Dalla pellicola alla carta stampata: cinque film di successo che sono diventati fumetti, ampliando l’universo narrativo originale

Film e fumetti, due modi differenti di narrare e far sognare. Seppur differenti, riescono a proiettare le menti di chi osserva e legge altrove. In altri mondi, in altri tempi, dove si rimane stupiti e beati delle imponenti architetture narrative ideate da autori, divinità creatrici di mondi immaginari in cui smarrirsi. Ma cosa succede quando i due mondi si incontrano e si sfiorano? Ecco cinque casi in cui il fumetto ha continuato, ampliato e re-inventato quello che i film avevano creato.

Star Wars

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana esisteva una fulgida costellazione composta da una miriade di fumetti. C’era una volta l’universo espanso di Star Wars, contraddistinto da una quantità smodata di materiale legato al brand. In un tempo non remoto l’architettura narrativa di Guerre Stellari non si fermava alle vicende raccontate nei film, ma proseguiva, aumentando l’arco temporale dell’opera, grazie a libri, film per la TV, giochi di ruolo, videogiochi, programmi radiofonici e soprattutto fumetti. Per capire la portata dell’ampliamento della narrazione canonica basti pensare che l’Universo espanso copre oltre 30.000 anni di storia, contro i 66 delle prime due trilogie.

Il 2012, anno terrestre, è lo spartiacque che cambia la storia di Star Wars. ll 30 ottobre 2012 viene infatti ufficializzata l’acquisizione del gruppo da parte di The Walt Disney Company per la modica cifra di 4,05 miliardi di dollari. L’acquisto da parte del colosso americano non ha soltanto una valenza economica di enorme respiro internazionale, ma segna un momento di svolta poderoso per quanto riguarda l’approccio narrativo del franchise.

fumetti filmIl passaggio alla Disney è un vero e proprio momento di svolta, sia per quanto riguarda il futuro della saga, sia in maniera retroattiva. Viene infatti deciso di annullare l’intero Universo espanso per quanto riguarda la continuity di Star Wars. Tutto il materiale che componeva l’allargamento della storia principale è stato etichettato con il nome Star Wars Legends e non faceva più parte della narrazione canonica. Nonostante il downgrade effettuato dalla Disney, tutti i fumetti extra film di Guerre Stellari continuano a vivere, grazie a ristampe e nuove edizioni, che ne mantengono inalterato l’appeal.

Ma dove è iniziata questa sterminata pubblicazione? Tanto tempo fa, nel 1975, nella galassia Marvel, il direttore Stan Lee fu contattato dai piani alti della Lucasfilm per la pubblicazione ad opera della Casa delle Idee del fumetto del primo film di Guerre Stellari, Una nuova speranza. L’albo sarebbe uscito prima dell’uscita del film e, nei piani della Lucas, avrebbe potuto aumentare l’interesse per la pellicola e attirare al cinema gli abituali lettori delle creazioni Marvel. Lee apparse inizialmente scettico, ma l’intercessione di Roy Thomas suggellò l’accordo tra Lucas e la Marvel, che pubblicò in sei numeri la storia del futuro episodio IV della saga. Lee firmò un accordo che non includeva royalties destinate alla Lucasfilm finché che le vendite non avessero superato le centomila copie.

I sei fumetti legati al primo film, scritti da Roy Thomas e disegnati da Howard Chaykin, furono un successo editoriale clamoroso. Le vendite superarono abbondantemente le centomila copie e vennero dunque subito rinegoziati nuovi accordi per ulteriori pubblicazioni. Il 12 aprile del 1977, un mese prima dell’ uscita del film Guerre Stellari aka Una nuova speranza, che uscì in 42 sale statunitense il 25 maggio 1977, la Marvel mise in commercio il primo albo di una serie a fumetti denominata Star Wars. I primi dieci numeri videro nuovamente al timone Roy Thomas e Howard Chaykin, che abbandonarono ben presto il progetto per le intromissioni costanti della Lucas nel loro lavoro. Nel maggio del 1978 i due furono sostituiti dallo sceneggiatore Archie Goodwin e dall’illustratore Carmine Infantino.

