Ovvero perché i giochi Multiplayer-Only non dovrebbero costare così tanto

Sono anni ormai che evito accuratamente tutti quei titoli che, pur avendo una campagna giocatore singolo, fanno del multiplayer il vero punto di forza. Non mi riferisco necessariamente a titoli come Call of Duty, in cui effettivamente la campagna principale può essere più o meno striminzita, ma a titoli recenti come Battlefront e Rainbow Six: Siegein cui la modalità giocatore singolo è inserita a forza, senza riuscire a soddisfare nessuna necessità ludica ma anzi si conferma come un orpello nemmeno troppo gradito che, in linea del tutto teorica serve ad accontentare quei giocatori non troppo avvezzi al multiplayer. Perché non compro giochi Multiplayer-Only? Semplicemente perché non mi piacciono, ma prima di voler trasformare quest’articolo in un’inutile cantilena vorrei seguiste le mie motivazioni.

Come scritto poco sopra – per motivi del tutto personali – non apprezzo particolarmente questo genere di giochi, ciò detto non mi sono mai negato il piacere di una qualsiasi modalità multiplayer, ma allo stesso tempo sono convinto che titoli del genere non dovrebbero costare così tanto e anzi dovrebbero essere venduti ad un prezzo budget. Se queste vi sembrano le parole di un pazzo visionario, vi spiego subito il perché. Partiamo da un dato di fatto: qualsiasi gioco Tripla A (o presunto tale) viene venduto al prezzo di circa 60-70 euro, non soffermandoci troppo sul dato numerico, analizziamo cosa hanno i giochi da offrire, sia al momento del lancio sia quando, dopo un po’ di tempo, è possibile ritrovarli ad un prezzo decisamente più conveniente. In tal senso, iniziamo a dividere i giochi secondo tre grandi categorie: titoli senza multiplayer, titoli con multiplayer e giocatore singolo e titoli Multiplayer-Only.
Partiamo dai titoli che non presentano nessuna componente multiplayer e prendiamo come esempio The Witcher 3. Indipendentemente che lo si prenda al lancio o dopo un po’ di tempo, il gioco – escludendo Patch e DLC vari – è praticamente lo stesso. Chi decide di acquistarlo al Day One (e ripeto non sto sindacando sul prezzo standard di mercato) sa che anche tra diversi anni se volesse rigiocarlo, The Witcher 3 non subirebbe cambiamenti si sorta. Allo stesso modo chi è contrario ad acquistare al Day One o semplicemente ritiene di poter aspettare un po’, può prendere ad un prezzo più economico il capolavoro CD Projekt e goderselo nella stessa maniera di chi l’ha acquistato al Day One. Lo so, il discorso sembra incredibilmente scontato, ma continuate a leggere e verrò al dunque.

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Passando invece a quei titoli che offrono entrambe le modalità, possiamo prendere come esempio perfetto GTA V. Grand Theft Auto non solo è una saga che, uscita dopo uscita, conserva un livello qualitativo piuttosto alto ma è anche uno dei titoli più giocati di sempre. Insomma, sfido chiunque a dire di non averne mai giocato uno, anche solo per un po’ di sano cazzeggio a random. La maggior parte dei giocatori acquista il titolo al Day One (stando ai dati di vendita) e, indipendentemente dai gusti personali, si diverte per lo più con la campagna in single player per poi testare il muliplayer. Da qui poi, gli scenari sono due: c’è chi fatte due partite in rete si stancherà subito e chi invece verrà inghiottito dalle scorribande online, diventando così addicted da formare anche una piccola Gang ed entrare così in una delle più grande community online. Il tempo passato in rete può essere più o meno lungo per due motivi, essenzialmente per la qualità intrinseca del gioco e secondariamente per la sua community. E qui veniamo al prezzo budget. Quando il gioco calerà di prezzo, per forza di cose una nuova schiera di videogiocatori acquisterà il gioco (principalmente per il single player) e farà ovviamente anche una capatina online. Capite dove voglio arrivare? Questo genera – non per sempre ovviamente – un refresh dell’utenza in modo da tenere la community online sempre attiva. Ovviamente prima o poi questo ricambio finirà (è inevitabile) ma in ogni caso anche quando online saranno rimasti solo alcuni veterani incalliti, pur acquistando il gioco non si potrà certo rimanere delusi perché, fino a prova contraria, GTA V è pensato per il cazzeggio in solitario.

