Breve estratto della follia Nerd del Comic-Con di San Diego 2015

San Diego è la città statunitense famosa per il suo enorme zoo e per aver ospitato tanti anni fa un T-Rex drogato, assetato e incazzato. Da quel momento in poi, di T-Rex non se ne sono visti molti altri, ma sicuramente la passione per lo zoo è rimasta e infatti da anni ormai si organizza una delle più importanti manifestazioni multiculturali e politematiche che il globo possa raccontare. È il Comic Con, la Convention Nerd per eccellenza, immortalata e citata in decine di telefilm a tema (Big Bag Theory è solo UNO dei tanti, fidatevi), amata dagli aficionados, agognata da chi non se la può permettere e gettonata dalle major e dagli espositori. Certo, quest’anno Ted 2 ha provato a far vedere che esiste anche il New York Comic Con, ma tanto per noi non fa differenza: non possiamo andare né all’uno né all’altro! A parte gli scherzi, la kermesse cine-fumetto-televisiva più imponente dell’estate americana è volta al termine e noi siamo qui a fare un po’ il punto della situazione, a mettere insieme le tantissime news che hanno invaso la rete e a fare una bella cernita delle cose importanti, di quelle che ci siamo segnati sul calendario e di quelle che un po’ ci hanno sorpreso.

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Varie ed Eventuali

Iniziamo dall’elemento faceto e imbarazzante, prima di lanciarci nelle news succulente e scoppiettanti, perché il Comic Con è anche questo: divertimento sopra le righe, situazioni al limite dell’assurdo e assenza completa di ritegno.
Partiamo con Jennifer Lawrence, sempre autoironica che non riesce davvero ad essere seria in nessuna occasione e per questo la adoriamo! Presente a San Diego per il quarto capitolo degli Hunger Games, durante un’intervista ha partecipato a un gioco di beneficienza: 200 dollari per ogni parolaccia che pronunciava in 30 secondi. Una barbarie! Una esilarante barbarie dialettica che ha dimostrato le scorza della ragazza e il suo appeal e la voglia di divertirsi! Non possiamo mettere da parte l’ingresso trionfale del veterano della commedia americana Bill Murray che si è fatto accompagnare dalle note della sempreverde e abusatissima Smoke on the Water dei Deep Purple. L’attore si trovava a San Diego per presentare il suo prossimo film, Rock The Kasbah, anche se si sperava in suo cameo nel prossimo GhostBusters Chiudiamo la fiera delle oscenità con LA vicenda che ha incendiato il web, facendo venire a galla tutti i commentatori della domenica, gli indignati totali e i semplici inetti che seguono la mandria di lama sputacchianti in cui facilmente il popolo della rete si trasforma.

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Parliamo di Brian Creston e del suo show durante la presentazione del suo prossimo lavoro SuperMansion, serie di animazione di cui è produttore. Un ragazzo si è alzato dal pubblico chiedendogli cosa faceva ad Albuquerque, la sua città natale, durante le riprese di Breaking Bad. Cranston, diabolico e geniale allo stesso tempo, ha risposto fulmineamente: Andavo a trovare tua madre! E da qui si è scatenato l’inferno. Come si permette Cranston a dare una risposta così maleducata a un povero ragazzo che invece era stato tanto gentile con lui? E poi quell’atteggiamento da Gangsta del Bronx! Eh, beh, tutto è relativo, ovviamente. Il ragazzo ha posto una domanda legittima, ma l’ha fatto imitando il figlio neuroleso di Walter White (cosa che chi ha visto la serie in italiano non ha potuto apprezzare) e la risposta di Heisenberg è stata pregnante, fulminea e GIUSTA. Essendo Walter White il padre del ragazzo disabile, ad Albuquerque non poteva far altro che andare a trovare sua moglie! Geniale nella sua spontaneità (speriamo) e nella scelta dei tempi comici e delle varie chiavi di lettura. Grazie per averci regalato questi momenti! Da aggiungere agli special di Breaking Bad…

Cinema d’essai

Per quanto si chiami Comic Con, il materiale presentato è di ogni genere e talvolta gli annunci in materia di fumetti in quanto tali sono pochini e pure un po’ deludenti. A far da padrone sono le case produttrici di fumetti, come la Marvel e la DC, con relative sussidiarie, che si propongono in veste di venditori di sogni di celluloide. Ormai gli universi fantastici fatti da supereroi, superproblemi e grandi responsabilità si sono riversati nelle sale semibuie con il Dolby Surround e i maleducati pieni di cellulari accesi e quindi gli annunci dei cinecomic sono paragonabili a quelli dei comic e basta.