La saga proseguì con cadenza mensile fino al 27 maggio del 1986: si contano ben 107 volumi e tre speciali annuali (The Long Hunt, Shadeshine! e The Apprentice). Nel team di sviluppo si sono avvicendati personaggi di spicco del panorama fumettistico, quali Roy Thomas, Archie Goodwin, Mary Jo Duffy, David Michelinie, Howard Chaykin, Carmine Infantino, Al Williamson e Walter Simonson.

In italia Star Wars fu edito da Mondadori, che modificò il titolo in Guerre stellari, il cui primo numero fu pubblicato per la prima volta nel novembre 1977. Ogni numero era composto da 40 pagine e includeva due volumi dell’edizione originale. Dopo un ottimo successo iniziale, l’interesse del pubblico diminuì drasticamente e la pubblicazione di Guerre stellari si interruppe nell’ottobre 1979 con l’uscita del quattordicesimo numero. Recentemente Panini Comics ha pubblicato l’intera collana, sotto forma di cinque volumi Omnibus, usciti con cadenza annuale tra il 2012 e il 2017.

Se gli anni settanta e ottanta hanno visto regnare Marvel nel mondo di Star Wars, dal 1991 è iniziata una nuova era, quella della Dark Horse Comics, che acquistò i diritti legati al franchise. Furono decisivi i due autori Tom Veitch e Cam Kennedy, che desideravano a ogni costo sfruttare le possibilità narrative che l’universo di Guerre Stellari era in grado di offrire. In un momento storico in cui i film subirono una pausa di 16 anni, i fumetti erano in grado di narrare nuove storie legate al franchise. In questi anni uscirono epiche storie che hanno contraddistinto l’Universo espanso: Il Lato Oscuro della Forza, L’ombra dell’Impero, L’Impero cremisi, Cavalieri della Vecchia Repubblica e molti altri.

Vennero poi pubblicate saghe di successo, come Republic (1998), Tales (1999), Empire (2002), Clone Wars (2003), Tempi oscuri (2006), Knights of the Old Republic (2006) e Eredità (2006).

In seguito al passaggio a The Walt Disney Company, il 3 gennaio 2014 venne annunciato che i diritti per la messa in commercio di fumetti e graphic novel legati ai film di Guerre stellari sarebbero passati a partire dal 2015 dalla Dark Horse Comics alla Marvel Comics.

La Marvel, che nel 2009 era stata acquistata proprio dalla Disney, ripubblicò le storie inerenti l’universo espanso sotto il brand Star Wars Legends, scollegandole dalla continuity ufficiale. Parallelamente alla ripubblicazione dei vecchi albi, la Disney ha riplasmato ex novo la creazione di fumetti correlati al nuovo canone ufficiale. In questo modo vengono approfonditi personaggi della saga cinematografica e con fumetti scritti ad hoc si focalizza l’attenzione su eventi solo accennati nei film.

Tra i fumettisti che hanno collaborato a questa nuova era griffata Marvel ci sono fumettisti illustri quali Jason Aaron, Kieron Gillen, Greg Weisman, Salvador Larroca, Charles Soule, Alex Maleev, Stuart Immonen, John Cassaday. Per quanto riguarda gli italiani si sono messi in luce Simone Bianchi, Marco Checchetto, Andrea Broccardo, Giuseppe Camuncoli e Jacopo Camagni.

fumetti filmNella miriade di nuove pubblicazioni sono degne di nota “Star Wars“: serie regolare ambientata tra Una nuova speranza e L’Impero colpisce ancora; Darth Vader: serie di 25 numeri ambientata tra Una nuova speranza e L’Impero colpisce ancora; Princess Leia: miniserie in 5 numeri ambientata tra Una nuova speranza e L’Impero colpisce ancora, Lando: miniserie in 5 numeri ambientata tra Una nNova Speranza e L’Impero Colpisce Ancora; Chewbacca: miniserie in 5 numeri ambientata tra Una Nuova Speranza e L’Impero Colpisce Ancora; Han Solo: miniserie in 5 numeri ambientata tra Una nuova speranza e L’Impero Colpisce Ancora; Poe Dameron: serie di 31 numeri ambientata mesi prima de Il Risveglio della Forza e subito dopo Gli Ultimi Jedi; Darth Maul: miniserie in 5 numeri ambientata prima de La Minaccia Fantasma.

