Non si vive di solo Thor: quando il fantasy si fa senza mitologia norrena

Il successo del Signore degli Anelli ha avuto un effetto senza dubbio imprevisto sul fantasy: gli autori hanno iniziato in massa a sfruttare la mitologia norrena per le proprie opere. Difficile dire quanto ci fosse di intenzionale in questa eredità del Professore. Certo, come abbiamo detto in passato, il vero retaggio di Tolkien sta nel suo metodo di lavoro. Non tanto nei suoi risultati, oggetto di un conseguimento personale.

Eppure, vuoi il gradimento del Signore degli Anelli, vuoi la passione della “generazione fantasy” successiva (iniziata con Terry Brooks), ormai è quasi inconcepibile realizzare un fantasy senza inserire qualche piccolo elemento derivato dai miti del nord. Nani, elfi, draghi, orchi. Sono tutti elementi che in qualche maniera richiamano Beowulf, l’Edda, le lande fredde del nord dove brevi sono le estati e crudeli gli inverni. Sorge quindi la domanda: è possibile creare fantasy senza questa mitologia?

Certo, forse la domanda migliore sarebbe “perché non farlo?”. Una buona opera di mitopoiesi può essere realizzata su qualsiasi mitologia. Anzi, su qualsiasi cosa. Ecco perché oggi vi parleremo di dieci opere fantasy che non sfruttano la mitologia norrena. Tuttavia, come sempre, è necessaria una premessa.

Cercheremo di parlare di opere che non contemplino nella maniera più assoluta elementi tratti dall’Edda. Questo esclude commistioni come American Gods e opere come La legione perduta di Harry Turtledove, dove ogni tanto un riferimento ai miti del gelido nord salta fuori.

La Saga degli Otori (Lian Hearn)

Per iniziare cominciamo con un’opera ambientata nell’estremo oriente. Il Giappone feudale è senza dubbio un periodo storico colmo di fascino, che tuttavia non sembra essere adeguatamente sfruttato dal fantasy. Con la saga degli Otori Hearn sceglie quindi di rappresentare un contesto storico, seppure con forte impronte fantastiche.

L’avventura di Takeo, adottato dal clan Otori e la sua vendetta contro Iida si ambientano nel Giappone che abbiamo conosciuto in anime e manga, senza disdegnare l’utilizzo di un folklore ricco come pochi altri al mondo, dando la possibilità ai lettori di gustarsi un buon fantasy, senza che la mitologia norrena venga scomodata.

L’unica pecca, per quanti desiderano un tocco di realismo in più, sta nella scarsa ricostruzione storica dell’ambientazione. Hearn finisce per concedersi troppe libertà creative per un romanzo che vorrebbe mantenere una base storica. E questo potrebbe non essere apprezzato dagli appassionati di cultura giapponese.

Trilogia di Daevabad (Shannon A. Chakraborty)

Quando vi avevamo parlato della Città d’Ottone, primo libro della Trilogia di Daevabad (e, per ora, l’unico giunto in Italia) non ci eravamo risparmiati in lodi per la costruzione del mondo. Il lavoro di mitopoiesi dell’autrice si rivela praticamente perfetto. I miti e le leggende del vicino oriente pre-islamico trovano una propria collocazione e dimensione all’interno della sua opera.

Marid, djinn, ghoul e molte altre creature fantastiche, le stesse presenti in Le Mille e una Notte, vengono rielaborata e inserite in un contesto di intrighi, battaglie per il potere, tensioni razziali e religiose che riescono a dare un tocco di realismo alla vicende.

Certo, non tutti i plot-twist appaiono impeccabili e il fatto che l’opera sia ancora incompleta in italiano potrebbe causare qualche remore nei lettori. Ma ciò non toglie valore all’ottimo world building realizzato da Shannon Chakraborty.

La Torcia (Marion Zimmer Bradley)

Complice una fama non certo positiva dell’autrice, negli ultimi anni abbiamo assistito a un declino della popolarità delle opere di Marion Zimmer Bradley. Conosciuta soprattutto per la sua produzione ispirata al ciclo arturiano e all’epopea di Darkover, nel 1987 cercò di replicare quando aveva fatto quattro anni prima con le Nebbie di Avalon.

