Tra i talenti più luminosi della nuova generazione, Zendaya continua a crescere e, con lei, il suo talento

Ci sono stelle che ci mettono del tempo a carburare. Personalità dell’intrattenimento che sedimentano nel terreno della TV, del cinema, degli show per i giovani e le famiglie, che si mimetizzano tra gli agglomerati performanti assorbendo calore e luce, per tramutarli in energia con cui crescere.

E così passa il tempo, trascorrono gli anni, i programmi televisivi e le pellicole sullo schermo, che cominciano ben presto a lasciare sempre più spazio a quella scintilla che inizialmente avevamo notato, la quale ha scelto di dedicarsi al proprio sviluppo con momenti necessari, aspettando l’attimo giusto in cui fiorire.

È quello che ha attraversato una promessa, ora assai confermata, come Zendaya, attrice, ballerina e cantante al pieno delle sue potenzialità espressive, nata tra le conoscenze di spettatori più giovani, per espandersi poi ad un numero maggiore di pubblico.

Da Disney Channel al cinema

Zendaya

Una strada partita in sordina quella della ragazza dell’Oakland classe ’96, nonostante la cassa di risonanza di un ambiente come quello della casa di Topolino. Un po’ come molti dei talenti che sono fuoriusciti dai teatri di posa della Disney, anche Zendaya parte nel 2011 come protagonista di A tutto ritmo, serie televisiva sulla musica e la danza dove si affiancava dall’altrettanto nota Bella Thorne – che anche lei di rotte ne ha attraversate tante, partita nel mondo dello spettacolo da piccola, adesso poliedrica artista alla sua prima prova da regista per un’opera porno d’autore.

Un mestiere intrapreso all’interno della frizzante scatola di Disney Channel, che vede l’attrice farsi la pelle per quella che sarà, poi, la vera svolta della sua carriera.
È inizialmente nel cinema che Zendaya cerca di ritagliarsi una nuova dimensione creativa, pronta a fare il salto nel 2017 dopo quella scuola che le ha permesso di apprendere le dinamiche e l’universo dello show business, immergendosi direttamente in una produzione tanto grande quanto quella della Marvel.

Nei panni di Michelle Jones l’interprete fa il suo ingresso nel MCU con Spider-Man: Homecoming, spalla presente, ma volutamente sfuggente del protagonista Peter Parker di Tom Holland, che nonostante il soprannome di MJ non dovrebbe costituire il medesimo interesse amoroso che tutti quanti conosciamo. Ironia vuole poi che, ai tempi, era ancora la Disney a possedere i diritti dell’Uomo Ragno, fondamentale per la carriera dell’attrice e, soprattutto, per la narrazione epica degli Avengers, prima di ritornare sotto il dominio della Sony, che ne ha però concesso l’ulteriore sfruttamento al presidente della Marvel Kevin Feige.

La svolta di Zendaya nel 2019

Zendaya

Un impatto rilevante vista la portata universale dell’universo cinematografico dei cinecomics, dove è ancora mostrandosi capace, ma principalmente quadrata che Zendaya apporta il suo contributo al blockbuster. Una condizione che le permetterà di rivelarsi con quel luccichio che diventa sempre più evidente, che si lascerà intravedere maggiormente nel suo film successivo, pur ancora con un’interpretazione centrata e senza esibizionismi.

È nella parte di Anne Wheeler in The Greatest Showman che questa giovane, ma già così professionale artista, si ritaglia una propria dimensione agendo da catalizzatore dell’attenzione del personaggio di Zac Efron, nonché leggera acrobata dalla parrucca rosa e l’eleganza innata, che vola nell’aria circolare delimitata dal tendone del circo di Mr. Barnum. Una possibilità per brillare, che Zendaya coglie e conquista facendo altrettanto con la curiosità degli spettatori, pronti a scoprire di più di quell’artista che si intrecciava ai cerchi metallici appesi al soffitto precario di uno show ai suoi inizi, con il ruolo giusto che la stava aspettando solo un paio di anni dopo.

Se nel 2019 Zendaya riprende a impersonare MJ, adesso obiettivo romantico del protagonista Peter Parker, non è con Spider-Man: Far From Home che riesce realmente a splendere. In un vortice di dipendenza, relazioni, disagi e riflessioni sulla sessualità, è con Euphoria che quell’iniziale stella che stava pian piano formandosi arriva al suo potenziale massimo, al suo debutto tra i grandi, tra i promettenti talenti che hanno saputo farsi le ossa prima di poter dominare una propria galassia.

Ed è ciò che è capitato all’artista statunitense, che nella mente divisa e nel corpo ossessionato dalla ricerca di droga della sua Rue dimostra quello che, fino a quel momento, avevamo soltanto ipotizzato.

Come Zendaya sia il fulcro ardente di Euphoria

Zendaya

In uno dei fenomeni televisivi più influenti della stagione seriale del 2019, la produzione HBO e il suo ideatore e regista Sam Levinson focalizzano l’attenzione attorno le realtà segrete degli adolescenti americani, intorno agli scompensi inimmaginabili e compulsivi incontro a cui la società e il circolo famigliare, scolastico e comunitario li va costringendo, incentrando il fulcro del discorso sul personaggio della disturbata Rue, di cui Zendaya si assume l’irresponsabile comportamento, mostrando la naturalezza disarmante con cui finisce per entrare nel ruolo.

Smontata, sboccata, ciondolante tra le strade della sua cittadina e i corridoi tutti uguali della sua scuola, la protagonista si nutre dell’attrice come un parassita attuando la trasformazione finale, la simbiosi definitiva. Zendaya si muove come se capisse Rue, come se ne comprendesse le insensate azioni e giustificandole, così, anche al suo pubblico, splendendo anche lì dove il personaggio sta per sprofondare e innalzando il suo statuto di interprete sull’abisso irrecuperabile della vacuità dell’anima della ragazza.

Un’interpretazione ingiustamente ignorata durante la stagione dei premi televisivi, essenziale per la riuscita di un prodotto come Euphoria, di cui l’attrice si è fatta torcia assoluta, ardendo nella passività autolesionista di Rue.

Una stella pronta a ruotare a conquistare la galassia

Zendaya

E dunque la via è stata battuta, il percorso delineato e la meta, sempre più vicina, raggiunta. Con il suo spettro di talenti che l’hanno resa un’attrice su cui puntare, una cantante al lavoro sui suoi album, in aggiunta all’emblema di stile che ormai rappresenta e che sta andando a ricoprire in maniera sempre più capillare – nel 2019 è stata accanto allo stilista Tommy Hilfiger, diventandone ambasciatrice e disegnando lei stessa una sua linea d’abbigliamento -, Zendaya è tra le icone più ammirevoli e sorprendenti che l’industria ha saputo coltivare e sfruttare negli ultimi anni.

Una progressione nella crescita della sua carriera che continua senza arrestarsi, facendo dell’artista uno dei personaggi principali nel remake di Dune di Denis Villeneuve, in cui andrà a impersonare il ruolo di Chani Kynes, personaggio vitale nelle sorti del protagonista Paul Atreides. Un altro passo decisamente in avanti e, di certo, non l’ultimo per questa preziosa interprete, che ormai sappiamo potrà arrivare lassù, fino a stagliarsi nel firmamento.