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Quest’anno effettivamente le cose migliori ci sono arrivate dalla DC. Prima il trailer del prossimo Batman v Superman, con Wonder Woman, Aquaman e tutto l’ammennicolo di oscura mestizia che si porta dietro il film. Abbiamo capito la deriva verso i toni dark, che però ora stanno un po’ sfociando verso l’eccesso, del tipo che ormai quando parte il trailer di qualsiasi cosa targato DC dovrebbe esserci il disclaimer ‘MAI UNA GIOIA’. Per carità, il trailer è BvS è una gran cosa, nonostante Ben Affleck, ed è superiore al precedente ma, seriamente, è troppo affossante.
Poi però è arrivato Suicide Squad. Eh, sì. Harley Quin e i suoi splendidi amici hanno fatto irruzione sul web per la prima volta. Dapprima in forma illegale, grazie a qualche amante del bootleg che ha spacciato un filmato sbilenco, dall’audio ovattato e dalla risoluzione infima: in pratica un capolavoro che ha fatto due volte il giro del web. La reazione della DC è stata immediata, nella forma di un comunicato lungo quanto una quaresima ricco di piagnistei e lamentele, che si concludeva: ecco qua il video in alta definizione, ci siamo offesi per sempre e vi odiamo senza pudore. Ma please! Ah, c’era pure Jared Letho che faceva Joker. Ed era fico, inutile girarci intorno.

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La Marvel non poteva stare a guardare e così ha messo nel paniere un piccolo first look a qualcuna delle sue innumerevoli pellicole in produzione. Ed è stato il momento dei fotogrammi dedicati a Deadpool, irriverente figlio di puttana mascherato che non vediamo l’ora di conoscere al cinema, e a seguire il prossimo film degli X-Men con tanto di saluto da parte di Hugh Jackman che vestirà per l’ultima volta di panni di Wolverine nel terzo capitolo della saga a lui dedicata. La parte più divertente di tutte è stato però quando il capitano Chunning Tatum ha sollevato al cielo il suo bastone da Selfie preferito e ha immortalato in unico scatto tutti i supereroi presenti sul palco, sia quelli finti che quelli veri come Stan Lee. L’espressione di sana gioia e felicità che emerge da tutti i ragazzi e le ragazze vale davvero come riassunto dello spirito del Comic Con.

Star Wars. Punto.

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Guerre Stellari fa caso a parte. Gli dedichiamo un intero capitoletto perché così deve essere: per una questione di rispetto verso la saga immortale, perché a piano a piano stiamo forse dimenticando Jar Jar Binks e soprattutto perché sul serio non vediamo l’ora che il film arrivi nelle nostre sale, se prima o dopo Checco Zalone, non ci interessa! Davanti a seimila persone sono stati presentati alcuni Behind The Scenes inediti che hanno mandato in visibilio i fan. Ma più di ogni cosa, su quel palco, dietro ai microfoni, sotto i riflettori è salito il buon vecchio Harrison Ford, maledetto scapestrato che ci è quasi morto sotto gli occhi! Per fortuna, pare che sia in forma, sempre che quello che ha salutato la folla non sia solo un droide dalle fattezze umane. Questo lo scopriremo solo vivendo. Per adesso tiriamo il proverbiale sospiro di sollievo e togliamo il brevetto di bolo a Harry!

Telemovies

Non basterebbero due articoli enormi per sintetizzare l’enorme quantità di notizie che sono arrivate. Non è mancato il first look alla prossima stagione di The Walking Dead, che ormai vediamo per inerzia e perché gli zombie sono sempre fichissimi. A questo si è aggiunto iZombie con la sua seconda stagione, da cui ci teniamo alla larga per un sacco di buoni motivi. Immancabile il caro vecchio violentissimo Game of Thrones con una conferenza improntata sul non dire nulla di concreto, se non che ‘Davvero i personaggi che sono morti finora sono morti PER SEMPRE!’, aggiungendo che la violenza è normale per quel periodo medievale tutto acciaio e testosterone impazzito. Poi, oltre alle battute del cast e agli scherzi con i fan, che li fanno sentire sempre più vicini, sono stati proiettati gli esilaranti provini con cui i vari attori si sono presentati per avere la parte. È quella sere di Behind the scenes che avremmo voluto fossero commentati dalla Gialappa’s…

