Molestie sessuali e discriminazione di genere: Riot Games condannata a risarcire 10 milioni di dollari alle sue dipendenti

Era l’agosto del 2018 quando Cecilia D’Anastasio di Kotaku lanciò delle pesanti accuse contro Riot Games, tacciata di sessismo per via della presenza della cosiddetta “bro culture” nei comportamenti dei dipendenti nei confronti delle impiegate di sesso femminile (gli sviluppatori di League Of Legends) che ora si vedranno elargire un importante risarcimento da parte dell’azienda.

Riot infatti pagherà 10 milioni di dollari come stabilito da un accordo con le proprie dipendenti per annullare la class-action intentata contro l’azienda per discriminazione di genere, come riportato dal Los Angeles Times.

riot games risarcimento

I 10 milioni di dollari saranno ripartiti a seconda dell’anzianità di servizio e dello status, tra le circa mille dipendenti di sesso femminile dell’azienda, che sono state assunte da Riot dal Novembre del 2014 al giorno della sentenza, come stabilito nell’accordo.

“Siamo felici di annunciare il nostro accordo per risolvere la questione della class action. Questo risarcimento è un passo avanti importante e dimostra il nostro impegno nel tenere fede ai nostri valori, e nel rendere Riot un ambiente inclusivo per i migliori talenti dell’industria” ha detto un portavoce dell’azienda.

Riot dunque ha accettato i termini proposti dagli avvocati, anche se formalmente questi dovranno ancora essere approvati da un giudice prima di dare il via ai pagamenti.

Inoltre l’azienda dovrà includere programmi per riportare molestie sessuali e discriminazioni, ed introdurre nuove politiche per le assunzioni, la paga e le promozioni, ed assumere un chief diversity officer ed un coitato interno di impiegati che valuti i progressi di Riot Games su questi fronti.

Una buona notizia insomma per chiunque sia stufo degli ambienti di lavoro tossici e discriminatori, e tutto sommato anche per l’azienda, che ora avrà l’opportunità di ripulirsi l’immagine sporcata dai comportamenti di qualche dipendente retrogrado.

Che ne pensate di questo accordo?

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.