FIFA 21: EA nella bufera per aver pubblicizzato le loot box e i pacchetti giocatori di Ultimate Team all’interno dei cataloghi di giochi per bambini

Nelle ultime ore è scoppiata una polemica riguardante EA, Electronic Arts, per via della decisione di pubblicizzare le loot box e gli acquisti in game di FIFA 21 sui cataloghi di giocattoli per bambini.

Nel mirino in particolare è finito l’ultimo magazine del retailer inglese Smyths Toys, che presentava proprio una pubblicità incentrata sugli acquisti nella Ultimate Team di FIFA 21: nell’inserzione erano illustrati i quattro passi per giocare, di cui lo step due era “Usa i FIFA Points per aprire i pacchetti”.

I FIFA Points sono la valuta virtuale con cui EA vende bonus e oggetti nella modalità Ultimate Team, appunto, con i pacchetti giocatore che sono l’equivalente delle loot box (o delle “meccaniche a sorpresa”, come a EA piace chiamarle).

Grazie alle modalità equivalente all’Ultimate Team di FIFA, NHL e Madden, i tre giochi sportivi principali del colosso, EA ha guadagnato 1.5 miliardi di dollari nell’ultimo anno fiscale, il terzo consecutivo in cui i guadagni derivanti da tali modalità sono superiori al miliardo.

Il colosso dell’intrattenimento è così finito nel mirino della critica, con Twitter che è stato invaso di messaggi di protesta, così come Reddit, i cui utenti accusano Electronic Arts di “normalizzare gli acquisti in game da parte dei bambini” in maniera poco etica, riaccendendo il dibattito sul considerare o meno le meccaniche di FIFA Ultimate Team come gioco d’azzardo.

ea loot box

Nel frattempo però è arrivata la presa di posizione ufficiale di EA, attraverso la dichiarazione che riportiamo di seguito:

“Prendiamo molto sul serio le responsabilità che abbiamo quando promuoviamo EA Games in canali visti dai bambini. Nonostante ciò, siamo consapevoli che la pubblicità per i FIFA Points è apparsa in contesti dove non sarebbe dovuta apparire. Abbiamo lavorato diligentemente con Smyths per garantire che questa pubblicità non venga più distribuita nelle copie rimanenti del loro catalogo 2020. Abbiamo anche intrapreso un’immediata revisione di tutti i futuri posizionamenti sui media e stiamo lavorando per garantire che ciascuna delle nostre attività di marketing rifletta meglio la responsabilità che ci assumiamo nei confronti dei nostri giocatori più piccoli”.

In generale si tratta di un discorso che viene portato avanti da molto tempo ormai, con diversi paesi che hanno adottato alcune contromisure per contrastare il fenomeno delle loot box nei videogiochi: c’è chi ha reso obbligatorio un bollino sulla confezione del gioco e chi le ha vietate del tutto, e in generale si tratta di una pratica non troppo ben vista dai consumatori.

Le dichiarazioni di EA però, lasciano intendere che anche le aziende stanno iniziando a prendere sul serio questa problematica.

(Fonte: VGC)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.