Che qualcuno li fermi!

Non ho fatto mistero quanto recentemente mi sia sentito preso in giro dall’attuale generazione console. Se gli hardware, in sé, sono belli e performanti, quello che più mi perplime è la generale pochezza di idee che c’è nell’industria delle grandi produzioni e, soprattutto, la pratica consolidatasi quest’anno di annunciare robe che, di fatto, non vedremo prima dello scoccare di capodanno. A ben vedere il calendario e le relative date di uscita, ci sono pochissimi titoli che potrò (eventualmente) acquistare quest’anno, e sinceramente a vedere i nomi non mi sento esaltato né fiducioso perché parliamo di Assassin’s Creed e Call of Duty, e di quelle che sono le tipiche uscite sportive come FIFA (da noi) e le robe sul football per i giocatori americani. Se di Call of Duty non mi va manco di parlare, per questo editoriale vorrei usare l’esempio di Assassin’s Creed, un brand che, almeno negli intenti originali, mi esaltò moltissimo. Eppure, se posso essere brutalmente sincero, su questa serie (come su tutte le serie che si clonano di anno in anno), vorrei dire una cosa: avete rotto le palle…

simpsons-assassins-creed-crossover-funny-mobile-wallpaper-1080x1920-5058-1360510422Intendiamoci, non ho nulla contro i brand di cui sopra, ed anzi, nonostante uno si lamenti, restano due delle serie più vendute di sempre, eppure con la loro consolidata uscita annuale hanno ormai evidenziato la necessità di uno stop, non fosse altro, ma per riprendere fiato. Siamo onesti: Assassin’s Creed è un ottimo prodotto, in cui le meccaniche (forse ormai un po’ vetuste) si sposano squisitamente con un contesto storico sempre intrigante e con un sottotesto narrativo che, forse, tende un po’ troppo spesso al nonsense ma che alla fine, bella lì, ti lascia comunque la voglia di capire dove si stia andando a parare. Quel che mi lascia perplesso è la sovrapposizione delle meccaniche di anno in anno, e quel cucchiaio forzato di gameplay che ogni anno siamo quasi costretti a ingoiare. Non c’è, a ben vedere, molto di nuovo tra un’uscita e l’altra e spesso, anche quando si aggiunge carne sul fuoco, si ha più l’impressione che si sia voluto allungare il brodo piuttosto che altro (pensate a tutti gli eventi minori presenti nel mare di Black Flag, in cui ti facevi miglia e miglia nautiche solo per un forziere di 300 Real!). Io non so voi, ma sento il mio divertimento smorzato. Avrei preferito, sinceramente, che qualcuno ragionasse sul prendere una boccata d’aria, tirare un sospiro, e capire quanto può essere salutare (probabilmente anche in termini di vendite) aspettare anche solo un annetto in più prima di uscire con un nuovo gioco della serie. Che poi, ad essere onesti, si risparmierebbero anche un bel po’ di bug che, se penso a robe come AC III, mi fanno superare più che ampiamente il livello di nervosismo. Pensate poi a quello che è stato annunciato negli ultimi giorni, ossia la conferma che il progetto Assassin’s Creed: Rogue è vero, che il gioco esiste, è che uscirà in esclusiva per PS3 e Xbox 360 e inorridite. Perchè qui il segnale è chiaro: andare oltre la pubblicazione annuale e spremere il brand ancora di più con un’uscita doppia.

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Assassin’s Creed: Rogue

Se certe serie si fermassero per riassettarsi, se NOI giocatori la smettessimo di pagare qualsiasi cagata messa in commercio per soddisfare un puerile desiderio di possedere cose, forse lo stesso mercato subirebbe una sferzata e si instaurerebbe la necessità VERA di rinnovare. Se la smettessimo, anche solo per un anno, di acquistare forsennatamente ogni uscita inutile come degli zombie, probabilmente questa spinta dal basso sarebbe percepita anche dai team di sviluppo, che capirebbero la necessità di cambiare, migliorare e, perché no, variegare la loro offerta. È ovvio che per come va adesso il mondo questo NON può succedere, e più si spingeranno le vendite dei vecchi, obsoleti, e malmessi brand (occhio eh! Non potete ASSOLUTAMENTE perdervi lo stesso gioco dell’anno prima ma con una grafica migliore), più sarà come chiedere a chi li produce di darcene ancora. Ma il problema, forse, è che voi davvero ne volete ancora, e ancora e ancora. Perché forse siete diventati poveri di fantasia, poveri di desideri e, infine, vi siete lasciati conformare. E li avete pagati per questo… profumatamente. Uno non vorrebbe chiudere mai un articolo con un cliché antipatico e sciocco, ma una volta tanto mi verrebbe da dire “meditate gente, meditate”.