Tra mitologia, serie TV e nuovi romanzi: Rick Riordan incontra i fan al Lucca Comics & Games
La scorsa settimana si è svolto il Lucca Comics & Games che, come ogni anno, ha visto una grandissima affluenza. Quest’anno la fiera ha fatto un grande regalo ai giovani lettori portando ospiti internazionali come Rick Riordan, Cassandra Clare e Holly Black. L’apprezzamento dei fan è stato sicuramente dimostrato dalle lunghe file fatte per i firmacopie e gli eventi le cui sale si sono riempite in pochissimi secondi.
Rick Riordan ha avuto modo di raccontarsi e rispondere alle domande dei fan diverse volte durante la fiera. Innanzitutto, ha raccontato come è nato il romanzo da cui tutto è partito, Percy Jackson e il Ladro di Fulmini, svelando che la storia originariamente era una favola della buonanotte per il suo primogenito. Haley Riordan, figlio dell’autore, stava affrontando un periodo difficile durante la sua prima adolescenza a causa delle difficoltà scolastiche dovute alla sua dislessia e al suo deficit dell’attenzione. Per questo motivo, Riordan decise di sfruttare la sua passione per la mitologia, che ai tempi l’autore stesso insegnava ai suoi alunni delle scuole medie, e creò un mito in cui suo figlio si potesse sentire rappresentato. Riordan ricorda di aver detto a suo figlio che c’era un altro ragazzo della sua età che condivideva i suoi stessi disturbi dell’apprendimento ed era un semidio. Il figlio dell’autore fu subito entusiasta fino a spingere Riordan a mettere per iscritto queste storie in modo che anche altri ragazzi come lui potessero conoscerle. L’autore puntualizza che il figlio successivamente gli disse che la versione originale di queste storie della buonanotte contiene piccole differenze che l’autore ammette di non ricordare come ad esempio l’assenza del personaggio di Luke Castellan, uno degli iconici protagonisti della saga e primo nemico che Percy affronta. Per Haley Riordan, la primissima versione resterà sempre la migliore nel suo cuore perché è quella che per la prima volta l’ha fatto sentire capito e raccontato. Ora il figlio di Riordan lavora a Boston e aiuta i giovani che hanno disturbi dell’apprendimento nell’avere le giuste misure compensative per affrontare la loro carriera accademica e l’autore non potrebbe andarne più fiero.

Molti fan durante la fiera erano particolarmente emozionati di incontrare l’autore perché è stato colui che li ha introdotti alla lettura stessa. Quindi, la domanda sorge spontanea, per lui invece chi sono gli autori che gli hanno trasmesso questa passione? A chi si ispira? L’autore risponde che durante la sua adolescenza rimase molto entusiasta della lettura dei libri di fantascienza di Ursula Le Guin e Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. Entrambi l’hanno introdotto non solo a questo mondo fantastico che contraddistingue anche le sue opere, ma anche alla passione per la letteratura stessa.
Per quanto riguarda la scelta di utilizzare la mitologia come strumento per raggiungere i giovani, Riordan afferma che secondo lui è lo strumento ideale ribadendo più volte come in qualsiasi epoca rimangano sempre attuali. Reputa fondamentale il loro insegnamento ad un’età delicata come quella della prima adolescenza dato che sono persino in grado di insegnarci chi siamo. Riordan afferma: “Leggere e immaginare come affrontare i mostri nella loro vita e sconfiggere i mostri […] forse la mitologia non può offrire soluzioni, ma può [farci immaginare] come il mondo [possa diventare] migliore”. D’altronde, l’autore prima di scrivere la saga di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo era un insegnante. Il creatore della saga ammette che sente la mancanza del suo ruolo in aula. Nonostante questo, rivela che il suo compito di scrittore è molto simile a quello di un insegnante, dato che percepisce i suoi lettori come una classe a cui non deve “correggere i saggi”. Sottolineando l’importanza della lettura, Riordan asserisce: “I libri possono creare un mondo migliore, possono […] insegnare […] come essere più compassionevol[i] e meno giudicant[i]”. L’autore afferma che la mitologia ci spinge ad essere persone migliori e sviluppa il nostro senso critico, per esempio mettendoci davanti a situazioni che noi stessi poi attraverso la narrazione impariamo a comprendere e valutare affinando il nostro giudizio. L’autore fa l’esempio del Dio Zeus che, pur essendo considerato il capo degli Dei, attraverso le sue azioni nei miti e quindi nelle stesse saghe di Riordan, è possibile comprendere come questo ruolo di sovrano potrebbe essere rivalutato. Questo perché l’autore considera che il re degli Dei non sempre agisca nella maniera più corretta. Per questi motivi, l’autore reputa di poter ancora mantenere il suo ruolo di insegnante di tanti giovani, ottenendo l’obiettivo di non solo tramandargli importanti insegnamenti, ma anche e soprattutto accompagnarli nella loro crescita. Per questi giovani, Riordan dichiara che “la classe non serve per imparare” e tramite la lettura possono comprendere come affrontare una fase così fondamentale della loro vita come l’adolescenza.
