Il ritorno di un genere che ci mancava tanto, anche su console!

Shadow Tactics: Blades of the Shogun è un titolo che raccoglie un’eredità importante, quella di una serie di videogiochi che i più anzianotti di voi ricorderanno: Commandos. Si trattava di una serie di RTS la cui peculiarità era quella di permettere al giocatore di controllare un manipolo di eroi predefiniti, ognuno con le sue abilità caratteristiche, e di guidarli verso l’obbiettivo nel modo più silenzioso possibile, richiedendo quindi grandi dosi di strategia per arrivare in fondo senza far rumore.

Il lavoro di Mimimi Productions è approdato da poco su console, dopo mesi di disponibilità su PC, e quello di cui vi parleremo oggi è proprio questo porting del gioco, che già avevamo apprezzato nella sua versione computer. Soprattutto perché, siamo sinceri, si tratta di un tipo di produzione che fino a pochissimi anni fa non sarebbe mai approdata su console, dato che “questi giochi non sono giocabili con il pad”. Ecco, era un’idiozia.

Shadow Tactics mette il giocatore nei panni di cinque guerrieri fedeli ad uno Shogun che ha finalmente riportato pace e stabilità nell’arcipelago giapponese. Non può però andare tutto bene, e nel paese si scatenano guerre portate avanti da influenti signori locali, ma a tirare le fila delle sollevazioni pare ci sia una sola persona, che gestisce il tutto dietro le quinte. Mentre nel paese impazza una canonica guerra, i nostri cinque eroi saranno impegnati a scivolare tra le ombre, muovendosi senza farsi vedere o riconoscere, allo scopo di riportare la pace. Questa è per grandi linee la storia che Shadow Tactics: Blades of the Shogun racconta, e lasciamo a voi il piacere di scoprire il resto. Perché anche se è vero che l’aspetto narrativo non è propriamente il piatto forte del titolo, di certo il racconto è piacevole e i personaggi ben caratterizzati.

Quello che invece è il punto più alto è sicuramente il gameplay, profondo ed appagante come raramente si vede. Come già accennato, ci troviamo di fronte ad un RTS con venature quasi stealth, che si ruota tutto attorno alle scelte strategiche compiute dal giocatore. Gli obbiettivi da portare a compimento sono tanti, perché oltre a quelli principali il gioco ce ne porrà di fronte, livello dopo livello, altri secondari assolutamente ininfluenti che però aggiungono pepe alle missioni, che già sono molte e varie.

Quindi, come funziona il gioco? Avanzando durante le prime missioni faremo lentamente conoscenza dei cinque personaggi che avremo a disposizione: un ninja, un samurai, un cecchino, una ragazza esperta di trappole e un’avvenente donna esperta nel confondere i maschietti. Ognuno di questi ha abilità particolari che, combinate con quelle degli altri, devono essere sfruttate per risolvere in modo creativo le situazioni. Questo perché, andando dritti all’obbiettivo, la sopravvivenza stimata di chiunque dei cinque è di circa quattro secondi. Nonostante ciò, non ci troviamo di fronte ad un gioco dalla difficoltà proibitiva, a patto di usare il cervello. La peculiarità introdotta da Mimimi Productions è però certamente lo Shadow Mode: se è ovviamente possibile controllare un solo personaggio per volta, lasciando indietro gli altri – preferibilmente nascosti – è allo stesso modo possibile registrare un’azione e poi farla portare a compimento con un solo tasto, così che il personaggio gestito dal giocatore e l’altro agiscano di concerto. Pianificare prima di agire, prevedere quello che gli avversari faranno, utilizzare la verticalità offerta e, soprattutto, saper mescolare pazienza e velocità di esecuzione, sono gli elementi chiave di un gioco che riesce ad essere uno strategico senza necessariamente risultare statico o lento. Che insomma, non è poco.

Nonostante la produzione di piccole dimensioni, l’aspetto tecnico del titolo è davvero piacevole e d’impatto. Le ambientazioni sono veramente ben realizzate e l’atmosfera è quella che ci si aspetterebbe dall’antico Giappone. Le accortezze per portare il titolo su console ed adattarlo al pad sono state decisamente tante, e così il risultato è un gioco che si lascia giocare senza problemi anche senza mouse e tastiera, con l’unico inconveniente di una telecamera a volte bizzosa, controllabile tramite l’analogico sinistro. Nulla che un po’ di esperienza non possa domare, ad ogni modo, e dopo poche ore vi ritroverete a muovervi agilmente, padroni del sistema di controllo. L’aggiunta più piacevole, dal sapore di master race, è però il quick save: premendo il touch pad (su PlayStation 4) il gioco salverà automaticamente in quel momento, permettendo così di ricaricare rapidissimamente le partite in caso di errore, cosa assai piacevole in un gioco in cui si fanno molti esperimenti che conducono alla morte.

Shadow Tactics: Blades of the Shogun recensione

Verdetto:

Shadow Tactics: Blades of the Shogun riesce a riportare al pubblico un peculiare tipo di RTS che non si vedeva da un po’. Bello da vedere e profondo nelle meccaniche di gameplay, il gioco risulta sempre stimolante, aprendo la risoluzione delle varie situazioni ad un ventaglio di possibilità veramente ampio. Se vi manca Commandos, o più semplicemente vi piacciono gli strategici e non possedete un PC in grado di reggere il gioco, questa edizione console fa certamente al caso vostro, dato l’ottimo lavoro svolto per adattare i comandi a tipologie di input tanto diverse come la combo mouse + tastiera e il pad. Consigliato? Assolutamente.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.