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Poi sono arrivate le bombe H in formato televisivo. Al di là delle serie improntate su The Arrow con il nuovo vestitino, su The Flash e i suoi problemi esistenziali, passando per Miss Carter e Doctor Who, ci è piombato tra capo e collo il trailer totale globale della serie Ash vs Evil Dead. Non esistono parole abbastanza chiare e pregnanti per poter descrivere fino in fondo il senso e il significato di questo trailer e l’enorme eredità che raccoglie e che chiaramente vuole bissare. La serie, che si propone come un set di 10 episodi da 30 minuti l’uno, è una rivisitazione della celebre saga horror inventata dai fratelli Raimi con Bruce Campbell come protagonista. Questa versione televisiva vede lo stesso Campbell come protagonista, ma non è solo questo a lasciarci a bocca aperta. Le promesse del trailer ci fanno già immaginare come lo spirito scanzonato, eccessivo, esagerato e cartoonesco dei film originali siano stati mantenuti intatti, lasciando lo spettatore davanti a litri di sangue palesemente finto, con attori che fanno di tutto per non prendersi troppo sul serio, tra smembramenti e zombie posseduti, voraci e folli al punto giusto. Ash vs Evil Dead è un progetto che per noi ha già vinto tutto, solo per le premesse e per l’idea di non volere tradire i fan creando un telefilm edulcorato e aggiornato ai canoni patinati di oggi. Un B-TeleMovie come forse non se ne sono mai visti. E non abbiamo neanche visto una sola puntata!

Il magico mondo dei fumetti.

È il Comic Con e quindi non possiamo tralasciare l’aspetto fumettistico della fiera. Come sempre le Major delle Storie Disegnate hanno provato a fare i loro grandi annunci, ma lasciatecelo dire: poca roba e pure un po’ ritrita. La DC ha continuato a calcare la mano sul suo nuovo maxi evento Convergence che vedrà sconvolgere il suo universo come sempre succede più o meno ogni tre o quattro anni. Questo momento fantastorico è solo il pretesto per lanciare altre TRE testate, spin off più o meno: Superman: Lois and Clark, Titans Hunt e Telos, giusto per riempire ulteriormente le nostre fumetterie di decine e decine di spillati tanto che non sappiamo più quali comprare e perché… e come se non ci fosse già abbastanza carne al fuoco ha fatto capolino il crossover tra le Tartarughe Ninja e Batman (SIC)

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La DC non è sola in questo delirio: la sorella dell’altro lato della strada non è stata da meno, sfruttando lo sconvolgimento che si sta svolgendo in seguito al suo evento BattleWorld. È stato annunciato un nuovo numero uno di Squirrel Girl, che sarebbe il secondo quest’anno…
Ancora un altro annuncio, però per fortuna di altra levatura: una nuova serie basata sull’universo di Blade. Il nostro eroe Diurno sarà presente ma non ne sarà veramente protagonista, visto che la leadership narrativa la prende invece Fallen Grey che è addirittura sua figlia! Nonostante le tinte fosche e horror tipiche della serie, l’intento degli autori è quello di analizzare il rapporto tra padre e figlia, considerando la levatura dei personaggi chiamati in questione…
Sul versante più indipendente, invece, ci sentiamo in dovere di citare ben tre importanti avvenimenti. Il primo riguarda un fumetto di cronaca, per così dire, scritto dall’eroe vivente John Lewis, attivista per i diritti umani e per l’uguaglianza razziale. Quest’uomo cinquant’anni fa ha marciato su Washington con migliaia di persone per denunciare il razzismo imperante in quel periodo. Tutte le sue memorie sono finite in una graphic novel dal titolo eloquente di March, per una lettura struggente e impegnata. A seguire, siamo felici per il ritorno del papà di Buffy dietro la macchina da scrivere. È infatti imminente la pubblicazione della nuova miniserie Twist, scritta da Josh Whedon e che vedrà come protagonista una nuova eroina spietata e carica di poteri meravigliosi, una sorta di Batman vittoriana ante litteram. Le premesse per qualcosa di assurdo ci sono tutte, ora non ci resta che aspettare una eventuale pubblicazione italiana…

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Per concludere, parliamo di Grant Morrison, il celebre sceneggiatore scozzese che ha dato vita ad alcune tra le miniserie e le saghe supereroistiche più intense e interessanti che abbiamo avuto tra le mani. Basta pensare a quel cupo capolavoro che è Arkham Asylum o all’altrettanto distruttivo ciclo dei New X-Men per capire il peso che questo autore ha all’interno dell’industria del fumetto. Ed appaiono ancor più dolorose e spiazzanti le sue parole, quando afferma di essere stanco di scrivere storie paramilitari, dove la spiegazione a tutti i mali e le fandonie è da ritrovarsi in un fantomatico ‘Governo’, una sorta di deus ex machina che funge contemporaneamente da giustificazione e colpa di ogni atto e azione che viene descritta in un fumetto. La critica feroce al fumetto popolare americano è solo il preambolo per il suo nuovo progetto che lo ha portato in India in cerca di nuove idee. Ha annunciato infatti aver scritto ben due storie con le fondamenta scavate proprio nella mitologia induista e indiana: Avatarex e 18 days, due opere intrise di mistero e mito, dove l’epica orientale e l’immaginazione sconvolgente dell’autore scozzese trovano il giusto connubio tra sogno e follia. Per chiudere il discorso Comics, non potevamo non menzionare una delle premiazioni più importanti, paragonabile forse ai Grammy musicali e agli Oscar per il cinema. Anche quest’anno ci sono stati gli Eisner Award per le varie categorie, per insignire gli autori e gli artisti che si sono distinti durante quest’anno forsennato di pubblicazioni. La lunga lista di premiazioni è reperibile online, e purtroppo molti degli albi, delle graphic novel e delle miniserie citate non sono reperibili in Italia. C sentiamo di fare i complimenti a Fiona Staples e Brian K. Vaughan che macinano onorificenze in sequenza grazie a quel piccolo capolavoro che è Saga (leggetelo. ORA!)