In Italia queste serie sono pubblicate dalla Panini Comics a partire da maggio 2015 in due mensili: Star Wars composto da 48 pagine, che raccoglie in ogni numero un episodio della serie USA Star Wars e una miniserie (Leia, Poe, Chewbacca etc). Il secondo albo è invece è Darth Vader che, sempre in 48 pagine, che include un numero della serie USA Darth Vader e una miniserie (Kanan, Obi-Wan & Anakin, Maul, Doctor Aphra)

Robocop

La genesi e l’esistenza di Robocop è un dedalo di what if. Sin dal 1987 la vita di uno dei personaggi più amati e discussi della fantascienza cinematografica è un moltiplicarsi di idee mai realizzate, di progetti abbandonati o modificati in corso d’opera. Già nel 1987 quando Ed Neumier e Micheal Miner crearono questo mix tra Iron Man e Iron Man e Il giustiziere della notte, le case di produzione non furono attirati da questo déjà-vu ricoperto da un’armatura. L’unico colpo di fulmine lo ebbe la moglie del regista Paul Verhoeven, che propose al marito lo script del film.

Da lì nacque il film che avviò una delle saghe dall’esistenza più sconclusionata di sempre: due sequel, un remake e tantissimi tentativi di reboot. Memorabile il progetto con regia di Darren Aronofsky, annunciato al ComiCon del 2008 e mai realizzato.
Per quanto riguarda la trasposizione a fumetti del film la via è altrettanto tortuosa e il più grande sliding door si genera esattamente durante la produzione del secondo film della saga, che doveva essere scritto e diretto da Frank Miller in persona!

fumetti filmMiller, che lavorò anche allo script di un eventuale terzo episodio, aveva ideato una sceneggiatura estrema, pronta a rompere i rigidi schemi della Hollywood anni novanta. L’esplosività creativa di Miller fu detonata costantemente dal team di controllo del film. Il suo script fu tagliato, modificato, edulcorato. In poche parole l’intera sceneggiatura di Miller fu annullata. Nonostante il nome di Miller compaia nel cast di sviluppo di Robocop 3, nessuna delle sue idee era stata mantenuta.

Il Robocop di Miller divenne una creatura mitologica, agognata da tutti gli appassionati. L’Avatar Press realizzò il sogno, grazie al suo editore società, William Christensen che possedeva una copia della sceneggiatura. Per la scrittura degli albi fu incaricato Steven Grant, vecchia conoscenza di Miller. L’opera, che debuttò nel Luglio del 2003, fu disegnata dallo spagnolo Juan Jose Ryp, mentre le copertine erano state disegnate da Miller Stesso. Il Robocop reinterpreato da Miller in chiave noir e ultraviolenta fu composto da nove numeri, poi raccolti in un’edizione Omnibus.

Il primo ciclo narrativo fu poi seguito dalla pubblicazione di Last Stand, una mini-serie di otto numeri scritta da Steven Grant che adattava la sceneggiatura ideata da Miller per Robocop 3. La Boom ha poi pubblicato quattro fumetti stand-alone ambientati nell’universo ricreato ex novo con il reboot di Robocop del 2014. Le quattro storie sono poi raccolte in un un volume intitolato “RoboCop: The Human Element” .

fumetti filmIl rapporto tra i film di Robocop e i fumetti ovviamente non si limita al lavoro di Miller: tra il maggio del 1990 e il gennaio del 1992 la Marvel pubblicò 23 albi, ispirati ai film e ambientati nell’universo narrativo che intercorre tra la seconda e la terza pellicola. Lo sceneggiatore fu Alan Grant, mentre i disegni furono realizzati da Lee Sullivan. Nella Detroit distopica il cyborg poliziotto combatte ogni tipo di nemico: gangster, drogati, mercenari, spie e persino animali cyborg. Il tutto condito da una dose letale di cliché.

2001 Odissea nello Spazio

L’incontro tra l’universo cinematografico e quello fumettistico il più delle volte risulta fallimentare e finisce puntualmente con il destabilizzare i fan dell’opera originale. In rarissime circostanze i due mondi si allineano perfettamente e può accadere che i fumetti a siano in grado omaggiare sontuosamente i film. Questo è quello che è avvenuto nel 1976.

