Neon Genesis Evangelion Anima arriva in Italia grazie a Planet Manga. E, se vi piace Evangelion, dovreste assolutamente dargli una chance. 

Approcciarsi a Neon Genesis Evangelion Anima non è stato semplicissimo, per via delle tante domande e dubbi che mi frullavano in testa prima di iniziare il volume. Come si fa a rendere in forma di light novel un anime dove c’è (anche) molta azione con mecha che si picchiano? Come si può descrivere con le sole parole il rinnovato design degli Evangelion? Sarà facile immaginare tutto quello che è cambiato, i corpi dei personaggi e dei mecha, le futuristiche architetture di Neo-Tokyo 3, dopo avere ben chiaro in testa come queste erano rappresentate visivamente?

evangelion anima recensione

Bisogna poi sommare il fatto che le light novel – romanzi che di norma vengono pubblicati a episodi – sono una forma di letteratura che solo da poco si sta diffondendo in Italia, grazie a case editrici come Planet Manga che stanno finalmente portando anche da noi questo tipo di pubblicazione. Insomma, il pregiudizio credo sia comprensibile, anche perché alla guida di Neon Genesis Evangelion Anima c’è il mecha designer della serie originale, non Hideaki Anno.

Eppure la storia, come raccontato nella postfazione dallo stesso Ikuto Yamashita, è di quelle romantiche e improbabili. Durante la realizzazione di You are (not) alone, Anno ha chiesto a Yamashita se volesse sviluppare una storia alternativa, un sequel che parte da un what if, di Neon Genesis Evangelion. L’autore ha quindi iniziato a buttare giù idee, racconta, assieme al suo ex-editor Kashihara, per finire a partecipare anche alla scrittura assieme a Takuma Kageyama, che doveva inizialmente scrivere la storia.

Insomma, diverse mani hanno realizzato questo what if che alla fine sarà composto da 5 volumi (il secondo previsto per gennaio). Si tratta di un albo di circa 200 pagine di testo, a cui si aggiungono diverse pagine in apertura di illustrazioni a colori e diverse in chiusura di bozzetti in bianco e nero e spiegazione delle suddette illustrazioni e bozzetti.

La storia invece parte da questo presupposto: cosa sarebbe successo se, nelle battute finali di The end of Evangelion, al centro dell’Albero della vita che compare in cielo circondato dagli Eva prodotti in serie, ci fosse stata l’Unità 02 al posto della 01, e se Shinji fosse riuscito ad intervenire salvando la situazione e impedendo la realizzazione del Progetto per il perfezionamento dell’uomo?

La storia inizia tre anni dopo questo finale alternativo. La Nerv Japan è ora sotto il controllo di Misato, Rei ha tre cloni chiamati Quatre, Cinq e Six che fluttuano nello spazio dentro nuove unità sperimentali alimentate da motori S² e gli angeli/apostoli non si vedono da un po’ di tempo. I Children sono cresciuti, Shinji e Asuka hanno sempre le stesse mansioni come piloti Eva, che a loro volta sono cresciuti e cambiati con loro. L’Evangelion di Asuka, ad esempio, ha sviluppato un corpo più simile a quello della sua pilota.

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Gli eventi precipiteranno quando uno degli Eva prodotti in serie tornerà ad attaccare il quartier generale della Nerv, portando dentro di sé Sachiel, il primo angelo. Da questa crisi in poi si andrà a costruire uno scenario alternativo estremamente interessante e denso di novità.

Quello che più colpisce di Neon Genesis Evangelion Anima è la capacità di partire da un finale alternativo per andare a modificare e sviluppare un’enormità di elementi, in grado di aprirsi a un’evoluzione potenzialmente estesissima, lontana da quello che ci si immaginerebbe approcciandosi al volume. Il respiro, la portata degli eventi di Anima è decisamente maggiore rispetto a quello che abbiamo apprezzato nella serie principale, fondamentalmente circoscritta a pochi personaggi e a poche organizzazioni. Avanzando nella lettura nulla ha il sapore del già visto, ma anzi tutto sembra nuovo e genuinamente in grado di sorprendere il lettore.

