Final Fantasy VII Remake: Square Enix spiega perché il gioco è stato diviso in capitoli, anziché puntare a una singola release

Final Fantasy VII Remake è uno dei titoli più attesi degli ultimi tempi, nonostante si tratti di una riedizione, sia per via del gioco originale, amatissimo dai fan di tutto il mondo, sia perché si è fatto attendere anche letteralmente, dato che l’idea risale ai primi anni 2000 e lo sviluppo è iniziato attivamente nell’ormai lontano 2015: come saprete, il gioco sarà diviso in capitoli, il primo dei quali è in arrivo tra poco più di due settimane.

Ma perché è stata presa una decisione del genere, anziché far uscire un unico gioco completo? Square Enix ha già tentato di rispondere diverse volte alla domanda, ma le dichiarazioni non erano mai state troppo convincenti, anche per via delle difficoltà nel tradurre testi dal giapponese all’inglese, da parte delle varie riviste internazionali.

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La stessa Square Enix ci è però venuta in soccorso con un’intervista postata sul proprio sito web ufficiale, che chiarisce meglio la situazione. A parlare è stato il producer Yoshinori Kitase:

“All’inizio del progetto avevamo due direzioni da poter prendere. La prima era quella di dare al progetto il livello grafico più alto possibile, dunque parliamo di qualità visiva, dettagli e della possibilità di non rimuovere nulla dalla storia originale, ma anzi espanderla, renderla più immersiva.

L’altra opzione era di includere il gioco originale in una singola release. Purtroppo però, per farlo funzionare coi canoni moderni di oggi, non avremmo potuto puntare al massimo livello qualitativo, e avremmo anche dovuto tagliare aree e scene dal gioco originale”.

Insomma, un bivio di fronte al quale la decisione da prendere è stata chiara. Kitase continua: “Sostanzialmente, il gioco sarebbe diventato un riassunto della storia originale, e non crediamo che ai fan sarebbe piaciuta una cosa del genere. Alla fine abbiamo deciso che la migliore opzione era la prima, con una storia da espandere. Avere più di un gioco in cantiere, ha fatto sì che ci focalizzassimo nel mantenere tutto ciò che la gente ha già amato dell’originale, ma anche di entrare più nel dettaglio e in profondità nella storia rispetto a prima”.

Che ne pensate delle parole di Kitase?

(Fonte: Push Square)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.