Durante il corso di queste interviste, l’autore ha parlato interamente in italiano, il che ha stupito tutti. Per questo motivo, è stato chiesto più volte da dove nasce questa curiosità per la nostra lingua. Il creatore della famosa saga ha risposto che non sa bene il perché ha deciso di intraprendere questo percorso di apprendimento, ma è lieto di averlo fatto. Afferma però che la curiosità è nata durante i suoi svariati viaggi in Italia che gli hanno permesso di iniziare ad imparare e praticare l’idioma. L’autore afferma che “la lingua è l’anima della cultura”, infatti tramite lo studio di essa sente di comprendere meglio la nostra società.
Il 10 dicembre tornerà la serie di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo con la sua seconda stagione che porterà l’adattamento del secondo libro della saga Percy Jackson e il Mare dei Mostri sul piccolo schermo. Per l’occasione, l’autore ha risposto a delle domande riguardo alla sua esperienza nel processo di trasposizione delle sue storie da romanzi a live action. Per l’autore, è stata un’avventura totally nuova e ci tiene a sottolineare che scrivere per una serie è totalmente diverso dallo scrivere un romanzo perché si è tutt’altro che soli. Ricorda simpaticamente il suo rapporto con la Writing Room dato che inizialmente si è trovato confuso dal processo creativo corale che porta alla nascita di un copione. Questo infatti si svolge dopo lunghe chiacchierate e discussioni, il che è totalmente diverso da ciò a cui lui è abituato, trovandosi solitamente da solo nel suo lavoro di autore di romanzi. Inoltre, scherza sul fatto che quando si scrive un libro non si pensa a problemi che poi potrebbero invece scaturire nella trasposizione televisiva specialmente legati al budget. L’autore afferma che mentre nei suoi romanzi è abituato a poter esagerare con creature mitiche e fantastiche che appaiono durante le vicende, questo potrebbe costituire un problema nel mondo delle serie in streaming a causa dei costi per la creazione degli effetti speciali richiesti. Nonostante le prime difficoltà, l’autore è molto fiero del lavoro fatto da tutto il team che si occupa della trasposizione e non vede l’ora di mostrare ai fan le nuove stagioni in arrivo. Attualmente stanno avvenendo le riprese della terza stagione e Riordan è già impaziente di rivelare al pubblico il lavoro che sta avvenendo a Vancouver in questi mesi. In particolare, descrive la sua emozione nel vedere le riprese di una delle primissime scene della terza stagione in cui il pubblico incontrerà il personaggio di Nico di Angelo durante il ballo scolastico che avviene all’inizio del terzo libro della saga. L’autore attesta che il giovane cast è perfetto per la trasposizione delle sue opere letterarie e dichiara di essere grato di aver trovato giovani attori talentuosi a cui affidare i suoi personaggi.