Miscellanea

Siamo quasi giunti al termine di questa infinita e per forza di cose incompleta carrellata sulla bolgia nerd che è il Comic Con. In questo paragrafo, veloce come il sorbetto a metà pasto parleremo di argomenti che ingigantiscono il Comic Con, ma che in definitiva ne sono solo un’appendice neanche troppo ipertrofica. Iniziamo con i videogame. Potremmo considerare la kermesse di San Diego come una piccola continuazione liofilizzata dell’E3 di Los Angeles, tanto che effettivamente sono davvero poche le news in merito ai videogiochi, con una serie annunci che sono solo la ripetizione di alcune cose già sentite nella fiera di qualche settimana prima. Infatti i giochi presenti erano praticamente gli stessi di cui abbiamo parlato nelle ultime settimane: Mirror’s Edge, Street Fighter V, Halo 5 Guardians, Fable Legends and so on.

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Ovviamente, San Diego non è considerata come una delle migliore piazze per fare annunci bomba, soprattutto considerando che da qui a poche settimane parte il Games Con di Colonia, decisamente più appetibile e a tema per sparare i megatoni giusti. Non è mancato l’angolo Oculus Rift e Vive, dove la gente provava i dispositivi per la realtà virtuale, divertendosi a blastare e schivare con le stesse demo che già erano state presentate all’E3. Sempre in ambito miscellaneo, non possiamo esimerci dal descrivere la quantità industriale e la qualità invereconda di tutte le action figure, i diorami e le statue che erano in esposizione e in vendita in quel di San Diego. Il paradiso del collezionista, purché debitamente dotato di portafogli gonfio e accessibile: si va dalle semplici riproduzioni dei grandi eroi Marvel e DC, anche i più remoti e i meno conosciuti, tra cui figure di spicco come il meraviglioso Superman Comunista della serie Red Son, fino al camper di Balle Spaziale, quello guidato da Stella Solitaria e l’intramontabile Martin McFly versione 2015 con autolacci e giubbotto autoasciugante.

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Un’orgia nerd di queste proporzioni è troppo per chiunque, ma ancora all’appello manca qualcuno, non credete? Abbiamo parlato di ogni cosa ci sia venuto in mente, ma ancora non è finita. Non sentite che effettivamente c’è un’ultimissima cosa che vale la pena menzionare perché per certi versi questi soggetti sono l’anima di queste convention. Parliamo ovviamente dei COSPLAYER! A San Diego erano OVUNQUE e i costumi realizzati erano di ogni maniera e di ogni fattezza, con risultati altalenanti, ma lo stesso stupefacenti. Consideriamo il cosplaying quasi una forma di self-art, qui a Stay Nerd lo adoriamo e non possiamo che apprezzare il coraggio di tutti questi ragazzi (più o meno piccoli) che scelgono di trasformarsi nei loro eroi, facendo affidamento solo sulle loro mani e sulla loro inventiva, perché va da sé che il vero cospalyer non compra un vestito preconfezionato, ma lo progetta, lo realizza e poi lo vive. Il Comic Con ci ha regalato centinaia di questi esempi di tutte le età e tutte le etnie, con improbabili crossover e mashup, come un Deadpool con scudo e Master Sword direttamente da Hyrule.

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Con queste ultime immagini di persone che mettono in gioco loro stesse, perché solo di questo si tratta, un gioco, vi salutiamo, scusandoci per tutto quello che abbiamo tralasciato. Non lo abbiamo fatto per negligenza o per preferenze di gusto, ma solo perché la mole di materiale presentata in quel di San Diego è stata davvero titanica e scrivere di tutto era un’impresa impossibile. Vi ringraziamo, Fedeli Lettori, per essere arrivati fin qui e vi aspettiamo al prossimo recap!

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.