Perché il film di The Last of Us non fu realizzato? La spiegazione di Neil Druckmann

Neil Druckmann ha avuto modo di parlare di un vecchio progetto naufragato per The Last of Us: quello del film tratto dal videogioco di Naughty Dog. Non molti ricorderanno questo vecchio progetto, tramontato definitivamente con l’annuncio della serie tv di HBO. Nel 2014 Naughty Dog, Sony Pictures e Screen Gems annunciarono di essere al lavoro sulla trasposizione cinematografica del gioco.

Dopo due anni Druckmann aggiornò i fan, spiegando che, nonostante lo script fosse stato concluso da tempo, non c’erano novità in merito alla pellicola. Ancora nel 2018 il co-presidente di Naughty Dog si trovò a dover annunciare non solo dei ritardi, ma addirittura un certo silenzio da parte della casa di produzione al riguardo. Questo finché, a Marzo 2020, non è stato raggiunto l’accordo con HBO per la creazione della serie televisiva.

Il film di The Last of Us: le parole di Neil Druckmann

Il motivo per cui l’adattamento cinematografico non è andato in porto è dovuto a una semplice divergenza artistica: da parte dei creatori del film c’era la volontà di concentrarsi maggiormente su grandi scene d’azione. Questo andava a scapito della storia e dei personaggi, grande punto di forza della saga videoludica. “Quando ho collaborato alla stesura del film, ta maggior parte delle riflessioni si chiedeva come renderlo visivamente d’impatto. Come si poteva ingrandire quanto visto sullo schermo?”. La cosa, a lungo andare, ha portato a una frattura tra le parti.

Ovviamente Drukmann ha parlato anche della serie televisiva. “Il nostro approccio per The Last of Us è stato ‘Facciamolo come un film indipendente'”, ha rivelato Druckmann. “Affrontiamolo come un team di film indipendenti. Il modo in cui è girato, il modo in cui è piccolo e intimo. E con lo spettacolo televisivo possiamo appoggiarci ancora di più a questo perché non dobbiamo avere tante sequenze d’azione quante ne facciamo nel gioco”.

“Nel gioco ci sono alcuni meccanismi necessari per il ritmo”, ha aggiunto Druckmann. “Devi appoggiarti a quelle meccaniche, di tanto in tanto. Hai bisogno di abbastanza combattimenti. Ma puoi buttare via tutto per lo show televisivo, perché ora siamo in un mezzo diverso. E possiamo giocare con i punti di forza di questo mezzo”.

(fonte: IGN)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.