Romanzi epistolari per appassionati di fantasy e fantascienza

In principio fu Dracula. Ogni tanto ce lo possiamo dimenticare, sommersi da mille rivisitazioni, pastiche, adattamenti e retelling, ma il romanzo più famoso di Bram Stoker è un romanzo epistolare; la figura del Conte più famoso del mondo ci viene descritta infatti attraverso le missive dell’avvocato Jonathan Harker all’amata Mina Murray, essa stessa ingerente nella narrazione per mezzo delle pagine del suo diario e del suo scambio epistolare con l’amica Lucy Westenra.

Questo succede nel 1897, anno di pubblicazione di Dracula, ma l’uso dello scambio epistolare come forma di narrazione – come la figura del vampiro – non è certo farina del sacco di Stoker. Restando nel mondo delle figure mostruose, già nel Frankenstein di Mary Wollstonecraft Shelley il narratore iniziale degli eventi, il capitano Robert Walton, riporta la storia narratagli dal naufrago Frankenstein nelle lettere che scrive alla sorella Margaret – una comunicazione a senso unico che aumenta la suspense e permette all’autrice di incastonare la sua storia in una serie di scatole cinesi.

I romanzi epistolari hanno vissuto il loro momento di gloria nel diciottesimo secolo e difficilmente, lettori, sarete passati attraverso gli anni del liceo senza affrontare – o almeno sentir nominare – Pamela di Samuel Richardson (famoso in Italia prevalentemente per il suo adattamento in salsa fiction, Elisa di Rivombrosa) e Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos. Qua, però, vogliamo svecchiare il genere parlando di quei romanzi epistolari contemporanei che mischiano missive e narrativa fantastica.

Lettere dal futuro

In un articolo del 2012 dal titolo Could science fiction bring back the epistolary novel? l’autrice Charlie Jane Anders identifica quattro scenari in cui il genere che per antonomasia guarda al futuro può interfacciarsi con una forma narrativa legata al passato come quella epistolare. Se, infatti, nel diciottesimo e diciannovesimo secolo lo scambio di lettere rappresentava il mezzo di comunicazione più veloce, nel ventesimo – e ventunesimo – le lettere scritte sono diventate un vezzo, una forma di comunicazione adatta a estratti conti trimestrali della banca, partecipazioni di nozze e poco più. Non che l’umanità abbia smesso di scrivere, certo che no, ma la messaggistica istantanea, le mail, una forma di scrittura diffusa che si espande a macchia d’olio dai nostri profili social a quelli dei nostri contatti sotto forma di like, commenti, messaggi privati su svariate piattaforme, ha soppiantato quel dialogo lineare tra due persone che si scrivono – a intervalli di giorni – lunghe missive.

Come si è adattata la narrativa a questo nuovo paradigma comunicativo? Se già nel 1998 le commedie romantiche si aggiornavano alle nuove tecnologie e Nora Ephron introduceva le mail nel remake del film del 1940 Scrivimi fermo posta, la narrativa di genere fa suoi i romanzi epistolari sperimentando nuove forme di scambio di informazioni, senza timore di ibridare il vecchio e il nuovo.

Lettere d’amore nascoste nel tempo

Un perfetto esempio di ciò che si può ottenere giocando con le vecchie strutture narrative senza porsi limiti è Così si perde la guerra del tempo, di Amal El-Mohtar e Max Gladstone, appena pubblicato da Mondadori nella nuova collana di narrativa breve Oscar Fantastica Blink. Blu e Rossa sono nemiche, avversarie in una guerra antica come l’universo stesso che si muove su e giù per le ciocche che si intrecciano e si modificano a ogni attacco dei due eserciti in campo. Rossa e Blu, infatti, sono soldatesse – rispettivamente – della tecnologica Agenzia e dell’antitetico e organico Giardino. Le due, però, sempre in movimento, sempre in battaglia, intraprenderanno una corrispondenza fatta di lettere nascoste nelle pieghe dello spazio e del tempo. Così si perde la guerra del tempo è un romanzo breve ma coinvolgente in cui El-Mohtar e Gladstone, esprimendosi in una prosa florida e raffinata, si divertono a integrare in una storia d’amore del remoto futuro stilemi tipici dei romanzi epistolari come carta da lettere profumata, sigilli di ceralacca e manuali di galateo e corrispondenza in perfetto stile vittoriano.

Se Jane Austen avesse frequentato una scuola di magia

Restiamo in Inghilterra per una serie di romanzi ambientati nel periodo Regency che mescolano magia e lettere: Sorcery and Cecelia or The Enchanted Chocolate Pot è la prima di una serie di storie che vedono protagoniste due cugine – Kate, studentessa del Royal College of Wizards e Cecilia, che le risponde dalla campagna inglese – alle prese, inutile dirlo, con misteri, trame e cioccolate avvelenate. In questo caso il romanzo nasce come gioco tra le due autrici – Patricia C. Wrede e Caroline Stevermer – che vestono i panni delle due voci narranti. Se avete sempre sognato una svolta magica per Jane Austen, questo young adult, purtroppo mai portato in Italia, è tutto quello che vi serve.

