Cambiano gli Oscar: i candidati come Miglior Film dovranno soddisfare alcuni requisiti di inclusività

Le discussioni sull’inclusività e la diversità a Hollywood hanno portato a una clamorosa rivoluzione nell’assegnazione dei Premi Oscar: l’Academy ha deciso infatti che un prodotto per essere candidato come Miglior Film dovrà soddisfare alcuni requisiti legati appunto all’inclusività.

Tutte le altre categorie manterranno i requisiti di eleggibilità attuali, mentre categorie come film animati, documentari e film internazionali che vorranno essere candidati come miglior film, saranno considerate separatamente.

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Per anni l’Academy ha faticato a riconoscere e rappresentare la diversità nel cast e nello staff dei film, e tale contromisura è stata presa probabilmente anche per evitare il verificarsi di situazioni come quella del 2016, quando tra i 20 nominati ai premi per miglior attore e attrice protagonisti e non protagonisti, non era presente neanche un candidato di colore.

Già per la 94esima e 95esima edizione, che si svolgeranno nel 2022 e 2023, i film candidati dovranno sottoscrivere un modulo, che sarà confidenziale, sugli standard di inclusività dell’Academy, mentre a partire dalla 96esima, nel 2024, sarà obbligatorio soddisfare almeno due degli standard che descriviamo di seguito:

 

STANDARD A: Rappresentazione sullo schermo, temi e narrativa.

Per raggiungere lo Standard A, un film deve soddisfare uno dei seguenti criteri:

  • Almeno uno degli attori protagonisti, o un importante attore non protagonista, deve far parte di un’etnia scarsamente rappresentata (asiatico, ispanico, mediorientale, ecc.)
  • Almeno il 30% degli attori in ruoli secondari o minori deve far parte di almeno due di gruppi sottorappresentati (donne, etnie scarsamente rappresentate, LGBTQ+, persone con disabilità)
  • La storia, i temi o la narrativa del film dev’essere centrata su un gruppo scarsamente rappresentato (vedi sopra)

STANDARD B: Leadership creativa e team del progetto

Per raggiungere lo Standard B il film deve soddisfare uno dei criteri di seguito:

  • Almeno il capo di due delle seguenti posizioni creative (direttore del casting, compositore, cinematographer, costume designer, regista, editor, hairstylist, makeup artist, produttore, production designer, decoratore di set, sonoro, supervisore effetti speciali, autore) deve far parte di un gruppo sottorappresentato (donne, etnia scarsamente rappresentata, LGBTQ+, persone con disabilità).
  • Almeno sei delle altre posizioni tecniche dello staff devono essere occupate da persone di etnia scarsamente rappresentata.
  • Almeno il 30% dello staff del film deve far parte delle categorie sottorappresentate  (donne, etnia scarsamente rappresentata, LGBTQ+, persone con disabilità).

STANDARD C:  Accesso e opportunità

Per raggiungere lo Standard C, un film deve soddisfare entrambi i criteri di seguito:

  • La compagnia che distribuisce o finanzia il film deve avere tirocinanti o assistenti pagati di categorie sottorappresentate  (donne, etnia scarsamente rappresentata, LGBTQ+, persone con disabilità).
  • La compagnia che produce, distribuisce e/o finanzia il film, deve offrire opportunità di tirocinio o lavoro per lo sviluppo di abilità below-the-line (BTL, marketing e comunicazione) per persone di categorie sottorappresentate  (donne, etnia scarsamente rappresentata, LGBTQ+, persone con disabilità).

STANDARD D: Audience Development

Per raggiungere lo Standard D, il film deve soddisfare il criterio sottostante:

  • Lo studio e/o l’azienda cinematografica deve avere diversi senior executive interni nel team di marketing, pubblicità e/o distribuzione di categorie ed etnie sottorappresentate.

 

Insomma, cambiano i tempi e cambiano anche gli Oscar. Che ne pensate di queste misure previste dall’Academy? Decisione giusta o avreste continuato col metodo attuale?

(Fonte: Variety)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.