My Hero One’s Justice 2 riprende le vicende della quarta stagione di My Hero Academia, coprendone solo una parte ma rivelandosi comunque un picchiaduro piacevole e accessibile. 

Se dovessimo individuare lo Shōnen del momento sarebbe difficile fare nomi diversi rispetto a My Hero Academia. Il perché non è da individuare soltanto nel momento storico in cui i supereroi vanno forte, ma anche nell’ottima narrazione costruita Kōhei Horikoshi, in grado di amalgamare benissimo momenti di leggerezza con scene più crude, il tutto unito a un vastissimo cast di personaggi veramente ben tratteggiati.

La struttura stessa dello Shōnen in generale ben si presta alla realizzazione di videogiochi, soprattutto di picchiaduro e arena fighters, e infatti negli anni abbiamo visto giochi di questo tipo dedicati a qualsiasi serie del genere. Gli esempi più noti sono certamente legati a Dragon Ball, a cui son stati dedicati una serie infinita di videogiochi, e a Naruto, di cui la serie di videogiochi principale Naruto Ultimate Ninja Storm e certamente il miglior esempio di questo tipo di tie-in.

My Hero One’s Justice 2 arriva a ridosso della conclusione della quarta stagione dell’anime come continuazione del primo gioco, uscito circa un annetto fa, da cui ricava integralmente le fondamenta e a cui aggiunge una nuova storyline e nuovi personaggi.

Si tratta, come tutti i prodotti di questo tipo, di un gioco rivolto solo e soltanto alla fanbase dell’anime, e in quest’ottica va analizzato. Volerlo mettere a paragone con picchiaduro più tecnici, come uno Street Fighter V o un Guilty Gear Xrd sarebbe ingiusto, e non c’entrerebbe il punto. Le meccaniche sono più semplici dei giochi citati, ma non per questo brainless, richiedendo una discreta quantità di studio dei personaggi per essere assimilate appieno. In cambio di questa maggior immediatezza avremo battaglie molto molto scenografiche e una dose di fanservice piuttosto ampia.

my hero one justice 2

Vediamo innanzitutto la modalità storia, con l’avvertimento che ci saranno spoiler relativi alla quarta stagione di My Hero Academia.

Il gioco inizia esattamente dove inizia la quarta stagione: All Might ha perso la capacità di utilizzare i suoi poteri dopo lo scontro con All for one, e alcuni dei giovani eroi della Yuei sono stati inviati a svolgere il tirocinio presso delle agenzie professionistiche. Sullo sfondo un nuovo villain legato alla yakuza sta iniziando a muoversi, cercando l’accordo con Shigaraki e l’Unione dei villain. L’incontro tra Midoriya e Chisaki, il suddetto yakuza, metterà in moto gli eventi che condurranno allo scontro tra i due.

My Hero One’s Justice 2 racconta esattamente questa frazione dell’ultima season, escludendo tutto quello che avviene successivamente al combattimento con Chisaki. Il racconto è separato in due parti, una riguardante gli eroi e l’altra riguardante la fazione dei villain, e si concretizza in una serie di combattimenti inframezzati da parti narrative raccontate utilizzando fotogrammi della serie tv. Non c’è quindi una struttura aperta e giocosa come avveniva ad esempio negli Ultimate Ninja Storm, ma solo una serie di scontri utili a iniziare a prendere dimestichezza con i personaggi che poi avremo a disposizione una volta andati online a combattere, nella modalità più importante del gioco, ovvero gli scontri con altri giocatori.

my hero one justice 2

Sempre in tema single player troviamo poi una modalità strutturata a missioni, durante la quale dovremo “gestire” la nostra agenzia di eroi, reclutando personaggi tra quelli del roster e utilizzandoli per vincere una serie di combattimenti con delle ricompense. Piacevole per passare il tempo, ma chiaramente un riempitivo per chi ha concluso la storia e ancora non vuole lanciarsi negli scontri con altri giocatori.

Tutto questo è quindi solo l’antipasto di quello che è il vero core del gioco, ovvero i combattimenti. My Hero One’s Justice 2 ha un roster composto da circa 40 lottatori, praticamente tutti i personaggi importanti che appaiono nella quarta stagione.