Cinque anni prima quel geniaccio di Jack Kirby aveva sbattuto la porta della Marvel, per colpa di insanabili disaccordi profondi con Lee e Goodman. Durante un convegno della Marvel Stan Lee annuncia ad un pubblico incredulo il gran ritorno del figliol prodigo Kirby, che prende subito in mano la serie di Capitan America.

Ma le vicende di Steve Rogers non bastano, la nuova prospettiva cosmica che ha intrapreso Kirby nel suo interregno alla DC (New Gods in primis) lo portano ad esplorare lo spazio più profondo. Qual è probabilmente il più grande apporto cinematografico alla fantascienza? Ovviamente il capolavoro del 1968 diretto da Stanley Kubrick, 2001 Odissea nello spazio. Pellicola che ha cambiato il genere e la storia del cinema tout court.

Kirby e la Marvel, come sempre, sono capaci di osare e hanno in mente di adattare con un albo il capolavoro di Kubrick, per poi continuarne la linea narrativa con una serie composta da diversi numeri. Ecco quindi prendere vita un’opera scritta e disegnata da Jack Kirby, inchiostrata da Frank Giacoia, con la supervisione di Archie Goodwin e Marv Wolfman. Il formato è atipico: viene adattato lo stile di un tabloid, grande il triplo rispetto ad un classico albo griffato Marvel.

Nelle settanta pagine di questa treasury edition, Kirby segue fedelmente la sceneggiatura del film, raccontando scena per scena. Rispetto alla cifra stilistica visionaria e criptica di Kubrick, Kirby ha un approccio più diretto, capace di spiegare tutto quello che si cela dietro all’enigmatica essenza della pellicola. Il fumettista decise di inserire all’interno dei dialoghi e didascalie frammenti del romanzo La sentinella, scritto Arthur C. Clark e fonte di ispirazione per il film. Ne consegue quindi un’opera che omaggia in maniera certosina la pellicola, ma ne mette in luce i passaggi più oscuri, razionalizzandone lo spazio narrativo.

L’allusione fa spazio all’illustrazione, i cui tratti sono confortevoli, ma senza intaccare l’anima psichedelica dell’opera. Per far coincidere i tempi di film e fumetto, Kirby fa ampio uso di vignette che occupano l’intera pagina, capaci di regalare respiri cinematografici, ricreati sapientemente grazie allo stile sperimentale del fumettista. Proprio grazie ad una sua invenzione fumettistica, la splash page, Kirby si era guadagnato anni prima la nomea del “Kubrick dei fumetti”.

Pur rimanendo un’opera secondaria nella sterminata produzione di Kirby, la riproduzione su carta del capolavoro di Kubrick è un esempio di come cinema e fumetto sappiano coesistere nello stesso edenico paesaggio. In Italia il volume arrivò nel luglio 1977, pubblicato da Editoriale Corno come supplemento al numero 111 di Capitan America.

Indiana Jones

Il 1981 è un anno fondamentale per il cinema. Il 12 giugno di quell’anno fatato per la settima arte, uscì I predatori dell’arca perduta, film destinato a sconvolgere e travolgere il panorama cinematografico del genere avventura/action. Era appena nato uno dei personaggi più iconici del genere: l’archeologo Indiana Jones, interpretato da Harrison Ford. Le pellicole che composero la trilogia originale ottennero un successo clamoroso, sia da parte del pubblico che della critica.

Il mondo dei fumetti e in particolare l’onnipresente Marvel non rimasero insensibili al fascino travolgente dei film con Indy e in pochissimo tempo l’archeologo più famoso della storia cinematografica fece il salto dalla pellicola alla carta stampata. La casa editrice statunitense acquisì prontamente i diritti della saga di proprietà della Lucasfilm.

Esattamente nel 1981 tra settembre e novembre la Marvel fece uscire tre albi, che ripercorrevano storia e linea narrativa della prima pellicola con Indy protagonista. La trilogia legata ai Predatori dell’arca perduta fu scritta da Walter Simonson, mentre i disegni erano stati commissionati a Gene Day e John Buscema.