Tra i nuovi progetti dell’autore, troviamo il romanzo La Corte dei Morti uscito il 23 settembre edito Mondadori. L’autore descrive il libro come una storia su cosa avviene dopo essere cresciuti, essere cambiati e aver scoperto se stessi, riti di passaggio che caratterizzano l’adolescenza che Nico Di Angelo ha dovuto affrontare nel precedente libro che lo vedeva protagonista, Luce e Tenebra. In questo nuovo romanzo, il giovane ragazzo si trova a fronteggiare nuove sfide che però questa volta non riguardano lui particolarmente. Infatti, uno dei temi principali del libro è quello della famiglia dato che il figlio di Ade si trova a dover aiutare sua sorella Hazel al Campo Giove. La giovane semidea, infatti, ha chiesto aiuto al fratello, perché al Campo si sono presentati diversi “mostri” che cercano redenzione. L’autore racconta che l’idea per questa storia è nata in una maniera molto simpatica durante una conversazione con il coautore Mark Oshiro. Riordan, infatti, un giorno ha esposto un dubbio a Oshiro chiedendosi da dove il Minotauro prendesse la sua biancheria intima. Riordan perplesso si chiese se la acquistasse al supermercato o la facesse da solo e da questo nacque l’idea del Minotauro con la passione di fare la maglia che portò poi alla nascita dell’intero libro. La storia affronta un tema fondamentale come quello della redenzione che fa riflettere sul fatto che ogni storia può essere vista da diversi punti di vista e per questo è sempre possibile cambiare opinione riguardo a qualcosa o a qualcuno. L’autore infatti sottolinea, “[si] è sempre detto che il vincitore scrive la storia. È vero. Ma ad altri punti di vista, qual è la storia?”. I mostri però non sono gli unici a poter essere visti diversamente. Nei miti, assistiamo a diverse versioni degli eroi stessi e per questo Riordan ammette, ad esempio, che in passato non apprezzava il personaggio di Achille che era solito definire un “bullo, insopportabile” per poi rivalutarlo grazie alla lettura del romanzo dell’autrice Madeline Miller, La Canzone di Achille, il quale gli ha fatto comprendere come in realtà l’eroe sia un semplice umano come tutti. L’autore sottolinea l’importanza del mettersi nei panni degli altri e analizza il concetto di mostro dicendo “Noi creiamo i mostri e il punto di vista […] cambia la storia”.
Tra le domande del pubblico è stato chiesto all’autore a quali personaggi si sente più affine e la sua risposta è stata che ovviamente Percy è la rappresentazione della sua voce nella storia. Il giovane, infatti, rispecchia totalmente il suo carattere e le sue idee. D’altronde, la coppia principale formata da Percy e Annabeth è ispirata alla storia dell’autore stesso con la moglie Becky. Nonostante questo, Riordan sente una vicinanza anche con il personaggio del Signor Brunner, cioè la versione umana del Centauro Chirone, dato che entrambi ricoprono il ruolo di insegnanti. Invece, alla domanda su quale sia il suo genitore divino il creatore della saga sorride e dice: “Con la mia fortuna Dioniso”, il Dio del vino, del teatro e della follia. All’autore è stato inoltre chiesto in quale universo mitologico preferirebbe vivere tra quelli trattati nelle sue opere a cui ha risposto divertito che data la loro pericolosità preferirebbe in nessuno di essi.
Per quanto riguarda i progetti futuri, l’autore ha espresso il suo interesse nei confronti della mitologia irlandese. Ammette di essere sempre stato affascinato da questa cultura date le sue origini e sarebbe curioso di scriverne in futuro, rivelando di avere già dei progetti di cui non può parlare. Ma non è finita qui perché durante l’evento di sabato 1 novembre gli è stato chiesto anche se potesse parlare della storia tra il Dio degli inferi Ade e il personaggio di Maria Di Angelo, madre di Bianca e Nico, due dei personaggi principali della saga di Percy Jackson. L’autore afferma che lui stesso è curioso di analizzare di più questa relazione e ammette che potrebbe scrivere un racconto a riguardo in futuro dicendo persino “forse devo scrivere il racconto in italiano”.
A noi non resta che aspettare l’arrivo dei suoi prossimi progetti e ringraziarlo per la sua presenza durante il Lucca Comics & Games e la sua disponibilità con i fan durante tutta la fiera.







