Videogiochi e accessibilità: ecco il parere della lead gameplay designe di The Last of Us Part 2

A pochi giorni dal rilascio ufficiale di The Last of Us Part 2 il nuovo tema riguardante il gioco è l’accessibilità del titolo. Il tutto nasce durante la lavorazione di Uncharted 4, come quello che la designer principale del gameplay Emilia Schatz descrive come “un piano molto semplice” per le funzioni di accessibilità ispirate a un giocatore in particolare.

Raccontando la sua esperienza con Uncharted 2 un utente ha raccontato di non essere stato in grado di completare il gioco a pochi passi dalla fine. In un quick time event avrebbe dovuto premere in rapida successione dei tasti, ma la cosa gli ha dato delle difficoltà. “Era stato in grado di giocare fino a quel punto e poi è stato bloccati sul finire del gioco”, spiega Schatz.

Questa testimonianza è stata tenuta a mente durante la lavorazione di The Last of Us Part 2.

The Last of Us Part 2

Già durante Uncharted 4 questa idea era presente negli sviluppatori. “In Uncharted 4 le nostre opzioni di accessibilità erano in realtà piuttosto scarse”, afferma Schatz. “Ma abbiamo ricevuto molti elogi da parte della comunità e ci siamo sentiti come se avessimo un enorme successo con una quantità molto piccola di cose che abbiamo fatto.”

Così anche per The Last of Us si è deciso di continuare. “L’accessibilità per noi riguarda la rimozione delle barriere che impediscono ai giocatori di completare un gioco”, afferma. “Non si tratta di rovinare un gioco o renderlo facile. Di cosa hanno bisogno i nostri giocatori per giocare in parità con tutti gli altri?”.

Per questo motivo il titolo comprenderà oltre sessanta opzioni di personalizzazione del gioco. Si va da cose standard, come la modifica dei comandi e del suono, a cose più complesse, come la modifica dell’IA e i supporti per utenti daltonici.

Ricordiamo che The Last of Us Part II arriverà in esclusiva su PlayStation 4 il prossimo 19 giugno.

(fonte: TheVerge.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.