti sulla questione nulla vieta di cambiare approccio; ma per il momento, a giudicare da quello che esce dalla sua bocca, da quello che viene costantemente ripetuto dai personaggi di contorno e dalla scena del capitolo 1052, come minimo è palese che Yamato voglia essere trattato come un uomo – e non posso negare che, conoscendo Oda, un sospettino per il tempismo della trita e ritrita questione delle persone transgender e dei bagni in periodo Pride mi viene. Alla fine della fiera, se resta ancora la domanda “in quale bagno dovrebbe andare Yamato?”, direi che sia lui che Oda ci hanno dato una risposta più che sufficiente in questo capitolo.

Laura Moronato
Originaria dei colli euganei, ora divide la sua vita tra la propria terra natia e Venezia, dove studia lingua e cultura giapponese all’università di Ca’ Foscari. Venuta al mondo nell’inverno del ’97, il freddo sembra non lasciarla mai e la si può vedere spesso spuntare sotto vari strati di vestiti e coperte. Quando non è impegnata a lottare per la propria sopravvivenza tra lavoretti e una lingua che non ricambia il suo amore, il suo passatempo preferito è scoprire nuove serie tv, anime o libri da iniettarsi in endovena. È una circense ansiosa che cerca di mantenere l’equilibrio tra il divulgare le proprie passioni ad amici e conoscenti e non rompere l’anima al prossimo; ma in caso sia troppo molesta la si può facilmente zittire con articoli di cancelleria e quaderni nuovi. Recentemente sta ampliando la sua cultura nerd anche alla Corea e alla Cina.