Estesi i protocolli di sicurezza contro il Covid-19 a tempo indeterminato: la decisione di Hollywood

L’emergenza Covid-19 ha colpito duramente Hollywood, che ha dovuto provvedere a un’estensione dei protocolli di sicurezza. La decisione è giunta dai sindacati, i quali hanno annunciato che le misure per il ritorno al lavoro saranno allungate a tempo indefinito, almeno finché non verrà trovata la quadra per un nuovo accordo tra le parti in causa.

I protocolli in questione erano stati stabiliti a settembre, in base a un accordo sorto tra le diverse agenzie e rappresentanze sindacali. Era stato inizialmente previsto che la loro conclusione sarebbe arrivata il 30 Aprile, tuttavia sono stati prorogati fino alla mezzanotte (orario della costa del Pacifico) del 30 Giugno.

Nelle scorse ore è così arrivata una dichiarazione congiunta delle parte, nella quale viene confermato che i protocolli di sicurezza contro il Covid-19 resteranno in vigore a Hollywood a tempo intederminato.

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Hollywood ai tempi del Coronavirus: girare sotto l’egida dei protocolli di sicurezza

Un’idea di cosa voglia dire girare a Hollywood ai tempi del Covid-19 ce l’ha fornita Eric Kripke in una recente intervista: il regista di The Boys ha raccontato cosa abbia significato realizzare la terza stagione del suo show seguendo i protocolli di sicurezza.

Non posso certo dire che sia stata la mia esperienza di produzione preferita. Non è una sola cosa, ma è una grande quantità di piccole cosa fastidiose che si accumulano tutte insieme. Alla troupe non è permesso bere acqua sul set. Quindi ogni due o tre ore devi dare loro venti, trenta minuti di pausa solo per poter bere un po’ d’acqua. E questa è un’ora, un’ora e mezza della tua giornata che perdi, ogni singolo giorno”.

Insomma, la scomodità e i ritardi l’hanno fatta da padrone sul set di The Boys, così come su quello di molti altri set nella capitale del cinema a stelle e strisce.

(fonte: Deadline)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.