Anche Netflix rimuove due serie per la presenza di blackface

Nelle ore in cui è ancora calda la polemica attorno alla decisione di HBO di togliere dal catalogo Via col Vento, anche Netflix ha rimosso tre show contenenti blackface.

Per chi non sapesse di cosa si tratta, parliamo di una pratica teatrale in voga tra la fine del secolo XIX e sopravvissuta ancora in tempi recenti, in un attore di etnia caucasica si dipinge il volto di nero per assumere delle fattezze africane stereotipate. Questo genere di trucco rimandava spesso all’immagine caricaturale del “sambo“, la persona di colore con denti e labbra enormi.

Questo tipo di rappresentazione è stata diffusa anche in Italia (si ricorda lo sketch del pittore con protagonista Gino Bramieri). Tuttavia, con il cambio della sensibilità attuale e specie di fronte alle proteste per la morte di George Floyd, questo tipo di rappresentazione è considerato ormai datato.

Anche Netflix ha preso questa decisione, eliminando tre serie televisive britanniche dal catalogo: Little Britain, The Mighty Boosh e The League of Gentlemen.

netflix blackface

Le tre serie avevano un intento fortemente comico e parodico, basati su una serie di sketch destinati a mettere alla berlina lo stile di vita britannico e i diversi luoghi comuni sui sudditi di Elisabetta II.

Tuttavia, in un periodo come questo, la società di Reed Hastings deve aver scelto la prudenza: Netflix ha deciso perciò di eliminare ogni riferimento alla pratica della blackface dal catalogo. Un caso molto diverso da quello di Via col Vento. Considerato quanto siano cronologicamente vicine queste serie (sono state tutte realizzate non più tardi di quindici anni fa) la decisione appare forse più comprensibile. Ma, siamo certi, sarà destinata a fare ancora discutere.

Lasciamo a voi lettori la parola. Cosa ne pensate della scelta di Netflix? Pensate sia adeguata ai tempi? Lasciateci un commento.

(fonte: TheGuardian)

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Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.