L’esperimento fumettistico funzionò e la Marvel decise di ampliare l’universo narrativo, ideando una serie tutta incentrata sulle avventure dell’archeologo. La saga fu rinominata Further Adventures of Indiana Jones e debuttò in fumetteria nel gennaio del 1983, quando uscì The Ikons of Ikammanen, scritto e disegnato da John Byrne, che per la Marvel aveva realizzato i disegni di albi dei Fantastici Quattro e Capitan America. La serie fu composta da trentaquattro numeri, in cui collaborarono fumettisti del calibro di Linda Grant, Larry Liebe e addirittura Steve Ditko co-creatore dell’Uomo Ragno e l’ideatore del Dottor Strange. Ditko disegnò ben otto albi e la sua firma illustre denota quanto la Marvel aveva a cuore l’operazione commerciale legata al personaggio ideato da George Lucas.

Negli albi ritroviamo tutti i personaggi dell’universo di Indiana Jones: Marion, Sallah, Marcus Brody e Shorty, utilizzati in storie originali. Ovviamente furono inseriti personaggi creati ex novo, come l’archeologo rivale Ian McIver e il diabolico magnate Ali Ben Ayoob. In Italia grazie alla Bonelli uscirono undici volumi della saga, tra il 1985 e il 1986, sotto il nome della casa editrice L’Isola Trovata, rilevata dalla Bonelli nel 1982. Memorabili le copertine disegnate da Enea Riboldi.

fumetti filmDopo la parentesi anni ottanta marchiata Marvel, Indiana Jones torna nelle fumetterie di tutto il mondo negli anni novanta, stavolta grazie alla casa editrice indipendente Dark Horse Comics. In quattro albi, usciti da marzo a settembre del 1991, fu adattato su carta il videogioco Indiana Jones and the Fate of Atlantis, una delle più belle avventure punta e clicca di quegli anni e primo gioco con storia originale con protagonista Indiana Jones. La versione cartacea fu scritta da William Messner-Loebs, Dan Barry e Mike Richardson. I disegni invece erano di Dan Barry. Il rapporto tra Indiana Jones e la Dark Horse proseguì e tra il 1992 e il 1996 furono pubblicate altre sette storie originali. Rispetto agli albi della Marvel i toni sono più maturi e le avventure di Indy assumono sfumature più cupe e mistiche.

Nel nuovo millennio Indiana Jones torna nelle fumetterie con un adattamento della discussa pellicola Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. L’albo uscì nel maggio 2008, realizzato da John Jackson Miller e Luke Ross. A luglio 2008 debuttò invece la serie Indiana Jones Adventures, ambientata nell’Europa del Nord e contraddistinta da disegni con un stile decisamente più “cartoonesco”.

Alien

“Nello spazio nessuno può sentirti urlare”. Dal 1979 l’eco di questa frase terrorizza e allo stesso tempo affascina milioni di fan di una delle pellicole più belle realizzate da Ridley Scott: Alien. Dall’uscita del film lo Xenomorfo viene idolatrato nell’altare della fantascienza. Il culto dell’alieno ideato da Dan O’Bannon è proseguito per oltre quaranta anni e la narrazione è andata oltre la pellicola. In poco tempo lo spazio narrativo si è ampliato enormemente, tra prequel, crossover, romanzi, videogiochi e fumetti.

fumetti filmIl rapporto tra i film di Alien e i fumetti è sempre stato particolarmente fortunato e la trasposizione fumettistica ha avuto una vita pressoché parallela all’iter cinematografico della saga. Già nel 1979, in seguito all’uscita nelle sale della pellicola di Scott venne pubblicato Alien: the Illustrated Story, versione a fumetti del film scritto da Dan O’Bannon e Ronald Shusett. L’albo, pubblicato dalla rivista Heavy Metal, fu sceneggiato da Archie Goodwin e disegnato da Walt Simonson.

