La fantascienza ha da sempre fatto parte della serialità, segnando l’immaginario spaziale e umano

Esplorare orizzonti lontani è stato da sempre lo scopo dell’uomo. Ha cominciato attraverso il mito, rendendo i fenomeni naturali eventi legati ad esseri superiori che gestivano le dinamiche e i meccanismi degli esseri umani.

Ha continuato con i racconti popolari, trasmessi di generazioni in generazioni per una tradizione orale che è passata poi a quella scritta. È finito per trasportare quelle storie direttamente in un perimetro cinematografico, diventato più piccolo con l’arrivo del tubo catodico e diventato imprescindibile per un’esperienza seriale che arrivava fino ai meandri più nascosti dello spazio.

Le evoluzioni dei racconti hanno seguito le volontà delle persone, che si sono sempre più interrogate attorno alle possibilità di universi altri, di cosmi paralleli, di personaggi provenienti da realtà che non potremmo mai vivere se non attraverso le opportunità offerte dall’audiovisivo. Nel corso della loro esistenza, le serie tv hanno avuto più volte modo di confermarsi come spiraglio su un mondo che si espandeva rispetto a quello materico conosciuto, facendo allo stesso tempo sia la storia di un genere che quella della serialità tutta.

Ecco dunque 5 serie tv con cui ripercorrere i pilastri delle tematiche e dell’identità dello sci-fi, narrazioni filmate che hanno portato lo spettatore oltre l’umana conoscenza, lassù fino alle stelle.

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Ai confini della realtà

Primo tra qualsiasi altro prodotto che ha segnato l’evoluzione del genere è stato il pilastro iniziale Ai confini della realtà. Ideata la Rod Serling, presentata dallo stesso scrittore e sceneggiatore, la serie antologica attraverso la sua struttura episodica ha permesso allo spettatore non solo di addentrarsi in un unico universo inesplorato, ma di accorgersi di quante sfumature la fantascienza poteva farsi carico.

Ai confini della realtà ha espresso il lato horror dello sci-fi, quello enigmatico della probabilità, quello inevitabile della sorte, quello alieno di mondi al di là della nostra portata. Una serie che ha sconvolto e spaventato, inquietato e incuriosito. Una scuola per tutto lo sci-fi che è venuto dopo, diventato film nel 1983 per la regia episodica dei registi John Landis, Steven Spielberg, Joe Dante e George Miller.

X-Files

Diretto discepolo di Ai confini della realtà, X-Files riprende la struttura episodica del classico di Rod Serling applicandogli una narrazione verticale che fa da scheletro alle vicende vissute e investigate dagli iconici personaggi di Mulder e Scully, interpretati da David Duchovny e Gillian Anderson. Ufo, corpi celesti, collegamenti ultraterreni, alieni.

Collegamenti tra scienza, fede, leggende e complotti che sfociano nell’intrattenimento del sovrannaturale, per un prodotto che ha reiterato se stesso anche attraverso la forma cinematografica e una ripresa che, dagli anni Novanta, ha portato Mulder e Scully nel pieno dei Duemila. Due periodi di vita per la serie di Chris Carter, entrambi con un unico desiderio: quello di indagare nelle profondità di ciò che pensiamo inspiegabile, facendo un atto di fiducia.

Doctor Who

Insieme a Ai confini della realtà, anche Doctor Who ha fatto la storia di un filone sci-fi che ha potuto rendere infinita la propria mitologia grazie alla trovata della rigenerazione. Una soluzione che ha portato la serie dal 1963 fino ai giorni nostri, con una totale spinta rivitalizzante nel 2005, in cui la BBC ha deciso di viaggiare nuovamente con il Tardis per le dimensioni universali e i flussi spazio-temporali, dando ogni volta un nuovo volto al suo protagonista e facendo in modo che il pubblico gli si affezionasse.

Di Doctor Who colpisce l’umanità proveniente da un signore del tempo con in petto ben due cuori, la volontà che lo spinge sempre a fare la cosa giusta e il proteggere umani, non-umani e pianeti con tutta la forza che si ritrova. Un protagonista però non privo dei suoi demoni, per una serie in cui convive una costante conflittualità tra il tentativo di rendere il cosmo intero un posto sicuro e le difficoltà che questo comporta. Un’operazione televisiva di gran sentimento, che con lo sci-fi ci insegna come poter essere migliori.

Battlestar Galactica

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Quattro stagioni soltanto eppure Battlestar Galactica è annoverata tra le più significative serie televisive fantascientifiche della storia. Ideata da Ronald D. Moore, andata in onda dal 2004 al 2009, Battlestar Galactica è riuscita a creare un suo intero franchise che ha permesso al proprio universo un’ampliamento tanto grande quanto l’infinito che ha esplorato. Una vera e propria space opera, che si è avvalsa di tematiche che scavavano sempre più affondo in problematiche politiche e filosofiche, attuate per ricercare l’origine del senso di umanità sulla Terra.

Un mondo così distante che, usando le potenzialità del genere, ha fatto sentire il pubblico vicino ai personaggi, ai cyborg e agli ibridi che lo popolano. Una seria che, nonostante la fantascienza pronunciata, ha reso imprescindibile la riflessione su noi umani, su cosa siamo stati e su cosa potremmo essere nel futuro.

Firefly

Un quinto posto conteso quello in questa nostra classifica sulle migliori serie sci-fi, che invece di vedere Star Trek come molti si sarebbero aspettati, lascia il posto a un cult come Firefly vista la peculiare storia che lo caratterizza. Se la serie del creatore Joss Whedon venne cancellata solamente dopo la sua prima stagione, il clamore che la travolse ne fa ad oggi un fenomeno solidissimo che si è dimostrato resistere nel corso del tempo, per un prodotto forse inizialmente incompreso eppure amatissimo da un’intera schiera di fan.

Una miscela tra fantascienza e divertimento, western e drama capitanata dalla cialtroneria irresistibile di Nathan Fillon, iconico nel ruolo del suo Malcolm Reynolds e così incastonato nell’immaginario collettivo.