Polemica su Hogwarts Hogwarts Legacy: il lead designer si dimette

Hogwarts Legacy è al centro di una nuova polemica: dopo le discussioni sulla presenza dei personaggi transgender nel gioco, una nuova ondata di proteste ha portato alle dimissioni del lead designer del titolo di Avalanche Software. Troy Leavitt, che ha curato fino a pochi giorni fa il nuovo gioco di Harry Potter, è finito al centro della polemica per le opinioni espresse sul suo canale YouTube.

All’interno dei suoi video esprimeva alcune posizioni contrarie al movimento MeToo, oltre a posizioni vicine a gruppi di estrema destra negli Stati Uniti. L’ondata di indignazione che si era sollevata tra gli utenti della rete non aveva portato subito a una reazione da parte dello studio e del diretto interessato. Almeno fino a oggi. Leavitt ha infatti annunciato le sue dimissioni tramite due post su Twitter.

  1. Ho deciso di separarmi da Avalanche Software. Non ho altro che cose positive da dire sul gioco, sul team di sviluppo e su WB Games.
  2. Presto pubblicherò un video di YouTube su questo sul mio canale.

Per chiarire: mi sento assolutamente al sicuro della mia posizione. Tuttavia, voglio comunque dimettermi per ragioni che spiegherò in quel video di prossima uscita. Sono di ottimo umore e molto soddisfatto del mio rapporto con WB e Avalanche”.

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Bisognerà dunque attendere la spiegazione del lead designer per capire a fondo la sua scelta di abbandonare Hogwarts Legacy e se essa abbia effettivamente a che fare con la polemica di questi giorni. Di certo, da parte di Leavitt, non sembra esserci l’intenzione di rivedere alcune delle suo posizioni più estremiste. Sarà nostra cura aggiornarvi non appena emergeranno maggiori dettagli in merito a questa vicenda.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.