THE AMERICANS torna con la sesta e ultima stagione dal 4 giugno, in prima visione assoluta su FOX (Sky, 112) il lunedì alle 21:50. Quando 5 anni fa The Americans fu creata dall’ex dipendente della CIA, Joe Weisberg, la serie fu subito apprezzata dalla critica USA per l’accuratezza con cui raccontava la Guerra Fredda, un’epoca che sembrava ormai lontana allo spettatore. La storia dei coniugi Philip e Elizabeth Jennings (Misha e Nadezhda), spie del KGB che lavorano sotto copertura (Matthew Rhys e Keri Russell, coppia anche fuori dal set), era liberamente ispirata a quella di Donald Heathfield e Tracey Foley, due agenti segreti sovietici che per più di vent’anni si finsero una normale famiglia americana.
Ma proprio ora che la serie si avvia alla stagione conclusiva, gli spunti che offre si avvicinano sempre più agli scenari attuali della politica internazionale. Se già l’intervento di Putin in Crimea e l’asilo politico di Snowden a Mosca avevano fatto presagire una Guerra Fredda 2.0 fra Obama e la Russia, la tensione è definitivamente esplosa nel 2017, dopo lo scandalo delle possibili interferenze di Putin nell’elezione di Trump. A ciò si aggiunga il recente avvelenamento a Londra dell’ex spia russa Sergey Skripal che ha messo in allarme tutta la NATO.
Malgrado il gancio inaspettato col presente storico – Weisberg stesso se ne è detto stupito – la critica USA ha sempre trovato riduttivo parlare della serie come un mero prodotto sullo spionaggio. Gli intrighi di geopolitica e le missioni segrete sono soprattutto un veicolo per parlare di lealtà e identità all’interno di un matrimonio in bilico fra menzogne e nevrosi domestiche, scandagliate con profondità degna di una saga di Bergman. Le esistenze di Philip e Elizabeth sono lacerate da uno spaventoso dilemma morale: conciliare i sentimenti di due coniugi e genitori come tanti con la fedeltà agli ideali sovietici che li costringe a sacrifici durissimi, sporcandogli spesso le mani di sangue.
La sesta e ultima stagione si apre con la ballata Don’t Dream It’s Over e l’allusione alle fine del sogno dell’Impero sovietico non potrebbe essere più esplicita: dopo un salto temporale di ben tre anni siamo nell’autunno del 1987, poche settimane prima dello storico incontro fra Reagan e Gorbaciov, diventato Segretario del Partito Comunista Sovietico. Philip ha ormai abbandonato l’attività di spia e si dedica solamente al lavoro all’agenzia di viaggi e a hobby molto yankee, mentre Elizabeth è ancora totalmente dedita alla causa: non crede né alla Perestrojka né alla pacificazione fra USA e Unione Sovietica.
Tutto ciò si traduce in un conflitto forse insanabile nella coppia e l’incomunicabilità è acuita dal rapporto che hanno con i figli: da un lato Henry (Keidrich Sellati), totalmente all’oscuro dell’attività dei genitori e molto legato a suo padre; dall’altro Paige (Holly Taylor), che verrà totalmente coinvolta nelle missioni di spionaggio della madre. Cambiare vita per salvarsi o restare aggrappati a un illusorio status quo? L’epilogo di tutto questo non sappiamo che carico di sofferenza potrà portare a Philip e Elizabeth, che sembrano divisi come mai lo erano stati prima.
E’ notizia di pochi giorni fa che il giovane Alex Vavilov, figlio della coppia che ha ispirato la serie (da tempo espatriati in Russia), abbia fatto richiesta di passaporto al Canada per potersi trasferire e cercare lavoro nel paese che gli diede i natali. Dopo un primo responso negativo, il successivo appello alla Corte Suprema è stato infine accolto. Alex ha così commentato: “Non sono una minaccia per questo paese, sono un cittadino canadese e voglio vivere la mia vita qui”.