Non si vive di solo Geralt

The Witcher ha senza dubbio segnato un’epoca videoludica, portando alla ribalta di romanzi di Andrzej Sapkowski grazie ai videogiochi. Il titolo di CD Projekt Red ha contribuito a rendere noto a tutti il nome di Geralt di Rivia, anche a chi, per un motivo o per l’altro, non aveva mai potuto mettere mano ai libri.

L’incontro tra la scrittura e il mondo videoludico ci ha proposto in passato alcune soluzioni vincenti. In fondo i videogame ormai sono da anni qualcosa in più di un mero intrattenimento.

Col passare del tempo abbiamo assistito a numerose innovazioni per il genere, sono state sperimentate soluzioni nuove non solo per quanto concerne il gameplay, ma anche per la trama e la psicologia dei personaggi.

Insomma, l’unione tra i videogame e la letteratura è qualcosa che può e deve consegnarci scenari sempre nuovi. Proviamo allora a scoprire quali romanzi potrebbero prestarsi in futuro a delle trasposizioni videoludiche. E chissà che tra questi non possa nascerne, in un futuro non lontano, un nuovo prodotto destinato alle nostre console e ai nostri PC. Tenete d’occhio la vostra libreria, salutiamo i videogiochi di The Witcher e i suoi romanzi e andiamo!

Witcher romanzi videogiochi

1 – Mistborn

Senza allontanarci troppo dal solco tracciato dai videogiochi di The Witcher, prendiamo come primo esempio il ciclo di romanzi creato da Brandon Sanderson. Mistborn si presterebbe come poche altre saghe a una trasposizione videoludica. Idea già accarezzata dal publisher Little Orbit, almeno fino a un paio di anni fa, quando lo sviluppo del gioco fu cancellato. Per prima cosa l’ambientazione del mondo crepuscolare di Scandrial, in cui sorge l’Ultimo Impero, potrebbe consegnarci una splendida mappa di gioco, dove i giocatori avrebbero modo di esplorare ambientazioni urbane sofisticate, degne dei migliori capitoli di Assassin’s Creed.

Ma oltre a questo Sanderson può vantarsi di aver creato un mondo strutturato splendidamente per quanto riguarda politica e religione e, soprattutto, per la magia. Dei diversi modi per compiere incantesimi nell’Ultimo Impero il più importante e complesso è l’Allomanzia, un’arte arcana che permette di “bruciare” i metalli presenti nell’organismo. Così facendo l’allomante può aumentare la propria forza fisica, sopprimere o esaltare le emozioni, attirare e repellere i metalli.

I modi per sfruttare l’Allomanzia sono diversi e permetterebbero a degli ipotetici sviluppatori di creare un vasto “albero delle abilità”, consentendo ai giocatori di scegliere, di volta in volta, in quale settore applicarsi ed evolversi. Il tutto però limitandone l’uso in base alla percentuale di minerale presente nell’organismo, cosa che consentirebbe l’inserimento di una componente di crafting per creare le pozioni con cui i nuovi Mistborn potrebbero ricaricare i propri poteri e affrontare l’avventura.

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2- L’impero dei Draghi

Inseriamo un tocco d’italianità in questa lista. Nel farlo vi proponiamo l’opera di Valerio Massimo Manfredi, autore specializzato in romanzi storici ambientati nel mondo greco-romano. Nell’opera del 2005 il nostro connazionale pubblicò L’Impero dei Draghi, storia del comandante della Seconda Legione Augusta, Marco Metello Aquila, e delle sue peregrinazioni in oriente in seguito alla disfatta di Edessa e alla cattura dell’Imperatore Valeriano.

La storia di Metello è l’incontro di due mondi, quello romano dell’Impero e quello cinese all’epoca dei Tre Regni, con tutte le fascinazioni che un simile scontro di culture può riservare. Già questo basterebbe per creare un mondo open world dove il giocatore potrebbe seguire le orme di Metello.

Potremmo quasi immaginare un abbozzo di trama, calandoci nei panni di un legionario desideroso di ritrovare il comandante e l’Imperatore fatti prigionieri. Un romanzo che, incontrando la cultura cinese dell’epoca, dovrà poco alla volta scegliere se rimanere se stesso, un suddito dell’Urbe e dell’Imperatore, oppure abbracciare questo nuovo mondo. Si potrebbe quindi creare una trama con alcuni bivi fondamentali, in cui sarà necessario per il giocatore compiere delle scelte capaci di influenzare il finale della partita. Il tutto mettendoci a disposizione anche un vasto arsenale di armi e armature ispirate sia a Roma che alla Cina, quanto basta per soddisfare le richieste sia degli amanti della storia classica che di quella orientale.

