Netflix continua a studiare modi per limitare la condivisione delle password, ma non vuole mettere alle strette i consumatori

Periodicamente si torna a parlare della possibilità da parte di Netflix di limitare la condivisione della password degli account tra i propri utenti, e il colosso dello streaming testa di volta in volta sistemi per assicurarsi che la pratica non venga utilizzata in maniera impropria.

Proprio Reed Hastings, il CEO della compagnia, è tornato a parlarne durante una recente intervista.

Condivisione della password di Netflix: parla Reed Hastings

“Proviamo un sacco di sistemi, ma non faremo mai uscire qualcosa che metta alle strette i consumatori. Devono essere cose che hanno senso per loro, e che possano essere capite da loro”.

I recenti test di cui vi abbiamo parlato in questa news dunque, stando alle parole di Hastings, erano appunto prove e servivano semplicemente a rendere gli utenti più consapevoli, ma non si trattava di scelte punitive da parte dell’azienda.

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Azienda che perde comunque circa sei miliardi di dollari all’anno non limitando la pratica della condivisione degli account, stando all’analista di Citibank Jason Bazinet, e che pur passandosela piuttosto bene (è ancora con gran margine il servizio streaming che vanta più abbonati), ha mancato il proprio obiettivo di crescita nel primo trimestre dell’anno.

Anche Greg Peters, COO di Netflix, ne ha parlato: “Vogliamo essere sicuri che le persone che utilizzino un account Netflix siano quelle autorizzate a farlo”. Infine, Nidhi Gupta, del reparto di ricerca e fidelity management, ha dichiarato che i comportamenti degli utenti non sono uniformi e che anzi, varino da paese a paese: “Vediamo diversi tipi di comportamento. Il modo in cui le persone si orientano nel servizio è diverso a seconda del paese. Generalmente non si tratta di persone che cercano di fregare il sistema, ma pensano a condividere il servizio con un membro della famiglia, o qualcuno a cui vogliono bene. Il modo in cui la condivisione avviene è diverso in tutto il pianeta, ed è diverso a seconda del paese”.

Per il momento insomma, nessun cambiamento in vista.

(Fonte: Deadline)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.