Y: L’ultimo uomo (Y: The last man) arriva su Disney Plus e immagina un mondo senza il cromosoma Y

Cosa accadrebbe se improvvisamente morisse ogni creatura vivente dotata di cromosoma Y? Y: L’Ultimo Uomo (Y: The Last Man), i cui primi tre episodi sono disponibili dal 22 settembre su Disney Plus tramite il canale Star, risponde idealmente a questa domanda. La serie, sviluppata dalla showrunner Eliza Clark, ricrea un mondo post-apocalittico, in cui rimangono in vita solamente mammiferi di sesso biologico femminile. Tranne uno. Yorick è infatti l’ultimo uomo cisgender rimasto in vita e nessuno sa perché.

Un mondo post-apocalittico

Y: L’Ultimo Uomo inizia proprio seguendo i passi dell’unico essere umano maschio sopravvissuto in un mondo, che presenta i classici segni di una catastrofe: strade deserte, cadaveri in decomposizione, grattacieli vuoti e silenziosi. Accanto a Yorick (Ben Schnetzer) c’è la sua inseparabile scimmia Ampersand, altro esemplare maschio inspiegabilmente in vita.

La serie torna repentinamente indietro di tre settimane, per mostrare gli ultimi istanti prima dell’inspiegabile apocalisse. La prima puntata traccia, con una narrazione veloce e corale, i fili che legano tutti i protagonisti. Ci si sofferma in particolare sugli altri componenti della famiglia di Yorick: la sorella maggiore Hero, paramedico dalla vita privata particolarmente scombussolata e la madre Jennifer (Diane Lane), deputata del congresso. La particolarità di Y: L’ultimo uomo (Y: The Last Man) è l’incredibile quantità di personaggi e storie che si intrecciano. Se in un primo momento la coralità risulta poco gestibile nella fruizione, negli episodi successivi si riesce ad apprezzare maggiormente le diverse tentacolari storie che animano la serie, tra rivolte, lotte di potere e legami sociali messi in discussione dal trauma globale.

Il percorso che ha portato Y: L’ultimo uomo sul piccolo schermo (in Italia su Disney Plus, negli Usa su FX/Hulu) è stato lungo e travagliato. La graphic novel, scritta da Brian K. Vaughan e disegnata quasi interamente da Pia Guerra, avrebbe dovuto avere una trasposizione cinematografica già nel 2010. Per il ruolo di Yorick si era pensato a Shia LaBeouf e tutto lasciava presagire all’effettiva realizzazione del film.

Il progetto naufragò clamorosamente per divergenze legate all’adattamento che aveva in mente il regista DJ Caruso. L’opera originale abbracciava un arco narrativo difficilmente riassumibile in due ore; Caruso così opzionato i primi quattordici albi, concentrandosi sulle vicende di Yorick. La produzione ha continuato ad esigere l’intero racconto e il film non è mai stato realizzato. Dopo vari nuovi tentativi, sia cinematografici che televisivi, nel 2018 FX ha finalmente annunciato la puntata pilota.

Questa lunga attesa in qualche modo ha modificato l’approccio del pubblico ad un prodotto del genere, che risente sia delle innumerevoli serie a sfondo post-apocalittico realizzate negli ultimi anni, sia degli eventi pandemici, che hanno sfumato quella sospensione d’incredulità che rendeva affascinanti racconti di questo tipo.

Proprio per questo Eliza Clark ha introdotto, rispetto alla versione cartacea, alcune novità che hanno attualizzato il genere e hanno in qualche modo ridotto quel ridondante senso di déjà vu.
La presenza di sole donne ha permesso di approcciare, con uno sguardo inedito, il delicato problema dello sbilanciato rapporto di potere tra uomini e donne. Non si raggiunge il livello di profondità della critica sociale sfoggiato da Il Racconto dell’Ancella, ma Y: L’Ultimo Uomo riesce a portare in una serie TVproblematiche attuali e delicate. Il fatto che Yorick sia ancora in vita alimenta il mistero e la voglia di proseguire la visione, ma intorno a lui c’è molto altro. C’è un mondo che deve rinascere e riplasmarsi senza la componente maschile, con l’eterno dubbio sul perché sia successa una catastrofe del genere.

y ultimo uomo

Come in Lost e Leftovers, infatti Y: L’Ultimo Uomo, che avrà cadenza settimanale su Disney Plus, crea continuamente nuove domande, spostando abilmente spiegazioni e risoluzioni. Rispetto alle due serie citate, però la creatura di Eliza Clark non ha quell’eleganza narrativa capace di generare stupore costante. Nonostante non raggiunga livelli stilistici eccelsi, siamo dinanzi ad un prodotto più che godibile, un perfetto guilty pleasure post-apocalittico.

Y: L’ultimo uomo (Y: The Last Man) è su Disney Plus da 22 settembre.

Leone Auciello
Secondo la sua pagina Wikipedia mai accettata è nato a Roma, classe 1983. Come Zerocalcare e Coez, ma non sa disegnare né cantare. Dopo aver imparato a scrivere il proprio nome, non si è mai fermato, preferendo i giri di parole a quelli in tondo. Ha studiato Lettere, dopo averne scritte tante, soprattutto a mano, senza mai spedirle. Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2006, ha collaborato con più di dieci testate giornalistiche. Parlando di cinema, arte, calcio, musica, politica e cinema. Praticamente uno Scanzi che non ci ha mai creduto abbastanza. Pigro come Antonio Cassano, cinico come Mr Pink, autoreferenziale come Magritte, frizzante come una bottiglia d'acqua Guizza. Se cercate un animale fantastico, ora sapete dove trovarlo.