I combattimenti avvengono in arene tridimensionali in cui è possibile muoversi liberamente e dove saremo chiamati a schierare un personaggio più due di supporto, richiamabili una volta caricate le apposite barre.

Il tasto di attacco è uno solo, mentre due sono i tasti dedicati ai quirk. Ognuno di questi ha la possibilità di attivare un secondo attacco se premuto in contemporanea a un movimento dello stick analogico, così da restituire nel caso dei quirk un ulteriore attacco speciale, e nel caso dell’attacco base un colpo in grado di passare attraverso a quelli degli avversari senza interrompere l’animazione. Attraverso la pressione contemporanea del tasto di parata e dell’attacco base è invece possibile mettere a segno un attacco non parabile, o le due super di diversa potenza se assieme alla parata si usa un quirk.

Agli attacchi si somma poi il tasto di salto e il tasto per effettuare il dash, utile come cancel durante una combo.

Non ci sono combinazioni complesse da imparare con arditi movimenti di stick, e tutte le possibilità riguardano le interazioni tra queste tipologie di attacco. Se può sembrare semplice vi basta andare online e realizzare come alcuni giocatori riescano a non farvi assolutamente capire cosa succedendo a ritmo di schiaffi volanti.

Ovviamente, come già accennato, il gioco è molto più accessibile rispetto ai picchiaduro tradizionali, ed è così possibile divertirsi e riuscire a concludere qualcosa dall’inizio, senza la necessità di studiare per giorni per iniziare a giocare. L’essere approcciabile però non significa però che My Hero One’s Justice 2 manchi totalmente di profondità, e come detto per raggiungere livelli alti sarà necessario impegnarsi nella modalità allenamento, utile a studiare le diverse interazione tra le serie di comandi. In tal senso, anche Kill La Kill IF era un ottimo prodotto che ibridava l’immediatezza di un anime fighter a qualcosa di leggermente più strutturato.

Il roster è piuttosto variegato e bilanciato, con combattenti più rapidi e inclini al corpo a corpo, come Midoriya o Lemillion, e altri che invece vanno giocati dalla distanza come Chisaki. I diversi personaggi hanno caratteristiche peculiari aderenti alle loro controparti nel manga / anime, anche nei quirk più difficili da replicare come quello di Himiko Toga che obbliga a prelevare il sangue dell’avversario per poi potersi trasformare, o quello di Ochaco Uraraka, che deve prima “raccogliere” i massi da lanciare.

Passiamo ora alla questione meno piacevole riguardante questo My Hero One’s Justice 2: il framerate. La versione da noi provata è stata quella per Nintendo Switch, e la situazione performance è un po’ altalenante. Il gioco funziona mediamente piuttosto bene, con perdite di fotogrammi modeste (il gioco gira comunque a 30fps) e non eccessivamente fastidiose in modalità single player, comportandosi meglio in versione portatile che collegando Switch alla TV.

Le performance dipendono molto dai giocatori in campo e quindi dai poteri che devono essere messi in scena, risentendo anche dalle mappe distruttibili, il cui sgretolamento fa a volte crollare il framerate anche sotto limiti accettabili. La situazione online è però anche peggiore, e nonostante la buona connessione con cui il gioco è stato testato (100Mbit, 10ms di ping) in tantissimi casi ci siamo trovati di fronte a condizioni che rendevano impossibile giocare per colpa delle perfomance. Questo nonostante il gioco sia piuttosto rapido a trovare avversari, e riesca sempre a farci scontrare con avversari con le nostre stesse capacità.

A margine di questi problemi che speriamo vengano risolti attraverso della patch, il gioco è estremamente gradevole da vedere, con ottimi modelli dei personaggi che riescono quasi ad avvicinarsi alla bellezza di quelli dell’ultimo Ultimate Ninja Storm 4 e ambienti estremamente distruttibili, seppur poveri di dettagli.

Problemi tecnici a parte il gioco è fantastico su Switch, e la portabilità gli dona una marcia in più trattandosi di un picchiaduro che non ha bisogno di chissà quale precisione nei comandi né che guarda a una scena competitiva seria e professionale, funzionando benissimo anche solo come passatempo con cui investire qualche minuto durante un viaggio in autobus.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.