La presa di posizione dei dipendenti di Activision-Blizzard dopo lo scandalo: una lettera di protesta contro le dichiarazioni dei rappresentanti legali

Continano gli strascichi dello scandalo che ha coinvolto Activision-Blizzard, con i dipendenti che hanno firmato una lettera di protesta. Lo scopo è denunciare e prendere le distanze da quanto successo sul luogo di lavoro. Come riportato lo stato della California, dopo due anni di indagini condotte dal California Department of Fair Employment and Housing, ha denunciato ufficialmente lo studio di sviluppo di Activision Blizzard. Il motivo? Abusi e molestie sessuali, nonché maltrattamenti e disparità di retribuzione, perpetrati ai danni delle proprie collaboratrici.

Ora sono almeno 1500 gli impiegati che hanno firmato una lettera di intenti per protestare conto questo stato di cose nei confronti dell’azienda. Sotto accusa ci sono soprattutto le parole della sezione legale della compagnia, che ha cercato di minimizzare la vicenda, utilizzando toni di accusa contro le vittime degli abusi.

Vi riportiamo la traduzione della dichiarazione nella sua interezza, diffusa a mezzo stampa tramite Bloomberg.

La lettera di protesta dei dipendenti dopo lo scandalo Activision-Blizzard

Ai leader di Activision-Blizzard,

Noi sottoscritti concordiamo che le dichiarazioni di Activision-Blizzard, Inc. e il loro consulente legale in merito alla causa legale, nonché la successiva dichiarazione interna di Frances Townsend, siano ripugnanti e offensive per tutto ciò che crediamo che la nostra azienda dovrebbe rappresentare. Per dirla in modo chiaro e inequivocabile, i nostri valori come dipendenti non si riflettono accuratamente nelle parole e nelle azioni della nostra leadership.

Riteniamo che queste affermazioni abbiano danneggiato la nostra continua ricerca di uguaglianza all’interno e all’esterno del nostro settore. Classificare le affermazioni che sono state fatte come “distorte e in molti casi false” crea un’atmosfera aziendale che non crede alle vittime. Mette inoltre in dubbio la capacità delle nostre organizzazioni di ritenere gli autori di abusi responsabili delle loro azioni e di promuovere un ambiente sicuro in cui le vittime possano farsi avanti in futuro. Queste dichiarazioni chiariscono che la nostra leadership non sta mettendo i nostri valori al primo posto.

Sono necessarie correzioni immediate al più alto livello della nostra organizzazione. I dirigenti della nostra azienda hanno affermato che verranno intraprese azioni per proteggerci, ma di fronte a un’azione legale – e alle preoccupanti risposte ufficiali che ne sono seguite – non confidiamo più che i nostri leader metteranno la sicurezza dei dipendenti al di sopra dei propri interessi. Affermare che questa è una “causa veramente senza merito e irresponsabile”, mentre vedere così tanti dipendenti attuali ed ex parlare delle proprie esperienze in merito a molestie e abusi, è semplicemente inaccettabile.

Chiediamo dichiarazioni ufficiali che riconoscano la gravità di queste accuse e dimostrino compassione per le vittime di molestie e aggressioni. Chiediamo a Frances Townsend di mantenere la sua parola di dimettersi da sponsor esecutivo a causa della natura dannosa della sua dichiarazione. Chiediamo al team dirigenziale esecutivo di collaborare con noi su nuovi e significativi sforzi che garantiscano ai dipendenti, nonché alla nostra comunità, un posto sicuro in cui parlare e farsi avanti.

Siamo con tutti i nostri amici, compagni di squadra e colleghi, così come i membri della nostra comunità dedicata, che hanno subito maltrattamenti o molestie di qualsiasi tipo. Non saremo messi a tacere, non staremo da parte e non ci arrenderemo finché l’azienda che amiamo non sarà un luogo di lavoro di cui tutti possiamo sentirci orgogliosi di far parte di nuovo. Noi saremo il cambiamento”.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.