Alice e Peter su Amazon Prime Video dal 22 aprile può essere considerata un retcon dei due famosissimi romanzi inglesi per ragazzi: Peter Pan e Alice in Wonderland

Le storie si raccontano, si interpretano, si scrivono e riscrivono. Fa parte della tradizione della narrazione intorno al fuoco, o della fiaba della buonanotte. Spesso ci si muove per archetipi, accompagnando i bambini verso il fondamentale passaggio verso l’età adulta, cercando di riempire il più possibile di belle lezioni le storie che si vanno a condividere. Quindi, non sarà sconvolgente trovarsi dinnanzi all’ennesima versione di Peter Pan e Alice nel Paese delle Meraviglie, due dei più amati e rivisitati romanzi per ragazzi di tutti i tempi. Alice e Peter – traduzione italiana di Come Away – è disponibile su Amazon Prime Video dal 22 aprile e non è affatto un film da sottovalutare, o da liquidare come “l’ennesimo remake” o, addirittura, il blackwashing dei due romanzi. Merita senz’altro uno sguardo più approfondito e indulgente, e un certo apprezzamento per scrittura e regia.

Si potrebbe trattare, in effetti, di un’operazione di retcon delle biografie dei due personaggi, Alice e Peter Pan, e dell’unione dei due universi narrativi. In fondo, perché no. Le origini, così raccontate, non contraddicono gli sviluppi che tutti conosciamo, quelli narrati da James Matthew Barrie nella sua opera teatrale, e poi nei romanzi. Né tantomeno la Alice del film è incompatibile con quella di Lewis Carroll. Se non per il dettaglio, narrativamente ininfluente né predominante, del colore della pelle. Se questo dovesse disturbare particolarmente lo spettatore, una rapida ricerca potrà presentare un ventaglio di altre opzioni: Alice e Peter hanno quell’aura di fascino e magia così forti, da convincere anche nella più scialba trasposizione cinematografica.

Alice e Peter: l’immaginazione per sconfiggere il dolore

Alice (Keira Chansa) e Peter (Carter Thomas) sono fratelli. Figli di Rose (Angelina Jolie) e Jack (David Oyelowo), vivono un’infanzia spensierata, libera e stimolante in compagnia del fratello maggiore David (Reece Yates). Certo, i rimproveri dell’arcigna zia Eleanor (Anna Chancellor) pesano sull’educazione della giovane “piccola lady” della famiglia, e la rivalità tra Peter e David insinua qualche piccolo litigio. Eppure, tutto va bene, tra compiti a casa, cerimonie del tè e inseguimenti nei boschi. Un giorno, però, un evento tragico fa precipitare inesorabilmente gli equilibri della famiglia e il ricorso all’immaginazione diventa necessario. Davanti al lutto, davanti alle numerose difficoltà familiari (e ai pregiudizi verso questa coppia “mista”, socialmente ed etnicamente), non resta altro da fare che costruirsi un mondo alternativo, fatto di fate, pirati, Bimbi Sperduti, Regine di Cuori e specchi magici. Un mondo in cui i due bambini diventano profondamente coinvolti, tanto da dare vita a una vera magia.

Alice e Peter acquista ritmo in corsa, dando allo spettatore la piacevole soddisfazione di ritrovare oggetti e personaggi diventati celebri nei romanzi, in collocazioni nuove ma coerenti. Quasi che le storie “intercettate” da Barrie e Carroll siano realmente nate da un forte potere immaginifico, che ha permesso a due giovanissimi narratori di sopravvivere a una famiglia in crisi. La sensazione è questa, quando il piano della fantasia si interseca con quello della realtà: che la mente libera di un bambino può davvero trasformare le cose. Sicuramente un messaggio confortante, che rende attuale la magia di due classici. Di fatto, il racconto riprende forse il concetto che più amiamo dei romanzi da cui è ispirato: l’infanzia come età ricca di tesori da preservare. E, magari, da portare con sé anche quando si cresce.

Un cast d’eccezione per Alice e Peter su Prime Video

A rendere questo film un’operazione interessante e riuscita, contribuisce un cast di prim’ordine. Innanzitutto a dirigere Alice e Peter è Brenda Chapman, regista dell’apprezzatissimo film Disney Brave. Così come in Brave, Chapman padroneggia con eleganza il genere “per ragazzi”, puntando ancora una volta i riflettori sull’importanza dei legami familiari. Il cast di interpreti risulta efficace ed equilibrato, nonostante la presenza di superstar (come Jolie e Michael Caine, in una piccola parte). I ragazzi che interpretano Alice, Peter e David sono molto convincenti, e ben rendono le personalità archetipiche dei loro personaggi. Alice, la bambina dalle buone maniere, intelligente e curiosa da una parte e l’indomito Peter che rifiuta le regole del mondo degli adulti, dall’altra.

A rendere ancora più vivido il potere immaginifico degli universi da cui è tratto Alice e Peter ci sono costumi e scenografia. Non ci si aspettava nulla di meno da una produzione del genere, ma la cura dei dettagli fa particolarmente piacere all’occhio dello spettatore. In entrambi i romanzi ci sono alcuni oggetti diventati iconici: l’orologio che ticchetta nella pancia del coccodrillo, il mazzo di carte francesi, il campanellino. Qui se ne racconta la storia, si spiegano i perché, si caricano le icone di significato. È un “what if…” divertente, scritto da autori che evidentemente ben conoscono la materia.

In conclusione

Come sempre, per non essere delusi occorre calibrare le proprie aspettative su ciò che si va a vedere. Alice e Peter è un omaggio all’infanzia, al coraggio e alla magia dei bambini. Prende due delle storie più amate di sempre (grazie anche alle sue trasposizioni Disney) e le fonde insieme. Fa un po’ quello che fanno i bambini, appunto, quando – dopo che il cartone animato è concluso o il racconto è finito – immaginano ciò che avviene dopo, o prima. È proprio con lo stesso approccio non ortodosso che va visto il film su Prime Video. Quando lo spirito rimane intaccato, le grandi storie possono essere smontate e rimontate, ma non perdono il loro fascino.

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Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.