3 – L’Ombra dello Scorpione

I romanzi con ambientazioni postapocalittiche e distopiche hanno sempre un fascino cupo e particolare. Grazie a loro possiamo immaginarci come un sopravvissuto alla catastrofe, al punto di convincerci che, nello scenario peggiore, esista comunque una chance di uscirne vivi.

Anche i videogiochi vantano un nutrito numero di produzioni distopiche. Da Fallout a The Last of Us, più volte ci siamo calati nei panni di un sopravvissuto a un’epidemia o a un disastro nucleare, pronti a trovare un modo di sopravvivere a tutto e contro tutti. Un concetto che potrebbe applicarsi benissimo a uno dei capolavori di Stephen King, l’Ombra dello Scorpione.

Il maestro del brivido ci trasporta in un’America ormai quasi del tutto disabitata, dove un’influenza killer ha distrutto oltre il 99% della popolazione. È in questo scenario desolato che due gruppi di individui iniziano a creare delle comunità attorno alla figura dei loro carismatici leader, il diabolico Randall Flagg e l’ascetica Mother Abigail.

Di per sé questo potrebbe bastare per creare un ottimo gioco di sopravvivenza open world, dove il giocatore verrebbe catapultato nello scenario desolato degli Stati Uniti spopolati dall’epidemia, chiamato a ricostruire la civiltà con Mother Abigail oppure piegarsi alla legge del più forte sotto la tirannia di Flagg. Il tutto tenendo sempre ben presente il concetto cardine di questi giochi: sopravvivere, cercando cibo, risorse e un riparo.

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4 – I Dragonieri di Pern

Tra i nomi della letteratura fantastica Anne McCaffrey occupa un posto speciale nel cuore di molti lettori di vecchia data. Il ciclo dei Dragonieri di Pern si presenta come uno splendido connubio di fantasy e fantascienza, un’opera con vette di lirismo difficili da eguagliare, il tutto con in un’ambientazione originale e realizzata con cura e una dedizione sincera, capace di trasparire dalle pagine.

Il pianeta Pern è stato colonizzato dagli umani, i quali sono intervenuti anche sulla fauna locale, creando i draghi con l’aiuto dell’ingegneria genetica. Un videogioco basato su Pern potrebbe quindi consegnarci un gioco hack & slash classico con una componente gdr unica nel suo genere, calandoci nei panni di un prode dragoniere. Il drago, in questo caso, non sarebbe solo una cavalcatura. Diverrebbe una figura centrale del gioco, con cui il giocatore potrebbe creare una simbiosi e cresce affrontando l’avventura.

Acquisire esperienza potrebbe permetterci di crescere insieme al nostro drago, aumentare le sue capacità nel volo e nel combattimento. Insomma, affinare lo Schema di Apprendimento che ci lega a lui e, di conseguenza, diventare sempre più forti.

Il titolo potrebbe anche prestarsi a una componente online, permettendoci di personalizzare il nostro drago e sfidare altri giocatori, oppure unirci a loro in una serie di raid nella lotta contro i Fili, i parassiti che infestano Pern e ne minacciano l’ecosistema.

5 – Nessun dove

Chiudiamo il cerchio di romanzi nato con i videogiochi The Witcher tornando al fantasy.

Se escludiamo l’esperienza di Good Omens, realizzata a quattro mani con Terry Pratchett, Nessun dove fu la prima opera letteraria firmata da Neil Gaiman.

In questa opera nata da una serie televisiva, facciamo la conoscenza di una vasta Londra di Sotto. Un luogo dove abitano tutte le persone che la società ha lasciato ai margini, ovvero gli invisibili, barboni, pazzi e reietti. A loro si uniscono personaggi strani e creature mitologiche, in un crogiolo di personaggi mai visto prima.

Londra di Sotto è un’ambientazione perfetta per un gioco di ruolo, grazie a una versione originale dei monumenti e dei simboli della City. E poi c’è la grande varietà di persone e  individui “caduti” nella Londra sotterranea. C’è così tanta scelta da permettere ai giocatori di creasi un personaggio unico.

La base di un videogame RPG dove la scelta di classe, background e caratteristiche sarebbe limitata solo dall’immaginazione degli sviluppatori. Ma soprattutto un gioco che potrebbe nascondere una bella componente emotiva, permettendoci di esplorare la vita e le disavventure di chi, come tante altre persone nel mondo reale, è caduto senza riuscire più a rialzarsi.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.