I dipendenti di Ubisoft hanno scritto una lettera agli impiegati di Activision Blizzard, accusando a loro volta la stessa Ubisoft e chiamando l’industria a raccolta

Il caso Activision, che pochi giorni fa era stata denunciata dallo stato della California per le molestie sessuali e i comportamenti illeciti tenuti nell’ambiente di lavoro da chi detiene posizioni di potere all’interno dell’azienda, continua a far discutere, e lo farà ancora di più ora che è arrivata una lettera di solidarietà scritta dai dipendenti di Ubisoft e indirizzata agli impiegati di Activision, nella quale la stessa Ubisoft viene messa sotto accusa.

Circa 500 attuali ed ex dipendenti di Ubisoft infatti, ai quali esprimiamo tutta la nostra solidarietà, hanno firmato questa lettera di solidarietà nei confronti dello staff di Activision Blizzard, accusando proprio Ubisoft, che a sua volta era stata coinvolta in uno scandalo del genere l’anno scorso, di aver fatto false promesse, e di non aver agito per evitare che tali comportamenti si ripetessero. La lettera è indirizzata a tutta l’industria, affinché si instauri una collaborazione per stilare una serie di regole e condizioni da rispettare per evitare il ripetersi di situazioni del genere.

Activision e molestie: la lettera di Ubisoft

“Dalla frequenza di questi rapporti è chiaro che c’è una cultura estesa e profondamente radicata di comportamenti abusivi all’interno dell’industria. Non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno: impiegati, dirigenti, giornalisti o fan, sanno che succedono queste cose schifose. Ora è il momento di smetterla di essere scioccati e di pretendere che vengano fatti dei passi avanti reali per prevenirle. I responsabili devono pagare per le loro azioni”.

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Come detto in apertura, la stessa Ubisoft la scorsa estate, dovette fronteggiare delle accuse simili a quelle rivolte ora ad Activision, e il CEO Yves Guillemot si scusò e assicurò che avrebbe fatto tutto il possibile affinché tutti nello studio si sentissero benvenuti, rispettati e al sicuro. Secondo quanto si legge nella lettera però, niente di tutto ciò è stato fatto.

“Ne abbiamo avuto abbastanza. Dalle prime accuse di discriminazione sistemica molestie e bullismo in Ubisoft è passato più di un anno. All’epoca vi eravate detti sorpresi di aver saputo di questi comportamenti all’interno della vostra stessa azienda, e noi vi abbiamo dato il beneficio del dubbio. Non abbiamo però visto niente al di là di queste parole, promesse vuote e l’incapacità o la mancanza di volontà di allontanare i colpevoli. Non ci fidiamo più del vostro impegno, dovete fare di più. Questo non significa fare altre sessioni di allenamento che vengono ignorate dalle persone che più ne hanno bisogno, e non significa dirci altre parole di conforto e rassicurazioni. Significa azioni reali, che abbiano un impatto. L’unico modo per aggiustare qualcosa di così radicato è rimuovere quelli che ne sono complici, che sia prendendone parte attivamente, o supportandolo indirettamente. Qui ne va della vita delle persone, della loro salute fisica e mentale. Scegliendo il profitto piuttosto che la nostra sicurezza, state letteralmente giocando con le nostre vite. Noi non dovremmo scegliere tra il lavoro e la nostra sicurezza”.

Parole pesantissime insomma quelle degli impiegati di Ubisoft, che chiamano a raccolta l’intera industria per collaborare ed unirsi contro chi perpetua tali inaccettabili comportamenti. Da parte sua, l’azienda ha risposto dicendo di aver preso la lettera molto sul seria, e promettendo nuovamente cambiamenti, affermando però di aver già preso misure significative riguardo le questioni sollevate e rigettando dunque in parte le accuse.

Siamo sicuri, in ogni caso, che non saranno le ultime parole che sentiremo a riguardo.

(Fonte: Eurogamer)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.