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Cosa succede invece con i giochi Multiplayer-Only? Io sono fermamente convinto che venderli ad un prezzo budget sia la cosa migliore possibile, ma procediamo per gradi. Prendiamo per esempio Battlefront, un titolo che forte della sua “stellare” licenza, forte anche di una campagna marketing incredibile ha venduto un botto al Day One. Come dicevo nelle prime righe di testo, effettivamente Battlefront può essere giocato anche in single player, a patto di provare una noia mortale e constatare come poco gli sviluppatori si siano impegnati in tal senso. Però, direte voi, che ci importa sapendo che il gioco è pensato esclusivamente per giocare online? Ci importa nell’ottica di spendere 70 euro per un prodotto che dovrebbe costare la metà. Seguendo lo stesso ragionamento fatto prima, al Day One i server di Battlefront, avendo venduto tanto, saranno stati sicuramente pieni. Poco tempo di attesa per giocare, matchmaking abbastanza equilibrato ed ecco che, al di là dei gusti e della qualità del titolo (ripeto Battlefront è solo un esempio), il divertimento è assicurato. Non avendo nessun pretesto per giocare offline, dopo un po’ di tempo una certa fetta di videogiocatori abbandonerà i server e si dedicherà ad altro, fin qui tutto normale succedeva anche con GTA V del resto. Complice poi il prezzo budget, anche in questo caso ci sarà una nuova schiera di videogiocatori pronti a darsi battaglia online. Ma qui le cose saranno andate diversamente. Non avendo nessuna campagna single player, i potenziali “nuovi giocatori” per forza di cose saranno di meno, rispetto a quelli che potrebbero scegliere di provare GTA V, ma questo non è nemmeno il problema principale, il vero problema è la frammentazione dell’utenza. Mi spiego meglio, un titolo come Battlefront per mantenere viva la community e per seguire le leggi di mercato, rilascia con una certa cadenza DLC e espansioni varie. Queste espansioni hanno come effetto ultimo quello di dividere l’utenza, da un lato fan accaniti che ormai hanno investito nel gioco 90 euro (o anche più) da un altro persone che, pur apprezzando il gioco, non sono disposte a spendere ulteriormente. Di conseguenza al momento della ricerca di una partita online, il matchmaking inizierà a cedere, il ritmo di gioco rallenterà e si finirà spesso per trovare partite poco equilibrate, perché tra DLC che frammentano l’utenza, un flusso di nuovi giocatori non sempre costante, la quota di “veterani” finirà per schiacciare la quota di “noob” che si sta da poco approcciando al gioco, facendo così che sempre meno giocatori restino affascinati dal titolo. Anche presupponendo l’uscita di una GOTY comprendete tutti i contenuti aggiuntivi, a distanza di un anno ormai l’utenza sarà così divisa e così sfoltita che si può quasi dire di trovarsi in server praticamente vuoti. A questo si aggiunge (non per forza nel caso di Battlefront) ancora un altro problema: le uscite annuali. Immaginiamo appunto che da qui a poco venga annunciato Battlefront 2 (cosa improbabile, ma seguite il ragionamento) si avrà che, una fetta di giocatori non lo acquisterà e continuerà a giocare al primo capitolo, un’altra fetta ovviamente passerà al titolo successivo, e un’altra fetta ancora deciderà se prendere il primo capitolo a prezzo scontato o aspettare di giocare direttamente al secondo. Capite cosa intendo? Entro un certo arco di tempo (nemmeno tanto breve se il gioco non ha estremo successo) si finirà per avere tra le mani un titolo praticamente inutile. Se il discorso fatto con The Witcher 3 e GTA V, ci porta a pensare che, prendendo per onesto il prezzo standard del Day One, ci ritroviamo con prodotti per certi versi sempiterni e godibilissimi anche a distanza di anni, cosa che di fatto ne giustifica il prezzo. Perché come detto anche se i server di GTA V chiudessero domani, il gioco resta comunque giocabile al suo massimo potenziale, cosa che non si può dire per titoli come Battlefront. E da qui l’ultima parte della mia analisi. Oggigiorno vanno estremamente di moda titoli come League of Legends e DOTA, titoli manco a dirlo free to play ed esclusivamente votati al mutiplayer. Perché questi titoli hanno avuto un grande successo? Prima di tutto perché sono divertenti e secondariamente perché sono gratis. Il fatto di essere gratis pone il discorso refresh dell’utenza su un’ottica completamente diversa in quanto, vista la gratuità, ci sarà sempre gente nuova interessata a provare il titolo, a maggior ragione quando quest’ultimo ha raggiunto un certo successo. Di conseguenza tutti i giochi Multiplayer-Only dovrebbero essere gratis? Assolutamente no, questo andrebbe a creare una fetta di titoli pay to win ancora maggiore, ma se ad esempio Battlefront fosse costato al Day One circa 30 euro, come pensate si sarebbe evoluta la community dal lancio ad oggi? Penso che la mia idea a riguardo, ormai l’avrete capita.