Ufficiale: Elder Scrolls VI sarà un’esclusiva di Xbox

Brutte notizie per i fan di The Elder Scrolls in possesso di PlayStation 5: come molti immaginavano, il capitolo VI della saga di Tamriel sarà esclusiva Xbox. La notizie è arrivata nel corso di un’intervista di Phil Spencer che, parlando del futuro di Xbox, non ha potuto fare a meno di sottolineare anche il rapporto con le altre console.

“Non si tratta di punire le altre piattaforme, poiché credo, in tutta sincerità, che le piattaforme possano continuare a crescere“, ha affermato Spencer. “Ma per restare su Xbox, il mio desiderio è che la compagnia sia in grado di portare agli utenti il pacchetto completo di ciò che abbiamo. E questo è vero quando penso a Elder Scrolls VI. Sarebbe vero quando penso a uno qualsiasi dei nostri franchise“.

Da parte di Spencer sono state spese relativamente poche parole, ma pesanti come macigni per chi, in questo ultimo anno, aveva sperato di poter giocare a The Elder Scrolls su una Ps5. Nel parlare di TES come “parte dell’esperienza Xbox” e poi includerlo in maniera abbastanza netta come “uno dei nostri franchise” appare chiaro quale sia la posizione della saga videoludica di Bethesda in futuro. Giocare a The Elder Scrolls VI sarà un privilegio solo per i possessore di console Xbox.

Con buona pace di chi, fino a questo momento, aveva sperato il contrario, arrivando persino a vedere nelle parole di Pete Hines, rilasciate qualche mese fa, una sorta di scusa per il fatto di non poter rendere fruibile su più piattaforme anche il seguito di Skyrim. Non resta che attendere, a questo punto, l’arrivo del nuovo capitolo di The Elder Scrolls sulle console Microsoft. Anche se, a giudicare dalle recenti parole di Todd Howard, i tempi di attesa potrebbero essere ancora decisamente lunghi. Forse troppo lunghi.

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Elder Scrolls VI arriverà su Xbox: ma quando?

Recentemente Todd Howard ha sottolineato alcuni punti fondamentali per quanto concerne l’uscita di TES 6. Il primo, più importante, è quanto poco sia stato salutare per il gioco dover attendere così a lungo per un seguito. Da un certo punto di vista, grazie all’estrema longevità di Skyrim e al successo di TES Online, prodotto da Zenimax, l’attesa è parsa inferiore al normale. Tuttavia dieci anni, per una saga strutturata come quella di Bethesda, sono un tempo di attesa eccessivo. Basti pensare che l’attesa massima per un titolo di TES in passato fu di al massimo cinque-sei anni.

“Pianificheresti mai la stessa attesa che abbiamo avuto tra Skyrim e il suo seguito? Non posso certo dire che sia una buona cosa”, ha ammesso Howard. “Vorrei poter agitare una bacchetta magica e avere tra le mani il gioco che vogliamo realizzare […]. Ma ci sono altre cose che vogliamo fare. Ovviamente Fallout 4 è stato un enorme successo e ci abbiamo dedicato molto tempo. E volevamo portare il concetto on linea con Fallout 76″.

“Poi era nostro desiderio fare qualcosa come Starfield: volevamo creare qualcosa di differente da molto tempo e giocare in un nuovo universo. Tutto questo si sposa molto al concetto, se non ora (torno indietro nel tempo, visto che abbiamo iniziato i lavori subito dopo Fallout 4, quindi nel 2015), se non ora, quando. Ci sembrava che il ‘quando’, se non lo avessimo fatto allora, non sarebbe mai potuto esistere”.

“Ci siamo sentiti abbastanza sicuri nei confronti del franchise di The Elder Scrolls, in particolare grazie a TES Online, cosa che ci ha fatto pensare fosse il momento giusto in cui potevamo lavorare su Starfield. Ciò detto, tutto sta richiedendo più tempo di quanto vorremmo. Ma vogliamo assicurarci anche di farlo bene. Spero che Elder Scrolls 6 possa valere la pena di questo tipo di attesa. Ma anche che sia di grande impatto per quando uscirà”.

(fonte: GQ-Magazine)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.