Romanzi epistolari dentro thriller dentro diari di viaggio dentro distopie tecnologiche

Se invece non sapete scegliere tra passato e futuro, tra romanzi epistolari, diari, gialli, memoir comici, distopie tecnologiche o post-apocalisse, Cloud Atlas è il romanzo perfetto per voi. Trasposto per lo schermo nel 2012 con regia e sceneggiatura delle sorelle Wachowski, il romanzo di David Mitchell è un melting pot di narrazioni tra cui spiccano le lettere del musicista Robert Frobisher all’amico Rufus Sixsmith. Mitchell realizza il sogno di molte delle persone che hanno letto, nel corso della loro vita, Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, creando una struttura di storie interrotte che, usando come perno l’ultima delle narrazioni contenute nel libro, torni a specchiare quelle stesse storie dando a ciascuna di esse un suo finale.

Lettere per Algernon

Fin qua abbiamo parlato di lettere, di una fitta corrispondenza tra due persone, ma che succede quando chi scrive lo fa per un destinatario silenzioso? Fiori per Algernon, romanzo del 1966 (basato su un racconto del 1958) dello statunitense Daniel Keyes si presenta come una raccolta di report scritti dalla cavia umana Charlie Gordon a partire dal periodo immediatamente precedente alla sperimentazione di una pratica chirurgica in grado di aumentare il suo quoziente intellettivo. Considerato uno dei romanzi di fantascienza più belli di sempre, nonché una storia sull’umanità e sul trattamento della malattia mentale, le lettere di Charlie rispecchiano la crescita della sua intelligenza, errori grammaticali e sintattici inclusi.

Letters from mars

Altro destinatario silenzioso, almeno per un certo periodo di tempo, è quello è cui si rivolge l’astronauta Mark Watney nel romanzo di esordio di Andy Weir The Martian. Il botanico della NASA – interpretato al cinema da Matt Damon – si trova infatti a dover sopravvivere completamente da solo sulla superficie del pianeta rosso e la narrazione delle sue avventure è affidato in larga parte ai vlog che registra durante la sua permanenza marziana. Questo tipo di narrazione in prima persona permette una caratterizzazione estrema del protagonista, la cui voce ironica e ottimista traina gli eventi e la lettura.

Romanzi epistolari ergodici

Ci sono poi casi in cui una storia si nasconde dentro un’altra storia: è il caso della letteratura ergodica in generale, di S. La nave di Teseo in particolare. Questo romanzo del 2013, scritto da Doug Dorst e concepito da J.J. Abrams, ha aperto la strada a delle forme narrative tra le più ibride, in cui testo e paratesto concorrono alla creazione di una storia fruibile su più livelli. Una volta entrati nel mondo creato da Dorst e Abrams, La nave di Teseo è un romanzo scritto dal misterioso V.M. Straka nel 1949 e la copia che teniamo in mano, in particolare, appartiene alla Laguna Verde High School. Oltre a contenere il romanzo di Straka, però, il libro custodisce ritagli di giornale, lettere scritte a mano, commenti a margine di pagina di due studenti, Erik e Jen, lettori e contemporaneamente protagonisti della storia. Un romanzo epistolare all’ennesimo livello, che esce dalla pagina stampata per entrare in una simulazione di realtà.

Space opera epistolare

Nella definizione di romanzo epistolare rientrano anche quei romanzi di ritagli che raccolgono interviste, articoli di giornali, dati, documenti classificati e comunicazioni di svariato genere. L’idea di poterci creare un quadro della situazione attingendo a svariate fonti ci attrae, come dimostra il successo ottenuto nel 2006 da Max Brooks con il suo World War Z, e l’autore australiano Jay Kristoff sembra aver sfruttato proprio questo nostro desiderio di sbirciare nelle vite altrui quando ha immaginato, insieme a Amie Kaufman, la sua trilogia Illuminae File, appena ristampa integralmente da Mondadori. Illuminae ci porta lontani nello spazio e nel tempo: l’anno è il 2575, il cielo quello sopra il pianeta Kerenza, l’invasione inaspettata, i documenti che ce la raccontano parzialmente secretati. Kady e Ezra si sono appena lasciati, ma cosa possono significare le pene d’amore quando in ballo c’è la propria sopravvivenza?

Lettere spionaggio, amore – non è che alla fine ogni lettera è una lettera d’amore? – e guerra. E voi, avete deciso quale di questi romanzi epistolari leggere per primo?

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.