Secret Obsession: il thriller Netflix è un cliché all’ennesima potenza

Secret Obsession di Netflix – Lo avevamo già detto in un editoriale tempo fa, e ci ripetiamo: se non avete ancora visto il trailer di Secret Obsession, allora non fatelo assolutamente. Il filmato promo del film pubblicato nel catalogo Netflix dal 19 luglio è in grado di spoilerare quasi del tutto la pellicola diretta Peter Sullivan (motivo per cui evitiamo anche di linkarlo nell’articolo) e non avreste pressoché più alcun motivo per guardarlo. In realtà, a dirla tutta, di motivi per guardare Secret Obsession ce ne sarebbero pochi comunque perché stavolta gli autori si sono davvero superati, inserendo una quantità di cliché ed ovvietà la cui metà sarebbe bastata per renderlo comunque un prodotto già sufficientemente trito.

secret obsession netflix

Secret Obsession è un thriller che vede per protagonista Jennifer (Brenda Song), che in una notte di pioggia battente viene inseguita da un uomo incappucciato e armato di coltello, che cerca di ucciderla. Nella fuga però la donna viene travolta da un auto che non riesce a frenare dopo essersela trovata davanti improvvisamente, e Jennifer si risveglia in ospedale senza più la memoria. Ricorda soltanto il suo nome e chi sono i suoi genitori, ma non riconosce neppure l’uomo che è al suo fianco, suo marito Russell Williams (Mike Vogel).

La vicenda appare molto strana alla Polizia, in particolar modo all’Ispettore Page (Dennis Haysbert), che cerca di indagare a fondo nella questione e scoprire di più della vita di Jennifer prima dell’incidente.

Come detto, abbiamo evitato di inserire il trailer, ma a ben pensarci la soluzione dell’enigma risulta facile a prescindere. Secret Obsession è talmente pieno di stereotipi che scoprirete le carte già dopo un quarto d’ora di visione, ma probabilmente sarete spinti ad andare avanti per cercare, magari, un ipotetico contro plot twist.

A prescindere da ciò, il film galleggia su una scrittura dei personaggi estremamente lineare, con un Russell ambivalente, il cui atteggiamento da uomo dolce e marito attento e premuroso pare nascondere un inquietante risvolto della medaglia, come testimoniano i suoi scatti d’ira improvvisi. Jennifer invece è la classica vittima dei film di genere, spaventata all’inizio di fronte all’uomo del mistero e spaurita dopo l’incidente, gettata in un mondo che non riconosce più. Chi è lei? E chi è davvero suo marito?

L’ispettore Page cerca di svelare l’arcano ma al contempo è impegnato con vicissitudini personali che rappresentano davvero il luogo comune del dramma familiare del poliziotto, e con l’anima dedita al lavoro si riversa sul caso animo e corpo. A conti fatti poi, la questione privata di Page resta fine a se stessa, come era prevedibile, aggiungendo un’ulteriore spunta alla schiera dei cliché.

Ma il top assoluto lo si raggiunge in alcuni fotomontaggi realizzati talmente male che sembra assurdo che la vittima degli stessi non se accorga in un baleno. In pochi istanti Secret Obsession perde quel minimo di credibilità che gli restava, e le sfumature thriller si trasformano in comiche per la stramberia della vicenda. L’autore dei fotomontaggi è un abile stratega che ha messo in atto un piano quasi perfetto, eppure ha usato paint anziché un programma adatto. Che dire: touché.

Come se non bastasse, Secret Obsession prova ad omaggiare, o meglio a fare il verso a parecchi film di genere ma il risultato più che un richiamo o un tributo sembra uno scimmiottare senza senso, aggravato forse dalla scarsa caratura del film e dalla sua incoerenza di fondo.

secret obsession netflix

Ne sentivamo davvero il bisogno?

L’unico aspetto interessante del film lo riscontriamo nel simbolismo dei luoghi fulcro degli eventi. Gli edifici più sicuri nell’immaginario comune, ovvero le case, si trasformano qui in luoghi nefasti e orrifici, ed è dentro le mura domestiche, o a ridosso di esse che si consumano i delitti o le azioni criminali.
A questo possiamo aggiungere quantomeno un ritmo sempre alto che non cala mai nei 97 minuti di film, nemmeno quando Sullivan decide di abusare davvero in quanto a stereotipi.

Sostanzialmente però Secret Obsession resta un prodotto Netflix mediocre di cui non sentivamo assolutamente il bisogno, e che certo non fa che aggravare un bilancio complessivo in negativo per ciò che riguarda i film distribuiti ufficialmente dalla piattaforma.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.