Sweet girl è il nuovo action thriller di Netflix con Jason Momoa

Alla lunga lista degli action thriller di Netflix si aggiunge ora anche Sweet Girl, film di Brian A. Mendoza che vede nelle vesti di protagonista – più o meno – Jason Momoa.
Divincolarsi da un ruolo così ingombrante come Aquaman non è semplice e le prime sequenze di Sweet Girl sembrano proprio omaggiare il personaggio DC, quando dopo un inseguimento vediamo Momoa lanciarsi da una proibitiva altura e finire in acqua, con una invidiabile naturalezza.

Come per il collega Chris Hemsworth (Tyler Rake – Extraction), iconico Thor della Marvel, arriva quindi anche per l’attore di Honolulu il momento dell’action targato Netflix, e la naturalezza di cui sopra sembra proseguire per i 110 minuti complessivi del film, sancendo la scelta dell’attore come riuscita, quando lo vediamo prendere tutti a calci e pugni, o aggredire i nemici a colpi di accetta o di estintore.

Chi è la dolce ragazza?

Riavvolgiamo però un attimo il nastro, fornendo qualche breve indicazione sulla trama di Sweet Girl.
Il titolo apparentemente fuorviante ha in realtà un significato ben preciso, che verrà svelato nella parte finale del film, e si riferisce chiaramente a Rachel Cooper (Isabelle Merced), la figlia di Ray (Momoa), un padre di famiglia disperato dopo che sua moglie muore di cancro a causa di un farmaco rimosso improvvisamente dal mercato, e che avrebbe potuto dar lei più di una chance di sopravvivenza. Ray giura vendetta contro coloro che hanno scelto di fare soldi fregandosene delle vite umane, dando il là a una sfida apparentemente impossibile contro lobby farmaceutiche e intricati giochi politici e di potere.
Di certo una sinossi non particolarmente originale, ma che si assicura la visione degli affezionati del genere.

sweet girl netflix

Proprio di recente Netflix ha rilasciato un altro action thriller, Beckett, con protagonista un uomo normale interpretato da John David Washington costretto a fuggire da simili meccanismi e avevamo provato l’apprezzabile incertezza di immedesimarsi in un personaggio goffo e impacciato per nulla abituato a confrontarsi con combattimenti, inseguimenti e armi da fuoco, ma non possiamo certo negare che sia divertente assistere a un gigante come Momoa spaccare tutto con un imponente spirito di vendetta.

È semmai nella sua componente più fragile che l’attore perde un po’ di credibilità, più che altro per doti interpretative obiettivamente un po’ limitate, ma Mendoza e Netflix corrono ai ripari mettendo a suo fianco la sweet girl Isabelle Merced.

Oltre alle botte e le concitate scene d’azione, dove la regia di Mendoza svolge discretamente il suo compito, il film prova ammirevolmente ad affrontare tematiche serie e delicate come quelle legate alle case farmaceutiche e il sistema sanitario statunitense, ricordando in questo un altro titolo della piattaforma, Fractured, ma – appunto – solo in questo. In fondo Sweet girl nasce come prodotto di massa e pertanto le brillanti intenzioni restano subordinate all’azione frenetica e alla caccia gatto contro topo, che peraltro ci regala un buon villain come quello interpretato da Manuel Garcia-Rulfo. Poco altro però, anche per via di una sceneggiatura un po’ pasticciata, che sembra tutta in funzione di un semi-plot twist finale, dimenticandosi di curare adeguatamente il resto del percorso.

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Sostanzialmente comunque il lungometraggio di Mendoza è ciò che si può immaginare già dopo le prime sequenze, ovvero un film che rispecchia i canoni di genere in modo più o meno pedissequo, tentando di sconvolgere un po’ gli equilibri con un “colpo di scena” finale che tuttavia parte dell’utenza avrà già ipotizzato, e che comunque non altera il giudizio né in un senso, né nell’altro.
L’ennesimo prodotto Netflix in grado di sfiorare appena la sufficienza, e adatto a una serata senza particolare impegno, per gli amanti degli action thriller più puri.

Sweet Girl è su Netflix dal 20 agosto 2021.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.