MZB tenta quindi di far rivivere una saga epica, vista solitamente con occhi maschili, da un punto di vista femminile, quello di Cassandra, figlia del Re Priamo di Troia. La storia ci porta dunque a prima della nascita di Paride, quando la regina Ecuba sogna di partorire una torcia che avrebbe appiccato il fuoco alla sua città. Un chiaro segnale di ciò che il Fato ha in mente per l’ultimo nato nella stirpe di Priamo e per Troia.

Bradley ci propone una reinterpretazione della storia da un punto di vista diverso rispetto a quello di Omero e dei grandi autori epici del passato. Grazie agli occhi di Cassandra, dotata di un dono profetico a cui nessuno può credere per la maledizione di Apollo, i lettori vivono una vicenda intrisa di titanismo, una fine inevitabile che solo loro e la protagonista conoscono.

Percy Jackson e gli déi dell’Olimpo (Rick Riordan)

Senza dubbio molti di voi si aspettavano di incontrare qui la saga fantasy di Rick Riordan (che in effetti vanta anche qualche influenza norrena…) dove rivivono gli déi della mitologia classica.

La storia di Percy Jackson, semidio figlio di Poseidone, ci porta in un mondo dove le divinità dell’Olimpo hanno trasferito la propria sede nel nuovo centro della cultura occidentale, gli Stati Uniti. L’esistenza di Percy trascorre come quella di un ragazzo un po’ problematico, almeno finché qualcuno non ruba le folgori a Zeus, cercando di accusare lui di questo furto.

Il mondo creato da Riordan non si limita a riprendere i miti classici: li sfrutta in maniera tale da dare loro un contesto contemporaneo, realizzando una perfetta commistione tra i miti della Grecia e quelli del mondo di oggi, come la cultura pop. Il tutto dando l’impronta di un lungo romanzo di formazione, dove la crescita personale di Percy è il vero fulcro della vicenda.

Lavinia (Ursula K. Le Guin)

Ursula Kroeber Le Guin è senza dubbio una dei grandi nomi del fantastico. Conosciuta soprattutto per la saga di Earthsea, la Le Guin nel 2008 si cimentò con la creazione di un romanzo basato sugli ultimi sei libri dell’Eneide di Virgilio, scegliendo come propria protagonista Lavinia, la figlia del re Latino e sposa di Enea, il principe troiano figlio di Afrodite.

La storia di Lavinia potrebbe essere quella di molte donne del passato, andate in sposa a uomini sconosciuti nel corso della storia. La grande differenza è ciò in cui è coinvolta Lavinia, inconsapevole interprete nella creazione di uno dei più potenti imperi mai visti sulla faccia della Terra.
Eppure la storia appare semplice. Quella di una donna che abbandona la casa paterna, che vede il proprio marito morire dopo una breve felicità, che racconta all’ombra di Virgilio la sua vita, gli anni che hanno visto l’arrivo degli esuli troiani e il seme che avrebbe portato alla nascita dell’Impero Romano. La Maestra del fantasy cambia quindi la prospettiva della storia. Non più quella dall’alto, quella politica e militare, ma una storia “dal basso”, quella di una persona che ha avuto modo di vivere sulla propria pelle gli avvenimenti.

Ash, una storia segreta (Mary Gentle)

Quando pensiamo all’ucronia, di solito, ci immaginiamo mondi dove eventi nel nostro passato hanno modificato in maniera perentoria il nostro presente. Nessuno pensa mai che possa essere avvenuto il contrario: che il nostro mondo sia frutto di un paradosso temporale. Nessuno, tranne Mary Gentle.

Ash, una storia segreta è proprio questo. Ci dipinge un mondo medievale dove la magia e il misticismo sono presenti. Dove Cartagine, rifondata dai Visigoti, è divenuta il centro di un vasto impero che un rabbino ha maledetto con un incantesimo. E dove Cristo era un centurione romano, fedele seguace del culto di Mitra.

Ma allora cosa è successo? Chi o cosa ha modificato la storia, portando sui nostri libri storie diverse, modificando la nostra religione ed eliminando ogni traccia di magia dal mondo? Per scoprirlo seguiamo le avventure di Ash, un’orfana cresciuta da un gruppo di mercenari, le sue avventure nell’Italia alternativa di questo mondo, razziata da automi meccanici, e il suo incontro con la misteriosa figura di Faris.