La capacità di staccarsi dall’opera originale per avere una sua identità non significa però un tradimento totale dell’idea originale di Neon Genesis Evangelion. Troviamo sempre quei tre elementi canonici che caratterizzano l’opera di Anno: la smisurata passione al limite del morboso per l’animazione mecha, con miliardi di improbabili spiegazioni tecnologico/scientifiche, la voglia di esplorare e mettere al centro attraverso il genere mecha l’animo umano e i suoi turbamenti, e infine i riferimenti religiosi di contorno utili ad aggiungere un po’ di esoterismo fine a sé stesso.

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Neon Genesis Evangelion Anima, di questi tre aspetti, calca inizialmente la mano su quello scientifico/tecnologico e sui combattimenti, riuscendo a creare interesse per le nuove versioni di quegli Eva che pensavamo di conoscere tanto bene aggiungendo un discreto quantitativo di informazioni sulle tecnologie che li muovono e che hanno permesso di farli evolvere (in fondo l’autore è un mecha designer), senza tralasciare dettagliate spiegazioni del funzionamento di Nerv Japan sotto il profilo del’organizzazione interna, così come descrivendo il suo ruolo nei nuovi equilibri geopolitici che regolano il mondo dopo l’attacco della SEELE.

Nulla è lasciato al caso e, anzi, la storia di questo primo volume è un crescendo veramente piacevole che riesce contemporaneamente a far sentire a casa e spaesato il lettore esperto di Neon Genesis Evangelion, tra stimoli inediti e voglia di conoscere quali cambiamenti sono occorsi in quel mondo così familiare.

L’indagine sull’uomo e i suoi rapporti con i suoi simili è, come detto, accennata ma in questo primo volume un po’ messa a margine a favore della volontà di mettere sul tavolo tutti gli elementi che andranno a costruire questo, di fatto, nuovo universo narrativo. È presto per sapere se Anima riuscirà a rimettere a fuoco quella che era l’idea iniziale di Anno, quello che è il messaggio di Neon Genesis Evangelion ma in fondo non è neanche necessario lo faccia.

Neon Genesis Evangelion è infatti un’opera che funziona così com’è, anzi, trovo quasi superfluo anche The End of Evangelion. Se Anima prenderà la strada del racconto meno intimista, meno pieno di messaggi, per diventare una buona opera pop, una lettura per otaku appassionati di mecha, andrà bene lo stesso, a patto che riesca a rimanere avvincente come si è dimostrato questo primo volume.

Ma torniamo alle domande iniziali. Ai dubbi sulla rappresentazione “solo testuale” di determinate dinamiche tipiche del genere mecha, come i combattimenti e un’attenzione certosina alle meccaniche di funzionamento delle varie parti dei robot, risponde la già citata introduzione delle illustrazioni all’inizio del volume. Il solo testo spesso non basta per comprendere effettivamente come sono visivamente questi nuovi Eva, non per un limite dell’autore ma semplicemente per la necessità (da appassionato di mecha, lo ammetto) di vedere effettivamente rappresentato visivamente quello che mi viene descritto. Gli scontri sono invece decisamente ben raccontati e non lasciano dubbi su quello che sta succedendo sul campo di battaglia.

Merito anche di una scrittura semplice, non molto raffinata ma estremamente funzionale a quello che dovrebbe essere Neon Genesis Evangelion Anima, lasciando tutto lo spazio che merita a quello che succede, in modo scorrevole e fruibile, seppure senza guizzi stilistici.

Neon Genesis Evangelion Anima è per ora promosso. Il primo volume convince, mette curiosità di saperne ancora su questo nuovo ciclo (per l’Italia, almeno) di Evangelion. Certo, potrebbe sembrare strano a molti amanti dell’anime dover “leggere Evangelion” ma, in fondo, bisogna pur sperimentare e sicuramente questo non può che essere il miglior punto d’entrata nel mondo delle light novel per chiunque sia titubante sull’approcciarsi a questa forma letteraria. Per chiunque sia titubante e apprezzi Evangelion, almeno. 

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.