Sexify su Netflix ci porta in Polonia alla scoperta di un’app sull’orgasmo femminile

“Nella società del ventunesimo secolo il sesso è ovunque. Le star di Instagram più in vista sono quelle che si fanno vedere nude. Una donna, se non è sexy, non otterrà niente. Io ho solo il mio cervello, ed è con questo che devo batterli tutti. E se il sesso è ciò che va per la maggiore, me ne servirò”. Queste sono le parole di Natalia, la protagonista di Sexify, la nuova serie originale Netflix realizzata in Polonia, e non c’è nulla di meglio di esse per descriverne l’argomento. Il progetto è ambizioso e si propone come un teen drama incentrato sulla ricerca di se stessi e sulla conoscenza del proprio corpo, mettendosi così in diretta concorrenza con una certa Sex Education. Il confronto, così come i temi, è spinoso. Lo sceneggiatore e creatore Piotr Domalewski sarà riuscito a rimanerne all’altezza? Andiamo a scoprirlo insieme.

Sexify, Netflix e i soliti stereotipi

Nell’ideazione di un teen drama è fondamentale tenere conto della possibilità di immedesimazione: tanto più lo spettatore riuscirà a entrare nei panni dei personaggi, tanto più la serie sarà destinata ad avere successo. Anche con Sexify, però, Netflix non riesce a scampare alla trappola dello stereotipo. Le tre ragazze protagoniste sono infatti da subito incasellabili e spesso portano all’estremo la loro caratterizzazione, sfiorando la caricatura. Natalia è un’abilissima programmatrice informatica, amante della scienza e assolutamente convinta che i buoni voti all’università siano l’unica cosa per cui valga la pena vivere. Spronata dalla madre, si tiene lontana da qualsiasi distrazione, che siano ragazzi, feste o semplici rapporti interpersonali. Decide di creare un’app per potenziare l’orgasmo femminile senza avere la minima conoscenza della sfera sessuale.

Paulina è invece la classica ragazza che si è fidanzata troppo presto, precludendosi la sperimentazione di altre strade, di cui inevitabilmente scopre di avere bisogno. Non è capace di dire di no, così accetta la proposta di matrimonio del suo Mariusz nonostante sia totalmente insoddisfatta dalla loro intimità. È una fervente cattolica, come tutta la sua famiglia, tanto da confessarsi ogni due settimane senza tralasciare nulla.
Monika, interpretata da Sandra Drzymalska (già vista in Sole di Carlo Sironi), infine, è l’altra faccia della medaglia di Paulina: sessualmente molto attiva, frequenta un gran numero di partner occasionali nonostante sappia benissimo di essere innamorata. La sua paura di impegnarsi in qualcosa di continuativo è cronica, così come la voglia di dimostrare al padre, un uomo d’affari ricco e manipolatore, di non essere una buona a nulla.
I caratteri delle tre ragazze sono come tessere di un puzzle che combaciano perfettamente, creando una grande complicità.

Sexify Netflix 1

Sexify su Netflix: qualche nota di demerito

Purtroppo le tre protagoniste non sono gli unici stereotipi presenti in Sexify, la nuova serie Netflix. I personaggi femminili, in generale, sono tutti insoddisfatti della propria vita sessuale e tra gli uomini non ce n’è nemmeno uno che mostri una parvenza di comprensione di questi argomenti. Mariusz, il fidanzato di Paulina, ne è il portabandiera: imbranato e ottuso, la ama davvero, ma è incapace di capire perché non sia soddisfatta.
Gli altri problemi di caratterizzazione riguardano invece Natalia, la protagonista. Il distacco con cui vive la sfera sessuale è quasi surreale. Nonostante tutte le nozioni che apprende durante la ricerca, le nuove persone che conosce, le idee geniali, sembra non provare mai alcuna pulsione. Sicuramente in questo atteggiamento un ruolo fondamentale è giocato dalla sua inesperienza, ma Natalia manca proprio della voglia di sperimentare, risultando quindi un po’ forzata.

Perché ha del potenziale

Sexify su Netflix non è certo una serie senza difetti, ma rimane comunque piacevole da guardare. Il merito è soprattutto della componente comedy, che la allontana dalle atmosfere cupe e pesanti di progetti come La Coppia Quasi Perfetta, altra opera che collega amore e sesso con scienza e tecnologia. Sono infatti numerosi i siparietti comici: la disciplina accademica di Natalia la porta a esprimersi in modo buffo e inusuale nei rapporti interpersonali, mentre le confessioni molto dettagliate di Paulina provocano al sacerdote pericolose crisi di vergogna.
Il vero motivo per cui vale la pena guardare Sexify, però, è il suo modo di trattare il sesso. Da un lato le avventure delle tre ragazze ci dimostrano quanto temi come il piacere sessuale e la masturbazione siano ancora tabù, anche in una società in cui persino le startup devono essere “sexy” per attrarre investitori. Dall’altro i tentativi di Natalia di analizzare il fenomeno dal punto di vista scientifico ce ne restituiscono la magia, la complessità e l’unicità. La protagonista parte armata di veri e propri strumenti di misurazione, per scoprire che il sesso è invece qualcosa di diverso, di profondamente soggettivo, impossibile da imprigionare in sistemi rigidi.

Sexify su Netflix unisce il teen drama con la ricerca scientifica sul campo, ma il suo vero tema è la scoperta di se stessi e del proprio corpo. La serie non è perfetta, ma ci ricorda quanto sia importante conoscere la propria intimità attraverso l’esperienza e il rapporto con gli altri.

Sexify è su Netflix dal 28 aprile 2021.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.