Il celebre game designer Hideo Kojima si è prodigato su Twitter in una difesa della Photo Mode nei videogiochi: “Aiuta ad affinare tante qualità”

Hideo Kojima utilizza spesso Twitter, sia per aggiornare sui suoi progetti, sia per parlare un po’ di qualsiasi argomento, anche se ovviamente la maggior parte delle sue discussioni e riflessioni riguardano l’industria videoludica e il mondo dei videogiochi in generale.

Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato del suo post in occasione del suo compleanno: Kojima-San ha compiuto infatti la settimana scorsa 58 anni, nonostante sembri ancora un ragazzino, e ha voluto rassicurare i suoi fan sul fatto che nonostante quello che c’è scritto sulla carta d’identità, l’autore ha intenzione di continuare a creare videogiochi finché la sua brillante mente glielo permetterà.

Oggi invece il leggendario game designer giapponese si è soffermato su una delle modalità che più “vanno di moda”, perdonateci l’espressione, ultimamente nei videogiochi: la Photo Mode. Sempre più titoli infatti offrono la possibilità di scattare foto panoramiche mozzafiato da condividere sui social, come se il videogioco fosse un vero e proprio set fotografico: scegliendo cioè personaggi e/o veicoli da inquadrare, posizione della fotocamera, oggetti di scena, sfondo e quant’altro.

Una modalità che molti hanno scoperto e apprezzato, ma della quale non mancano anche i detrattori.

hideo kojima photo mode

Il tweet di Hideo Kojima sulla Photo Mode

“Ci sono ancora persone che prendono in giro il fatto di scattare fotografie virtuali in un videogioco, ma se continui a scattare foto, anche se in un gioco, la tua sensibilità e le tue abilità possono migliorare in maniera naturale. Composizione, layout, concentrazione, ecc. Più importante, imparerai a capire quello che vuoi fotografare. L’esperienza nel gioco tornerà sicuro utile quando scatterete una foto con una fotocamera vera o uno smartphone”.

E voi che ne pensate delle parole di Kojima sulla Photo Mode? Siete d’accordo con l’autore?

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.