Studio Gainax e studio Khara, incubatori di alcuni degli anime più conosciuti di sempre

Due cose accomunano studio Gainax e studio Khara, al di là dell’essere studi di produzione di anime di qualità: la presenza di Hideaki Anno e l’influenza della cultura otaku che si costruì proprio negli anni della fondazione del primo studio insieme a colleghi e amici quali Shinji Higuchi, Yoshiyuki Sadamoto e Hiroyuki Yamaga. Lo studio Gainax viene fondato infatti nel 1984, mentre lo studio Khara, nato per volontà di Hideaki Anno, vede la luce nel 2006 con l’abbandono del regista, insieme ad altri collaboratori, del primo nido creativo di questi anime di successo.

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Punta al top! GunBuster

Nel 1988 lo studio Gainax produce questa serie di OAV, anime destinati alla distribuzione home video, composta da 6 episodi. Si tratta del primo anime diretto da Hideaki Anno e, come altre opere di studio Gainax e studio Khara, è di genere fantascientifico mecha: non mancano, infatti, navi spaziali, alieni, robottoni e adolescenti coinvolti in battaglie epiche, possibili grazie alla tecnologia sviluppata dall’umanità per salvarsi dalle minacce esterne. Tutto si svolge, infatti, in un futuro che ormai è il nostro passato più recente, dopo alcuni anni dai primi scontri con degli alieni simili a insetti che vogliono sterminare la razza umana. Questi mostri vengono perciò contrastati grazie ai GunBuster, robot giganti pilotati da giovani addestrati a questo scopo.

Per questa e altre somiglianze, come quelle riscontrabili tra la protagonista Noriko Takaya e Shinji Hikari, questo anime si può considerare una sorta di precursore di Neon Genesis Evangelion, il capolavoro di Anno e Studio Gainax. Vi possiamo trovare anche alcuni temi che vengono già affrontati in questa prima prova del regista: il contrasto tra vita e morte, la guerra e il conseguente senso di perdita ma anche la solitudine che specialmente una vita completamente dedicata a un solo e unico scopo può provocare.

studio gainax anime

Nadia e il mistero della pietra azzurra

Solo due anni dopo, Studio Gainax e Hideaki Anno sfornano un altro anime destinato al successo, ovvero Nadia e il mistero della pietra azzurra. L’opera ispirata dal romanzo di Jules Verne presenta l’ultimo prototipo del personaggio di Shinji Hikari nelle sembianze di Nadia, una circense in fuga da un gruppo di criminali che vuole impossessarsi della misteriosa pietra che porta con sé. Insieme a lei c’è Jean, giovane inventore, con il quale si imbarcherà sul Nautilus del Capitano Nemo.

Il mistero della pietra azzurra è un anime avventuroso nato anche grazie all’amicizia e stima tra due dei più importanti registi giapponesi contemporanei, Hideaki Anno e Hayao Miyazaki: la collaborazione avvenuta in Nausicaa della Valle del Vento, che mise in luce le qualità di Anno, fece sì che venisse affidata proprio allo studio Gainax la realizzazione dell’anime di Nadia e il resto, insomma, è storia.

Otaku no Video

Prima del più grande capolavoro di Hideaki Anno, tuttavia, lo Studio Gainax aveva continuato a produrre OVA, tra cui Otaku no Video, anime divenuto simbolo della generazione otaku di cui facevano parte gli stessi fondatori dello studio. La sua particolarità, oltre alla rappresentazione del fenomeno, sta nell’essere un’opera mista, con spezzoni di interviste a otaku reali insieme alle scene d’animazione in cui si seguono le vicende di Ken Kubo e il suo sogno di autoproclamarsi Otaking, re degli otaku.

Il prodotto finale mette in luce l’aspetto dinamico, creativo ed entusiasta degli otaku attraverso le animazioni e la storia della scalata al successo del protagonista Ken Kubo, in opposizione al lato più negativo e controverso di questo stile di vita, mostrato tramite le interviste a otaku anonimi (che pare fossero membri dello stesso studio Gainax, con interessi che andavano dagli anime agli eroge o al cosplay). L’opera in due parti è quasi un manifesto della cultura otaku di quegli anni, con tutti i suoi pro e i suoi contro, oggi decisamente sfasati soprattutto in Occidente rispetto alla visione di una volta.

Neon Genesis Evangelion

Non servirebbe menzionarlo ormai ma è comunque d’obbligo per dovere di completezza. Evangelion è l’anime di Studio Gainax per eccellenza, nel quale Hideaki Anno ha riversato sé stesso, per poi riprenderlo in mano interamente e costruire una tetralogia di film finalmente giunta a conclusione. Su Netflix sono a disposizione l’intera serie e il suo finale, The End of Evangelion, da vedere se si vogliono poi recuperare i quattro film di Rebuild of Evangelion: questi infatti contengono nuove scene, sfondi, personaggi e una narrazione delle vicende molto diversa che infatti si concluderà in modo completamente differente, offrendo un nuovo finale a una delle serie anime più famose dello studio Gainax prima e dello studio Khara poi, ma anche del mondo dell’animazione giapponese in generale.