Il fumetto ottenne subito riscontri entusiasti, sia da parte del pubblico che dalla critica. New York Times Mass Market lo inserì per otto settimane nella lista dei dieci bestseller, critichi illustri lo elogiarono per la resa grafica eccezionale e per la capacità di ricreare magnificamente su carta la tensione vibrante della pellicola.
L’albo di Simonson rimane uno dei rarissimi casi di una pubblicazione con protagonista dello xenomorfo non edita dalla Dark Horse, che si è occupata di quasi tutta la sterminata pubblicazione di fumetti a tema Alien.

fumetti filmIn seguito all’uscita del film sequel Aliens – Scontro finale, diretto da James Cameron nel 1986, i fumetti si moltiplicarono. Nel luglio 1988 esordì la prima serie griffata Dark Horse Comics, composta da sei numeri. La saga, identificata ufficiosamente come Aliens: Book I, fu scritta da Mark Verheiden e disegnata da Mark A. Nelson. Ambientata dieci anni dopo la fine degli eventi narrati in Aliens – Scontro finale, la miniserie racconta le vicissitudini della bambina Newt, ormai diventata ragazza, e del sergente Hicks, che nei disegni appare sfigurato.

Il successo della prima serie permise a Mark Verheiden di pubblicare nel 1989 un’altra miniserie, Aliens: Book II, composta da quattro numeri e disegnata da Denis Beauvais. Gli eventi narrati si legano alla serie precedente: la Terra è in mano agli xenomorfi e Newt con Hicks deve riuscire a sopravvivere; nel finale della serie ritorna il personaggio di Ripley, protagonista della serie cinematografica.

Sempre nel 1989, a novembre, esordisce uno dei crossover più riusciti e longevi: viene infatti pubblicato Alien Vs. Predator, realizzato da Randy Stradley e Chris Warner. La serie ebbe un successo clamoroso e diede il via ad una vasta produzione di opere con protagonisti i due alieni.

Nel giugno 1990 venne invece pubblicata la terza e ultima miniserie della trilogia creata da Verheiden, intitolata Aliens: Earth War. Nei quattro albi, disegnati da Sam Keith, Newt e Hicks si riuniscono a Ripley e insieme lotteranno per la riconquista della Terra.

Nel maggio del 1992 Mark Verheiden scrisse un epilogo della trilogia, denominato The Alien e inserito nella rivista contenitore Dark Horse Presents.
Sempre nel 1992 uscì nelle sale il film Alien 3, i cui eventi contraddicevano quelli narrati nei fumetti di Verheiden, a partire dalla morte di Newt e del caporale Hicks. Per non creare contraddizioni la Dark Horse ha modificato i nomi dei personaggi delle prime pubblicazioni. Newt divenne Billie mentre Hicks fu modificato in Wilks.

Nel frattempo la Dark Horse fece uscire altre miniserie di successo come Aliens: Genocide (1991) e Aliens: Hive (1992) e volumi stand alonecome Aliens: Sacrifice (1993) e Aliens: Pig (1997). Degna di nota la serie in 12 volumi di Aliens: Colonial Marines (1993).

A partire dal 1995 con Superman vs. Alien prese il via un filone di fumetti in cui gli xenomorfi si scontrarono con personaggi inimmaginabili, come Batman, Lanterna Verde, Giudice Dredd e addirittura con Buffy l’ammazza vampiri.

Attualmente in America Dark Horse sta continuando ad espandere il vasto Aliens Universe (Aliens: Fire and Stone su tutti), mentre in Italia la saldaPress sta ripubblicando tutto il vecchio materiale, riproponendo i grandi classici di questa saga immensa.

Leone Auciello
Secondo la sua pagina Wikipedia mai accettata è nato a Roma, classe 1983. Come Zerocalcare e Coez, ma non sa disegnare né cantare. Dopo aver imparato a scrivere il proprio nome, non si è mai fermato, preferendo i giri di parole a quelli in tondo. Ha studiato Lettere, dopo averne scritte tante, soprattutto a mano, senza mai spedirle. Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2006, ha collaborato con più di dieci testate giornalistiche. Parlando di cinema, arte, calcio, musica, politica e cinema. Praticamente uno Scanzi che non ci ha mai creduto abbastanza. Pigro come Antonio Cassano, cinico come Mr Pink, autoreferenziale come Magritte, frizzante come una bottiglia d'acqua Guizza. Se cercate un animale fantastico, ora sapete dove trovarlo.