Su Prime Video c’è El internado: Las Cumbres – La scuola dei misteri. Ripercorriamo la storia del Dark Academia

scuola misteri las cumbres

er gli amanti delle ambientazioni collegiali, oscure e intrise di mistero, il genere Dark Academia non dovrebbe risultare nuovo. La moda di questa vera e propria corrente stilistica ha spopolato in ogni ambito della nostra cultura generale, dall’abbigliamento alla musica, dal cinema alla letteratura. Sui social si è diramata, divenendo una subcultura legata strettissimamente allo scenario delle higher education, alla poesia, alle arti, all’architettura gotica e al recupero di tutti quegli stilemi tipici della cultura classicheggiate. Principalmente edificata sull’estetica inglese dell’università di Oxford e su quella americana di Yale, la Dark Academia ha poi contagiato tutto il mondo (in particolare l’Occidente), dando vita a prodotti di diversa natura che vivono sotto il suo segno distintivo. Oggi, nello specifico, bypasseremo America ed Inghilterra per concentrarci su un titolo proveniente dalla Spagna, targato Amazon Prime Video.

El internado: Las Cumbres, conosciuta in Italia con il titolo di La scuola dei misteri, è una serie TV spagnola che ha esordito nel catalogo Prime Video il 19 febbraio 2021, attingendo a piene mani da tutto quell’universo stilistico oscuro e collegiale del Dark Academia. Incontriamo infatti primo episodio moltissimi elementi che ce la fanno riconoscere come tale, dalla trama allo stile registico, dalla fotografia, alla colonna sonora ai riferimenti storico-letterari.

In un collegio per ragazzi problematici situato sulla vetta di un promontorio sperduto nel Nord della Spagna, un gruppo di studenti, trattati come prigionieri, viene catapultato in un’oscura avventura: segreti, orrendi omicidi, vecchie leggende riguardanti un’antica setta adorante del Diavolo diventano la loro ossessione da quando un loro compagno è misteriosamente scomparso.

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Nelle mura di un vecchio monastero, convertito a collegio per ragazzi che altrimenti sarebbero finiti in carcere, si muovono scolari in divisa, frati in lunghe tuniche bianche e presenze spettrali. Se questo non basta a farvi immediatamente pensare al Dark Academia, aggiungiamoci anche melodie malinconiche suonate al pianoforte, storie d’amore tormentate, antichi rituali e versi provenienti direttamente dal nostro libro di antologia classica del liceo.

La scuola dei misteri sa ingannare lo spettatore con tutti questi effetti speciali, resi con precisione quasi didascalica, ma che, sfortunatamente, lasciano a desiderare per tutto ciò che riguarda la questione sociale indagata dal Dark Academia negli ultimi anni. Infatti questo genere, oltre ad essere una vetrina estetica, si è con il tempo evoluto in un discorso ben più profondo che vede come argomento chiave la lotta di classe: sintomo di un atteggiamento estremamente borghese, il Dark Academia inizia sempre più ad essere affrontato con occhio critico da autrici e autori (sia appartenenti al mondo del cinema che della letteratura). L’esempio massimo di approfondimento antropologico del genere ce lo offre Donna Tartt con il suo Dio di Illusioni, romanzo intrinsecamente sociale che affronta questi ambienti in una chiave politicamente matura e aspramente critica. Lo stesso trattamento lo si osserva nel romanzo paranormale di Leigh Bardugo La Nona Casa, ambientato in una Yale esoterica in cui la magia e la tenebra sono considerati giochi nelle mani di pochi eletti con le tasche piene di denaro.

I precedenti del Dark Academia

La scuola dei misteri riprende le note della rivolta contro le istituzioni, ma la vena politica della serie si limita a poche battute, gettate lì più per arricchire il contesto che per esprimere una sana dose critica. Allo stesso modo, forse con atteggiamento più favolistico, si comportano tanti altri titoli: The Order (Netflix), The Magicians (Prime Video), A discovery of witches-il manoscritto delle streghe (Sky), Le terrificanti avventure di Sabrina (Netflix) sono solo alcuni dei titoli che concorrono nella gara di chi è riuscito meglio a rappresentare il Dark Academia come quello che più superficialmente appare: una palette di colori, un mood scritturale e visivo, un’espediente estetico; questo modo di affrontare la corrente non è errata e neanche da demonizzare, ma è bene sapere che fare di più è possibile, anche quando si parla di Dark Academia. Con maggiore prepotenza concorrono prodotti come Penny Dreadful, L’Alienista, La regina degli scacchi, Una serie di sfortunati eventi, che invece fanno un passo oltre, tramutando un filtro cromatico alla moda in una vera e propria ricerca della tenebra, chi con più leggerezza, chi con meno. La profondità dell’animo umano, le sue ombre in relazione con l’opprimente e meraviglioso ambiente gotico, il classismo e il predominio della ricchezza borghese: sono queste le basi concettuali di un genere che non dev’essere necessariamente relegato a velo di Maya.

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Volendo stilare una lista di titoli letterari che possono cadere sotto il segno della Dark Academia, importante è cominciare con chi questo genere lo ha inconsapevolmente creato: Dracula di Bram Stoker, Frankenstine di Mary Shalley, Cime tempestose di Emily Brontë, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson sono, tra i tanti, i romanzi che hanno costruito le fondamenta di questo processo creativo, di questo substrato culturale che oggi ci appare ridondante in tantissimi titoli televisivi e letterari. Muovendoci verso lidi più recenti, impossibile non citare di nuovo Donna Tart, Susanna Clarke con il suo Piranesi, Erin Morgenstern con Il mare senza stelle, Olive Blacke con il suo The Atlas Six, Vita Nostra di Marina e Sergej Djachenko, Dead Poets Society di Nancy H. Kleinbaum (da cui è stato tratto il magistrale film con protagonista Robin Williams L’attimo fuggente). I modi e i generi con cui l’immaginario Dark Academia è stato affrontato sono talmente vari che in ogni opera saremmo in grado di cogliere diverse sfaccettature di un mondo immaginifico tanto preciso quanto evanescente.

Interessante l’esperimento di Laura Belloso e Asier Andueza con la loro Scuola dei Misteri, che ci offre un interpretazione del Dark Academia da parte della cultura spagnola. Forse avremmo preferito una maggiore caratterizzazione di quest’ultimo aspetto, che avrebbe magari reso la serie TV mano simile a tanti altri titoli. La Spagna è un territorio ricco di leggende, tradizioni e credenze popolari che perfettamente si sposerebbero con il gusto intenso della nostra odierna protagonista: basti pensare all’Inquisizione Spagnola, alla Peste del 1300, alla Caccia alle streghe. Chissà se, andando avanti, verremo saziati anche di questo. Dal 1 aprile 2022 è arrivata su Prime Video la seconda stagione della serie, perciò adesso tocca a voi addentrarvi nel liceo Las Cumbres, a caccia di segreti, fantasmi ed elementi che vi faranno venire in mente i castelli spettrali del Conte Dracula o le fitte foreste delle sorelle Brontë.

Martina Borgioni
Sono una studentessa della facoltà di Lettere Moderne all'Università di Roma Tre. Adoro scrivere e leggere di tutto, da Jane Eyre ai bigliettini nei biscotti della fortuna. Sono un'appassionata di narrativa fantasy e, come per i protagonisti di un fantasy, mi piace osservare il mondo attraverso una lente sempre diversa (spesso la più scomoda). Ho scritto per tanti blog, approdando infine qui: un tassello di vita in quella che spero sarà una grande avventura piena di parole.