Le situazioni di lui e lei

Vi abbiamo già parlato anche di questo opera trasposta in anime da studio Gainax. Le situazioni di lui e lei è stata sicuramente un’altra occasione per Anno per provare a esprimere attraverso la sua regia alcuni aspetti della psicologia umana e il contrasto tra comportamenti e sentimenti che caratterizza la coppia di protagonisti: Yukino Miyazawa e Soichiro Arima sono, infatti, i migliori in tutto ma entrambi in realtà nascondono le loro personalità e desideri a tutti i loro compagni. Solo quando entrambi getteranno la maschera, saranno capaci di rivelare il loro vero io ma non senza grande fatica da parte, soprattutto, di Arima che vive dissidi interiori molto profondi e radicati nel suo animo.

Purtroppo, la grande pecca di KareKano è proprio la sua realizzazione, piuttosto scadente rispetto ad altre serie anime dello studio Gainax o dello studio Khara, a causa dello scarsissimo budget che non ha permesso animazioni migliori e una maggior cura per gli sfondi e altri dettagli tecnici. Tuttavia, non potevamo non citare un anime che ha fatto storia sia tra gli shojo, sia tra le produzioni svolte dallo studio Gainax.

FLCL

Da pronunciare Fooly Cooly, questo anime invece si distingue dal precedente per le intenzioni che lo studio Gainax aveva proprio per il comparto grafico e tecnico, estremamente curato e con animazioni al top che danno un netto contrasto con le assurdità che caratterizzano FLCL.

Questa miniserie di 6 episodi quasi non ha una trama, tanto fa affidamento sul nonsense e su un mix di generi: mecha, fantascienza, commedia, shonen d’azione vanno a descrivere un’adolescenza sgangherata, in mezzo a robot e macchine che escono direttamente dalla testa del protagonista Naota, seguito dall’esuberante e incontrollabile Haruko, una ragazza molto interessata a questa sua capacità.

Abenobashi

Ecco un altro anime iconico di Studio Gainax, nel quale magia, videogames e comicità demenziale si fondono per dare vita al quartiere di Abenobashi. In questa zona di Osaka stanno pian piano sparendo i negozietti tipici dell’area e anche la famiglia di Arumi, una dei due protagonisti, decide di andarsene e trasferirsi in Hokkaido. Tuttavia, di lì a poco, la ragazzina e il suo amico Sashi si ritroveranno inspiegabilmente in un universo parallelo in cui il quartiere ha un aspetto completamente diverso, molto più divertente e caotico delle strade commerciali che hanno abbandonato.

Abenobashi, dunque, è un’avventura attraverso un mondo conosciuto (il quartiere dove i protagonisti hanno sempre vissuto) e al contempo sconosciuto (le diverse varianti di Abenobashi esplorate dai ragazzini), capace di stupire e di affascinare anche chi ormai non è più bambino grazie ai numerosi richiami al mondo videoludico, senza però dimenticare temi profondi, come quello dell’infanzia che è destinata prima o poi a finire da un punto di vista fisico ma che è possibile esperire anche da adulti, così come fanno gli spettatori quando seguono Sashi e Arumi attraverso le vie di Abenobashi.

Sfondamento dei cieli – Gurren Lagann

Gurren Lagann è l’ennesimo must-watch di studio Gainax per tutti i fan degli anime là fuori. Tra citazionismo e omaggi al genere mecha in modo irriverente e la crescita del protagonista, è un’opera immancabile se si vuole approfondire la conoscenza di questo studio di animazione.

A causa dei numerosi terremoti che si verificano sul pianeta, l’umanità è costretta a vivere in villaggi scavati sottoterra. In uno di questi vive e lavora come scavatore Simon, che insieme al suo amico Kamina si trova, un giorno, di fronte a un robot gigante, un Ganmen, che sfonda il soffitto e comincia a distruggere ogni cosa. In questo momento, entra in scena anche la famosa Yoko Littner, oggetto di fanservice e con qualche tendenza tsundere, che però sarà di grande aiuto ai ragazzi con cui si imbarcherà nella ricerca dei nemici che pilotano i robot come quello che ha attaccato il villaggio.

Me!Me!Me! – Japan Animator Expo

Per concludere, anche se ci sarebbero altri anime di studio Gainax meritevoli di essere citati (come Panty & Stocking o Medaka Box) volevamo dare spazio al music video in stile anime realizzato dallo studio Khara (che principalmente si occupa della tetralogia di film di Evangelion) per la canzone Me!Me!Me! di TeddyLoid ft. daoko, presentato all’interno della serie settimanale Japan Animator Expo: i corti anime di questo progetto del 2014-2015 sono il risultato di una collaborazione tra lo studio Khara e la compagnia di telecomunicazioni Dwango, con il logo del titolo realizzato dall’amico Hayao Miyazaki.

La canzone e il relativo video animato hanno ricevuto varie interpretazioni dagli utenti, quasi tutte concordi nel riscontrare la tematica della dipendenza e le conseguenze che può provocare, qualsiasi forma essa abbia. Il video è a dir poco psichedelico e non manca, anche in questa occasione, una comparsata di altre ragazze degli anime di Studio Gainax e studio Khara, tra cui Misato, Asuka e Rei di Evangelion.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.