E se il reboot di Mortal Kombat al cinema fosse solo l’inizio per un franchise? Parla il produttore del film

Si avvicina la data di lancio per il reboot cinematografico di Mortal Kombat e il produttore del film ha parlato del franchise da cui è nato il progetto.

Todd Garner ha rilasciato un’intervista durante la quale ha parlato dell’enorme quantità di materiale e personaggi presente all’interno della lore di Mortal Kombat. Il film, come logico, potrà contenere solo una parte del grande numero di personaggi visti negli undici capitoli canonici della serie. Tra queste ci sono anche assenze eccellenti, come quella di Johnny Cage, uno dei personaggi più amati della serie videoludica.

Come spiegato da Garner la prima necessità era quella di non ripetersi rispetto al passato. Mortal Kombat vanta all’attivo già due film, una serie televisiva e una animata. Utilizzare sempre gli stessi personaggi avrebbe causato dei problemi.

Oltre a questo il produttore ha anche sottolineato un altro aspetto interessante. Il franchise di Mortal Kombat vanta un estensione davvero enorme, molto più grande di quella che poteva contenere un semplice reboot. “Mortal Kombat è come l’Universo Marvel… è infinito”, ha affermato Garner. “Quindi siamo partiti dalla premessa ‘Cosa farebbe la Marvel?'”.

Nell’esprimere questo giudizio tuttavia Garner si spinge anche altro. Secondo lui il reboot di Mortal Kombat sarà l’occasione giusta per ampliare ulteriormente il franchise e realizzare qualcosa di più grande in futuro. L’idea sembra quindi quella di iniziare con un nucleo di personaggio per poi ampliarlo poco alla volta. E l’esempio del MCU è di nuovo quello utilizzato da Garner: partire da un personaggio per poi ampliare la narrazione, poco alla volta.

“Inizi con un personaggio che è un punto di partenza- Iron Man – e poi sei arrivato agli Avengers. Non hai iniziato solo con gli Avengers. Quindi chi potrebbe essere quel personaggio per Mortal Kombat?”

(fonte: Collider)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.