La nuova serie Prime è l’ennesimo esperimento che si aggiunge alla coraggiosa offerta artistica del colosso Amazon

Approdata da pochi giorni su Prime Video, e resa peculiare per l’intera animazione realizzata tramite rotoscope, Undone rappresenta una spaccatura nel mondo dell’animazione, tanto quanto lo è stata Love Death +  Robots. La domanda giusta da porsi, però, resta la seguente:” Undone è davvero così rivoluzionaria?”

La giovane serie di Prime nasce dall’intuizione di Kate Purdy e Raphael Bob-Waksberg, i genitori dell’osannato, quanto geniale, Bojack Horseman,e la voglia di produrre un format interamente realizzato tramite rotoscopio. Questa tecnica, nata nei primi anni del ‘900, consiste nel filmare gli attori in carne ossa in ambienti monocromatici (tendenzialmente bianchi), per poi venire resi “animati” tramite una serie di sovrapposizione di tavole disegnate tramite i più disparati stili. In questo caso è la pittura ad olio il mezzo adoperato per poter far entrare lo spettatore nell’universo onirico di Alma (interpretata da Rosa Salazar, già famosa per Alita l’angelo della battaglia), una ragazza di 28 anni che vive in un costante limbo tra reale e immaginario.

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Il viaggio di Undone è apparentemente in un mondo razionale e reale, dove la quotidianità soffoca e strugge l’animo dei protagonisti, relegati a vagare come monotone e tristi essenze in una realtà piatta e uniforme. L’animazione in rotoscope, oltretutto, nonostante privilegi i colori caldi, il pastello,  e delle interessanti sfumature blu durante i viaggi onirici di Alma, dona all’intera trasposizione una pacatezza e una calma tali da renderti irrequieto delle volte.

Ma Alma scopre di essere ben più di una semplice ragazza annoiata dalla ripetitività di una vita semplice, ma piatta. Lei ha un dono, e tramite questo permetterà alla sua storia di avere un nuovo e avvincente capitolo a tinte gialle.

A fare le veci di Virgilio, in questo viaggio thriller misto a fantascientifico, ci sarà Bob Odenkirk (Better Call Saul), nei panni del defunto padre della giovane, pronto a guidare sua figlia alla scoperta di misteri irrisolti collegati al suo decesso.

Undone, che si articola in 8 puntate da 20 minuti ciascuna, si contraddistingue per un ritmo piacevole, nonostante appaia sempre in procinto di impantanarsi in qualche volo pindarico della protagonista, offrendo allo spettatore uno show fatto su misura per una maratona serale.
Eppure, durante la proiezione, sembra sempre di trovarsi davanti un enorme deja vù, come se gli autori avessero già spezzettato i temi trattati in molti altri prodotti precedenti, tra i quali, senza dubbio, Bojack.

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Morte, solitudine, rapporti umani. Undone rappresenta una piccola rappresentazione dell’esistenzialismo del 21esimo secolo, finendo per toccare, per forza di cose, le corde emotive dello spettatore e proiettandolo in un universo riflesso della realtà quotidiana che ingabbia la stragrande maggioranza delle persone nel globo. E allora perché questa serie dovrebbe rappresentare la novità dell’ultima ora?

La peculiarità di questo prodotto, non è tanto l’innovativa animazione, ma  la capacità di poter cambiare registro di genere con una facilità ed una rapidità disarmante, senza minimamente intaccare l’attenzione o il pensiero critico dello spettatore.
Davanti ai nostri occhi possiamo vedere lo sviluppo di una sequenza fantascientifica, ora una commedia, dopodiché un dramma familiare, subito dopo un thriller psicologico, per poi tornare alla routine della quotidianità che prova a spezzare la nuova successione di eventi. Uno sviluppo di sceneggiatura curato con un pragmatismo estremamente notevole.

La produzione Prime Video è un meticcio artistico in costante evoluzione

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Visivamente, però, nonostante sia stata descritta come la serie profetica dell’animazione con rotoscopio, Undone non riesce a catturarci completamente per la sua estetica. I colori ad olio che prendono sempre più il sopravvento durante l’evoluzione della mente di Alma (lasciando, però, allo spettatore il beneficio del dubbio) finiscono per stancare l’occhio di chi è cresciuto con altre tecniche. L’animazione digitale 3D di casa Pixar, la stop motion (o puppet animation) di burtoniana fantasia, la motion capture o la go motion sono distanti anni luce da quanto viene realizzato qui. La tecnica adoperata per Undone è innovativa e permette di valorizzare la nuova realtà della protagonista, ma finisce per stancare il pubblico, offrendo uno spettacolo inferiore rispetto a quanto visto, ad esempio, con Love Death + Robots.

La vera qualità di Undone, pertanto, non è la sua estetica o la sua palette cromatica da Impressionismo di fine ‘800, ma l’impatto emotivo da Sturm und Drang. La direzione artistica del tedesco Hisko Hulsing, la struggente metamorfosi messa in atto da Rosa Salazar e la costante innovazione registica. La capacità di esaltare l’essenza, nonostante la forte apparenza.

Pertanto lasciamo da parte sensazionalismi vari, perché Undone non è innovativa, ma è essenziale, ed è questo il suo più grande vanto.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.