The Last Dance: dal 20 Aprile arriva su Netflix, anche in Italia, la docuserie su Michael Jackson e i Chicago Bulls degli anni ’90

È un brutto periodo in generale quello in cui viviamo, ma lo è in particolar modo per gli amanti dello sport, che si sono visti sospendere praticamente tutte le competizioni professionistiche fino a data da destinarsi: ecco perché sarà sicuramente accolta con favore la notizia dell’arrivo su Netflix della docuserie su Michael Jordan, The Last Dance.

 

 

Si tratta di una serie in 10 parti, che sul catalogo italiano di Netflix arriverà dal 20 Aprile, realizzata in collaborazione con ESPN e alla quale ha partecipato attivamente lo stesso Michael Jordan.

Racconterà degli anni d’oro vissuti dal leggendario cestista dell’NBA, dalla sua ascesa fino agli anni ’90, concentrandosi in particolare sull’ultimo titolo vinto dai leggendari Chicago Bulls dell’epoca, quello della stagione 1997/98, trattando anche della conseguente e contemporanea crescita esponenziale della notorietà della stessa NBA.

Lo show è diretto da Jason Hehir e prodotto da Mike Tollin, ed attingerà da oltre 500 ore di filmati inediti tratti proprio da quell’ultima stagione in particolare, che saranno commentati, oltre che naturalmente da Michael Jordan, anche da tantissime icone dello sport.

the last dance

Per la verità la serie era prevista per quest’estate, ma vista la situazione attuale e lo stop praticamente totale allo sport dal vivo, ESPN e Netflix hanno deciso di anticiparne la messa in onda.

“Mentre la società vive questo periodo senza sport dal vivo, gli spettatori guardano ancora al mondo dello sport per evadere e godersi un’esperienza collettiva. Abbiamo ascoltato la voce dei fan che ci ha chiesto di anticipare la data d’uscita della serie, e siamo felici di annunciare che siamo riusciti ad accelerare la produzione proprio per questo”, ha detto ESPN in un comunicato.

Per una volta insomma, anziché causare ritardi, quest’emergenza ha fatto anticipare la trasmissione di una serie.

(Fonte: THR)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.