Dopo venticinque anni l’Aston Martin rubata di James Bond è stata ritrovata

Tra le automobili iconiche nella storia del cinema ha senza dubbio un posto d’onore la celebre Aston Martin di James Bond. La vettura dell’agente 007, con tutti i suoi gadget speciali e le sue armi nascoste, era senza dubbio l’icona di un genere spionistico diverso, un po’ naif ma non per questo meno affascinante.

A partire dal film del 1964, Missione Goldfinger, furono utilizzate quattro differenti vetture su cui sedette Sean Connery nei panni dell’agente segreto. Uno di questi modelli, venduto all’asta nel 1987 per 275,000 $ da Anthony Pugliese III, sparì una decina di anni dopo senza lasciare traccia. L’auto, assicurata per una cifra vicina ai quattro milioni e mezzo, fu al centro di un piccolo giallo che, venticinque anni dopo, pare aver trovato una soluzione.

Ritrovata l’Aston Martin scomparsa di James Bond

Secondo gli inquirenti l’auto sarebbe finita nel giro di un gruppo di ricettatori. E forse proprio uno di loro avrebbe commesso l’errore che avrebbe permesso di ritrovare il veicolo. Il numero di identificazione dell’auto è stato infatti visto in Medio-Oriente. Questo farebbe pensare che qualche ricco magnate di quelle zone, fan di James Bond e delle belle macchine, non abbia resistito all’idea di farsi un giro sull’Aston Martin. Incurante (o inconsapevole) del fatto che l’auto fosse stata rubata.

Il cerchio si stringe, con un mistero che sembra aver trovato una soluzione. Il giallo dell’auto di James Bond aveva attirato attorno a sé alcune folli teorie. Tra queste quella che i ladri, spaventati dalle dimensioni del colpo, si sarebbero fatti prendere dal panico e avrebbero gettato nell’oceano il veicolo (speravano potesse galleggiare?). Un’altra incolpava proprio la vittima del furto. Secondo molti Pugliese non avrebbe resistito all’idea di intascare il ricco premio dell’assicurazione, facendo sparire il veicolo per rivendicarlo.

(fonte: Telegraph)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.