Uncharted: cosa pensa il doppiatore di Sully della sua controparte nel film?

Chi ama Uncharted lo sa: Sully non perde mai occasione per parlare e dire la sua, anche quando il film è attualmente sospeso. Questa volta è stato infatti Nolan North, storico doppiatore del mentore di Nathan Drake, a dire la sua sulla pellicola di Sony e, nello specifico sull’interprete del suo personaggio.

Nel corso del broadcast Retro Play North ha svelato di non apprezzare la scelta di Walhberg, sostenendo che il personaggio di Sully non possa essere interpretato dall’attore di Boston. Ha confessato anche di non avere alcun hype verso il film con protagonista Tom Holland e di attendere maggiormente la serie tv su The Last of Us.

“Penso che fare una serie di The Last of Us sia molto meglio di qualsiasi altro film possano pensare di fare. Penso che avere il tizio che ha fatto Chernobyl alla sceneggiatura sia l’elefante nella stanza di cui tutti dovrebbero parlare. Sono più eccitato per questo show – devo essere sincero – che non per il film di Uncharted. Adoro Mark Wahlberg, ma sinceramente non riesco a vederlo come Sully. Semplicemente non lo vedo adatto a questo ruolo”.

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In passato Walhberg aveva detto la sua sulla pellicola. “È eccitante perché, senza anticipare troppo, è più una storia sulle origini. Incontriamo i personaggi, e Nathan che diventa Nathan. Sully e lui che si incontrano, tentando non solo di superarsi l’un l’altro, ma anche iniziando a fare squadra e a sviluppare un certo tipo di rapporto. Sarà molto figo. È la prima volta che sono in un film che è davvero un film. Ho sentito, quando ho letto il copione, come se stessi leggendo Indiana Jones o Il Caso Thomas Crown. Ha questi ottimi elementi di questo genere di film, e degli adventure movies, di quelli che no ho mai girato.”

(fonte: Dualshocker.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.