La Saga degli Etruschi (Mariangela Cerrino)

Il fantasy in Italia pecca spesso nel non dare troppa considerazione alle tradizioni nostrane. Eppure esiste un caso davvero eclatante, quello di Mariangela Cerrino, autrice della Saga degli Etruschi, iniziata nel 1992.

Cerrino propose ai lettori la storia del popolo etrusco (o Rasna, come chiamano se stessi), civiltà fiorente che gode di un lungo momento di pace nell’idilliaco paesaggio della penisola italiana. Eppure il futuro sta per cambiare: la sacerdotessa Caitli predice qualcosa di impensabile, la fine degli Etruschi per mano dei barbari vicini, provenienti dalla città di Roma.

La storia proposta nei tre libri degli Etruschi parla soprattutto della ricerca del proprio posto nel mondo. Il principe Larth, riluttante erede al trono, dovrà affrontare il destino e una profezia di morte. Ma è anche una storia in cui entriamo nella mente di un popolo che la storia ha sconfitto, in favore dei più grandi vincitori dell’età tardo-antica.

I segnali di una fine imminente ci sono. Eppure pochi sono disposti a crederci. E ancora meno sono quelli disposti a fare qualcosa per impedirlo. Per caso sentite suonare un campanello?

Nessun dove (Neil Gaiman)

Qualcuno è in grado di dare una definizione di ciò che ha creato Neil Gaiman in Nessun dove? Fantastico? Senza dubbio, in molti sensi. Eppure l’opera prima del creatore di Sandman è difficile da inquadrare in una categoria. Senza dubbio è difficile trovare una mitologia di riferimento in questo fantasy, norrena, classica o celtica che sia. Ma proprio in questo si trova la grande forza di Nessun dove.

La storia di Richard è quella di un ragazzo che cade, quasi letteralmente, in un mondo dove diventa un invisibile. Quello dei pazzi, dei senza tetto, dei paria, dove si riuniscono per dare un senso alle proprie vite, distanti da quella società che li ha etichettati come improduttivi e abbandonati.

Londra di Sotto è un vaso di Pandora, un mondo che sembra costruirsi di piccole scatole cinesi sempre più complesse. Al suo interno qualsiasi cosa prodotta dalla mente umana, troppo strana per poter essere accettata dalla società “normale”, diventa parte integrante di un mondo che non smette mai di stupire.

His Dark Materials (Philip Pullman)

La saga di Philip Pullman è forse una delle migliori dimostrazioni di come sia possibile sfruttare non solo la mitologia per un’operazione di mitopoiesi. Anche la scienza, la filosofia, persino la religione possono essere oggetto di revisione e rielaborazione, in modo da creare un mondo.

La storia di Lyra e la sua ricerca guidata dall’Aletiometro non è altro che il lungo percorso del sapere. Il modo in cui il peccato originale del genere umano, la conoscenza, diventa anche la sua più grande virtù, capace attraverso la teologia, filosofia, la fisica.

Per farlo Pullman rielabora sia concetti provenienti dalla filosofia, come i Daimon socratici e il rasoio di Occam, che eventi legati alla religione e alla letteratura, come il Paradiso Perduto di John Milton. Non senza concedersi qualche piccola invenzione personale, come i Panserbjørne, capaci di conferire ulteriore fasciano alla propria opera.

La Torre Nera (Stephen King)

E chiudiamo con il Re. Certo, forse è difficile definire la Torre Nera un fantasy. All’interno dell’opera di Stephen King ci troviamo davanti a una commistione di generi molto diversi, tale da non rendere inquadrabili le avventura di Roland di Gilead in una categoria.

King, nella creazione dell‘Omni-Mondo, non si limita a dare spazio alla propria fantasia. Lo fa con mestiere, con perizia, prendendo spunto da opere diverse. Un mondo capace di unire la ballata Childe Roland e La Terra Desolata di T.S. Eliot, in cui l’operazione di mitopoiesi compiuta da Tolkien non è solo un modello di riferimento, ma un obiettivo da raggiungere e superare. La letteratura, la stessa amata dall’autore, è la mitologia prescelta per la creazione del mondo.

In questo il Re dell’Horror compie anche una raffinata opera di ricostruzione del linguaggio. Come possono esprimersi le persone di un mondo che “è andato avanti”? Quali mutamenti può subire il linguaggio e la mentalità di chi lo ha prodotto? Domande a cui King riesce a dare una propria risposta all’interno di una delle saghe più affascinanti e maestose del panorama del fantastico.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.